L'argomento

Comunità energetiche, antidoto al caro bollette

06 Ott 2022

di Marina Luzzi

Un anno fa, dalla Settimana Sociale dei Cattolici italiani, partì la proposta di rendere le circa 26mila parrocchie presenti in Italia, comunità energetiche. Furono un migliaio i delegati diocesani arrivati a Taranto, di cui un terzo giovani che strinsero anche un’alleanza intergenerazionale sui temi della sostenibilità ambientale. Il tema, senza sapere cosa sarebbe accaduto di lì a qualche tempo, con la guerra della Russia all’Ucraina,  appariva già urgente. Ora diventa imprescindibile per provare a superare la grave crisi energetica che viviamo. Negli scorsi giorni in città si è tornato a parlarne con un convegno promosso da Cisl Taranto-Brindisi, insieme con Adiconsum nazionale, Cisl Puglia, con il Patrocinio della Camera di commercio ionica e dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio. Dal dibattito sono emersi spunti interessanti: primo fra tutti che serve una politica energetica chiara che non sia soggetta a cambiamenti a seconda del governo in carica, poi che occorre quanto prima approvare i decreti attuativi per rendere le comunità energetiche un antidoto reale, dal basso, al caro bollette. “C’è una modalità per tornare a rientrare nuovamente in armonia con la creazione – ha detto l’arcivescovo della diocesi ionica, mons. Filippo Santoro –  considerarla appunto come dono. C’è il collo della bottiglia di una transizione ecologica del nostro Paese che riguarda la capacità di auto promozione energetica, carbon free e caporalato free, che potrebbe costituire anche occasione di reddito per famiglie e comunità. I giovani hanno proposto una alleanza intergenerazionale in cui siano ascoltati. Economy of Francesco è al riguardo una bellissima esperienza di promozione e di sviluppo. (…) Noi ci muoviamo e ci diamo da fare per promuovere la vita, per offrire speranza, il dono di sé, il dialogo come metodo e la Cisl a tutti i livelli è in grado di interpretare tali principi nel quadro più generale della Dottrina sociale della Chiesa. Taranto può e deve tornare ad essere luogo di vita, di speranza e di confronto per traguardare finalmente un sistema produttivo ed uno sviluppo sostenibile”. “Pensiamo che le comunità energetiche possano costituire una opportunità eccezionale ed unificante, perché si tratta di un modello che prevede la partecipazione, l’inclusione, la coesione, la condivisione, per affrontare cambiamenti che, sulle prime, potrebbero suscitare perplessità ma nel tempo gioverebbero al sistema ambientale, produttivo, economico e sociale di ogni singola comunità”- ha detto, introducendo il tema Gianfranco Solazzo, padrone di casa in qualità di segretario generale della Cisl di Taranto e Brindisi. “Il PNRR di 209 miliardi prevede un intreccio tra investimenti e riforme strutturali ma ciò deve attuarsi tenendo conto di una idea di Paese, attivando partecipazione e condivisione sociale”– ha affermato il segretario confederale della Cisl  Angelo Colombini. “È una democrazia energetica ma i casi virtuosi nel Paese sono ancora pochi – ha spiegato il presidente di Adiconsum nazionale Carlo De Masi- nessuno conosce le comunità energetiche in Italia. Serve una collaborazione tra sindacato, imprese governo e partiti. Se i decreti attuativi fossero stati pubblicati, si sarebbero potuti già attutire di colpi della crisi energetica che stiamo vivendo. Ad oggi gli unici interventi previsti dal governo sono quelli economici (bonus, ndr) ma non è una soluzione”. “Le nuove norme che attendiamo – ha sottolineato Carlo Cascella, responsabile degli Affari Istituzionali e Sostenibilità della macroarea Sud presso Enel Italia -allargheranno questo strumento in termini di potenza e bacino a cui aggregare utenti, dando nuovo impulso allo strumento ma anche alla produzione di energia da fonti rinnovabili, che quella che serve disperatamente al nostro Paese. Nei prossimi 2- 3 anni, secondo uno studio del Politecnico di Miliano, ci saranno 20mila comunità energetiche in Italia, ora siamo a poche centinaia. Il fotovoltaico è lo strumento più facile e anche più efficace per il proliferare delle comunità energetiche. Poi il solare termico”.  “Dobbiamo scongiurare che l’energia diventi un sistema di potere concentrato nelle mani di pochi. Per l’Italia – ha raccontato il professor Leonardo Becchetti, dell’Università di Roma Tor Vergata – la scelta delle fonti rinnovabili diventa fondamentale. Altri Paesi, come Portogallo e Germania  stanno facendo meglio di noi. (…) L’energia autoprodotta può diventare fonte di reddito per famiglie e imprese. Dal caro-bollette ci si può uscire in maniera strutturale”. “Nel porto di Taranto – ha raccontato il presidente della locale Autorità di Sistema Portuale, Sergio Prete- abbiamo già individuato le aree che potrebbero essere interessate cui potrebbe essere aggiunta anche la superficie del Distripark. Uno dei progetti su cui il Ministero ha mostrato particolare interesse è quello del green port e per questo noi ci stiamo attrezzando così da rendere la nostra infrastruttura competitiva e attrattiva”. “La Puglia – ha voluto ribadire Davide Di Giuseppe, responsabile Autoconsumo e Comunità Energetiche GSE – finora non è stata a guardare ma è leader nella produzione da fonti rinnovabili, come il fotovoltaico o l’energia solare oltre ad aver previsto proprio per le Comunità energetiche risorse finanziarie specifiche ed aver attivato il reddito energetico. Il percorso è quello giusto ma la burocrazia frena non poco. Le Comunità energetiche sono un soggetto giuridico, regolato da statuti costitutivi che vanno depositati a costi ridotti presso l’Agenzia delle Entrate. Per i condomini è possibile produrre una semplice delibera per definire un fabbisogno energetico condiviso che può giungere fino a 220 KW. Per ripartire i benefici dell’investimento è possibile attivare rapporti con soggetti esterni, anche per la condivisione della stessa energia. (…) Circa 10 euro a MGW, cui si aggiunge il valore dell’energia eventualmente messa in rete – sono il contributo riconosciuto per 20 anni. Il GSE si interfaccia con il referente del condominio o con il proprietario di un edificio, anche rendendosi disponibile per simulazioni di carattere tecnico ed economico. L’UE prevederà agevolazioni per la costituzione di Comunità Energetiche nei comuni con oltre 10 mila abitanti”. Il 5 maggio scorso in Puglia è stata costituita la prima comunità energetica. Si trova a Brindisi e coinvolge circa 350 famiglie che dovrebbero andare a risparmiare, producendo energia attraverso l’installazione di pannelli solari, circa il 30-40 % di costi di energia. Anche Taranto si sta muovendo in tal senso. Negli scorsi giorni, durante Rethink, la manifestazione nazionale promossa dalle associazioni Tondo I circular economy ed Eurota, dedicata alle varie declinazioni dell’economia circolare, il sindaco Rinaldo Melucci ha firmato una lettera di intenti per la creazione della prima comunità energetica del nostro territorio. L’obiettivo è utilizzare spazi pubblici per l’installazione di pannelli fotovoltaici da cui ricavare energia prodotta dal basso.

 

 

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