Angelus

La domenica del Papa – Vegliare: l’attesa fatta di pazienza e di liberazione

È una dimensione che attraversa tutta la nostra esistenza personale, familiare e sociale

foto Vatican media/Sir
28 Nov 2022

di Fabio Zavattaro

Vegliare è il verbo che Matteo ci consegna in questa domenica, la prima del tempo di Avvento, tempo di attesa e di speranza: “la porta oscura del tempo, del futuro è stata spalancata – scrive Benedetto XVI nell’enciclica Spe salvi – chi ha speranza vive diversamente; gli è stata donata una vita nuova”. Nella pagina del Vangelo Matteo ci chiede di essere sempre pronti ad accogliere il Signore, di ‘custodire’, per usare un verbo caro a Francesco, la speranza. Gesù è sul monte degli Ulivi, aveva detto ai suoi discepoli che il tempio sarebbe diventato un mucchio di rovine, senza indicare né il giorno, né l’ora. Ecco allora l’invito a vegliare, e a custodire la propria fede.
“Tempo del concepimento di un Dio che ha sempre da nascere”, definisce l’Avvento padre David Maria Turoldo, che chiede al Signore di venire a vincere la notte, i silenzi, le solitudini. Tempo del ‘già e non ancora’, di un Dio che è presente nel nostro cammino, che ci accompagna e ci parla. Il Signore viene, ci fa visita, “si fa vicino e ritornerà alla fine dei tempi per accoglierci nel suo abbraccio”, afferma papa Francesco nelle parole che precedono la preghiera mariana dell’Angelus. Il Signore “è presente nel nostro cammino, ci accompagna e ci parla”, ma forse siamo distratti da tante cose e “questa verità rimane per noi solo teorica; sì, sappiamo che il Signore viene ma non la viviamo questa verità, oppure immaginiamo che il Signore venga in modo eclatante, magari attraverso qualche segno prodigioso. Invece è quotidianamente con noi, “si nasconde nelle situazioni più comuni e ordinarie della nostra vita. Non viene in eventi straordinari, ma nelle cose di ogni giorno. E lì, nel nostro lavoro quotidiano, in un incontro casuale, nel volto di una persona che ha bisogno, anche quando affrontiamo giornate che appaiono grigie e monotone, proprio lì c’è il Signore, che ci chiama, ci parla e ispira le nostre azioni”.
Ecco allora il vigilare per non correre il rischio di non accorgerci della sua venuta, come accadde al tempo di Noè; “mangiavano e bevevano […] e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti”. Di qui l’invito di papa Francesco, all’Angelus, per questo tempo di attesa: “lasciamoci scuotere dal torpore e svegliamoci dal sonno”; cerchiamo di “riconoscere la presenza di Dio nelle situazioni quotidiane”. Vegliare, dunque, come le cinque donne che, avendo messo da parte l’olio per le loro lampade, hanno accolto lo sposo al suo arrivo e partecipato al banchetto nuziale. Restiamo vigilanti, afferma il vescovo di Roma, perché “se non ci accorgiamo oggi della sua venuta, saremo impreparati anche quando verrà alla fine dei tempi”.
L’attesa è fatta di pazienza e di liberazione; è una dimensione che attraversa tutta la nostra esistenza personale, familiare e sociale. L’attesa è presente in mille situazioni, da quelle più piccole e banali fino alle più importanti, che ci coinvolgono totalmente e nel profondo: “si potrebbe dire – affermava Benedetto XVI – che “l’uomo è vivo finché attende, finché nel suo cuore è viva la speranza”.
Angelus nel quale Francesco torna a condannare la violenza che è tornata a insanguinare la Terra Santa: “la violenza uccide il futuro, spezzando la vita dei più giovani e indebolendo le speranze di pace”, ha affermato dopo la recita della preghiera mariana. Non solo, ha voluto ricordare la morte, a Gerusalemme, di uno studente ebreo di 16 anni e di un ragazzo palestinese di 14 anni ucciso nello stesso giorno dall’esercito israeliano negli scontri a Nablus, per dire: “spero che le autorità israeliane e palestinesi tengano maggiormente a cuore la ricerca del dialogo per costruire la fiducia reciproca senza la quale non ci sarà mai una soluzione di pace per la Terra Santa.
Ancora, ha parole contro la violenza sessuale sulle donne, affermando come sia, purtroppo, “una realtà generale e diffusa dappertutto e utilizzata anche come arma di guerra. Non stanchiamoci di dire no alla guerra, no alla violenza, sì al dialogo, sì alla pace; in particolare per il martoriato popolo ucraino”. E per il clochard, Burkhard Scheffler, morto a causa del freddo, venerdì 25 novembre, sotto il colonnato di piazza San Pietro.

VISITA IL MENÙ DEL GIUBILEO

Leggi anche
Leone XIV

Leone XIV nella Dilexi te: “Ascoltare il grido dei popoli più poveri della terra”

“La condizione dei poveri rappresenta un grido che, nella storia dell’umanità, interpella costantemente la nostra vita, le nostre società, i sistemi politici ed economici e, non da ultimo, anche la Chiesa”: lo scrive Leone XIV, nell’esortazione apostolica, in cui fa sua – aggiungendo alcune riflessioni – l’esortazione apostolica sulla cura della Chiesa per i poveri […]

Leone XIV andrà in Turchia dal 27 al 30 novembre e in Libano dal 30 novembre al 2 dicembre

“Accogliendo l’invito del capo di Stato e delle autorità ecclesiastiche del Paese”, papa Leone XIV compirà un viaggio apostolico in Turchia dal 27 al 30 novembre prossimo, “recandosi in pellegrinaggio a İznik in occasione del 1700° anniversario del Primo Concilio di Nicea”: lo rende noto il direttore della sala stampa della Santa sede, Matteo Bruni. […]
Hic et Nunc

L'ex Ilva tra agonia e diversificazione
Ne parliamo con il sindaco Bitetti

La città vive un momento di svolta nella sua storia socioeconomica. L’estrema incertezza sul futuro dello stabilimento siderurgico, il difficile dialogo con il governo, l’ombra di un ridimensionamento dell’occupazione che incombe comunque sul territorio sono gli elementi che caratterizzano questi primi giorni di autunno. Segnali indecifrabile e a volte contraddittori, che si colgono indirettamente da […]

Nomine di parroci e dei collaboratori alla San Francesco di Paola e alla Gesù Divin Lavoratore

Su proposta dei rispettivi padri provinciali, l’arcivescovo mons. Ciro Miniero ha proceduto alle seguenti nomine: parrocchia San Francesco di Paola, in Taranto, dei padri minimi: parroco moderatore, padre Francesco Cassano;  parroco in solido, padre Francesco Trebisonda; parrocchia Gesù Divin Lavoratore, in Taranto, dei padri giuseppini del Murialdo: parroco, padre Gianni Passacantilli; vicario parrocchiale, padre Giovanni […]
Media
09 Ott 2025