Angelus

La domenica del Papa – La bellezza luminosa dell’amore

Francesco ci lascia un messaggio legato alla nostra vita quotidiana: “È importante stare con Gesù, anche quando non è facile capire tutto quello che dice e che fa per noi”

foto Siciliani/Sir
06 Mar 2023

di Fabio Zavattaro

Dio chiama un nomade e lo invita a lasciare la propria terra e il proprio gruppo per intraprendere un cammino verso un luogo che il Signore stesso gli indicherà. Abramo obbedisce e Dio, è la prima lettura tratta dal libro della Genesi, gli dice: “farò di te una grande nazione e ti benedirò, renderò grande il tuo nome”. Matteo scrive che Pietro, Giacomo e Giovanni seguirono Gesù sul monte della Trasfigurazione, forse il Tabor, e lì, avvolti in una nube, videro conversare Mosè e Elia – ovvero la legge e i profeti, come dire l’Antico Testamento – e ascoltarono la voce del Padre che li invita a seguire il Figlio “l’amato” in cui ha posto “il suo compiacimento”. Come Abramo, anche i tre discepoli non sanno ancora quale strada li attende, ma conoscono la meta che li porterà là dove vedranno il Figlio dell’uomo risorgere dai morti. Antico e Nuovo Testamento che quasi si fondano per farci capire il mistero di Gesù.
Queste pagine ci dicono che alla base c’è un cammino da percorrere – e la Quaresima è un cammino, di conversione, di speranza – c’è un volto e c’è una parola, una voce che chiama. Il volto e la voce sono l’espressione di una vera comunicazione: senza l’incontro con il volto dell’altro, senza l’ascolto della parola facciamo fatica a accogliere il messaggio; e il racconto della trasfigurazione è forse l’immagine perfetta del comunicare. E quel volto, che i tre discepoli vedono, diventa sorpresa: “avevano avuto sotto gli occhi per tanto tempo il volto dell’amore, e non si erano mai accorti di quanto fosse bello. Solo adesso se ne rendono conto, con immensa gioia”.
Ma ci sono altri volti che Papa Francesco vuole ricordare all’Angelus, i volti di chi ha perso la vita, soprattutto giovani, nell’incidente ferroviario in Grecia; quelli delle numerose vittime del naufragio nelle acque di Cutro sulla costa di Crotone, i volti dei loro familiari, dei sopravvissuti per i quali chiede preghiere; e poi i volti della popolazione locale, delle istituzioni che ringrazia per la solidarietà e l’accoglienza verso questi fratelli e sorelle. Preghiera ma anche appello perché “non si ripetano simili tragedie”; perché “siano fermati” i trafficanti di esseri umani; perché “i viaggi della speranza non si trasformino mai più in viaggi della morte”, e le acque del Mediterraneo “non siano più insanguinate da tali drammatici incidenti. Che il Signore ci dia la forza di capire e di piangere”. Parole che ricordano quelle pronunciate dieci anni fa a Lampedusa, primo viaggio del pontificato, quando disse che “la globalizzazione dell’indifferenza ci ha tolto la capacità di piangere”.
Sul monte della Trasfigurazione i tre discepoli hanno conosciuto la bellezza di un volto. Francesco dice: “impariamo a riconoscere, sul suo volto, la bellezza luminosa dell’amore, che si dona anche quando porta i segni della croce”. Ancora impariamo a cogliere la stessa bellezza nei volti di familiari, amici, colleghi, di quanti camminano accanto a noi ogni giorno: “quanti volti luminosi, quanti sorrisi, quante rughe, quante lacrime e cicatrici parlano d’amore attorno a noi. Impariamo a riconoscerli e a riempircene il cuore”.
Pietro, dopo aver vissuto il momento della Trasfigurazione “vorrebbe fermare il tempo mettere la scena in ‘pausa’”; vorrebbe, in sostanza, prolungare l’esperienza meravigliosa, “ma Gesù non lo permette. La sua luce, infatti, non si può ridurre a un momento magico. Così diventerebbe una cosa finta, artificiale, che si dissolve nella nebbia dei sentimenti passeggeri”. Francesco allora chiede, all’Angelus, di non restare con le mani in mano, ma di “portare anche agli altri la luce che abbiamo ricevuto, con le opere concrete dell’amore, tuffandoci con più generosità nelle occupazioni quotidiane, amando, servendo e perdonando con più slancio e disponibilità”.
In questo cammino della Quaresima, il vescovo di Roma ci lascia un messaggio legato alla nostra vita quotidiana: “è importante stare con Gesù, anche quando non è facile capire tutto quello che dice e che fa per noi. È stando con lui, infatti, che impariamo a riconoscere, sul suo volto, la bellezza luminosa dell’amore che si dona, anche quando porta i segni della croce”.

Leggi anche
Francesco

Visita ad limina: le raccomandazioni di Francesco ai vescovi pugliesi

Dopo la santa messa nella basilica di San Pietro presieduta da mons. Giuseppe Satriano, arcivescovo di Bari-Bitonto, stamane, giovedì 18, nella biblioteca del Palazzo apostolico, Francesco ha ricevuto in udienza i vescovi pugliesi, momento centrale della visita ad limina, iniziata lunedì scorso.     Dopo rapide presentazioni personali, ci si è intrattenuti sulla situazione della […]

La confraternita dell’Addolorata in udienza da papa Francesco

Una rappresentanza di confratelli dell’Addolorata di Taranto nella mattinata di mercoledì 17 aprile ha partecipato in piazza San Pietro all’udienza generale di papa Francesco, che ha tenuto una catechesi sulla virtù della temperanza. Si tratta di un appuntamento che avrebbe dovuto svolgersi nel 2020 (rimandato per la pandemia)  in occasione dei 350 anni del sodalizio. […]
Hic et Nunc

Monsignor Savino, vicepresidente Cei: la politica per il cristiano è arte mistica

Monsignor Francesco Savino, vicepresidente della Conferenza episcopale italiana, è intervenuto al convegno “Servono ancora i cristiani in politica?”. Del convegno, svoltosi nella sala Resta della Cittadella delle imprese, per iniziativa di Gianni Liviano, ci siamo già occupati. Ora riportiamo di seguito l’intervista che l’arcivescovo di Cassano allo Jonio ci ha concesso. I cristiani in politica […]

I cristiani sono chiamati a dare una nuova visione alla politica

Dare ai partiti la consistenza istituzionale che non hanno e dare alla politica una visione che manca totalmente: ecco due dei principali obiettivi che s’impongono ai cristiani oggi. Perché senza i partiti e senza una “visione” la politica diventa preda dei personalismi e del populismo. I cristiani hanno il dovere di impegnarsi per evitare la […]

Concerto in memoria di mons. Gianfranco Bramato

“O mia forza, a te voglio cantare, poiché tu sei, o Dio, la mia difesa, tu, o mio Dio, sei la mia misericordia”: con questo versetto tratto dal Salmo 59, domenica 21 aprile alle ore 19.30 in concattedrale il coro dell’arcidiocesi “San Giovanni Paolo II”(diretto dal maestro Fabio Massimillo) e quello della concattedrale “Gran Madre […]
Media
19 Apr 2024
newsletter