L’accoglienza di san Cataldo a Grottaglie nella testimonianza di due sacerdoti
Si è svolta giovedì 4 maggio la seconda tappa della peregrinatio del simulacro e delle reliquie di San Cataldo, a Grottaglie, dove alle ore 17 è stata nell’ospedale San Marco.
Alle 18, la statua argentea e le reliquie del santo patrono di Taranto e dell’intera arcidiocesi sono state accolte in piazza IV novembre dalle autorità religiose, civili e militari della vicaria e la consegna simbolica da parte del Capitolo metropolitano alle autorità presenti.
Al termine della cerimonia abbiamo raccolto il commento di don Eligio Grimaldi, parroco della Collegiata di Grottaglie e di monsignor Luca Lorusso, parroco della Madonna del Rosario.
“Si è trattato di un evento straordinario, in un certo senso storico – commenta don Eligio – perché non è mai avvenuto, a memoria d’uomo, che dalla Cattedrale di Taranto la statua e le reliquie del santo siano venute nei centri della diocesi. Sappiamo però molto bene che fino al 1844 il patrono di Grottaglie era san Cataldo. Il 3 maggio di quell’anno, infatti, san Francesco De Geronimo fu proclamato patrono principale della città di Grottaglie. Resta il fatto che Cataldo è il patrono della città di Taranto e dell’intera arcidiocesi”.
Un modo per rinsaldare un legame
“Sì. L’intuizione dell’arcivescovo e del parroco della Cattedrale, Emanuele Ferro, è stata quella di fare questa esperienza di pellegrinaggio, naturalmente sempre finalizzato alla diffusione del culto. Sappiamo bene che per san Cataldo, come per altri santi da calendario pure molto venerati, come santa Rita o san Ciro, vi sono pochi documenti storici. Ma va riscoperta la dimensione storica di questa figura che ha avuto il merito di restaurare la diocesi, quando dovette riparare a Taranto, ricostruendo la comunità dal punto di vista spirituale. La scelta di creare una comunione tra le parrocchie, le confraternite e le associazioni di alcune vicarie, pr dare possibilità alle comunità della diocesi di poter venerare le reliquie”.
Un incontro che ha avuto varie tappe
“Ieri ci siamo trovati in un contesto particolarmente emozionante perché come prima tappe l’abbiamo fatta nell’ospedale San Marco, dove tra l’altro c’erano molti tarantini ricoverati nei reparti, lungodegenti, che si sentivano molto onorati poiché loro non possono più partecipare, pur abitando a Taranto. Ma abbiamo registrato il coinvolgimento di tutta la città. L’accoglienza è avvenuta nei pressi del Monumento ai caduta, poi una tappa l’abbiamo fatta dalle clarisse e infine siamo giunti alla Collegiata, dove c’è stata la concelebrazione di tutti i sacerdoti della vicaria di Grottaglie e Montemesola presieduta dall’arcivescovo, alla presenza delle autorità, del sindaco Ciro D’Alò. Avevamo preparato i foulard pianchi e gialli da agitare in segno di festa. Particolarmete emozionante è stata la visita alle monache di clausura. Una di loro, originaria di Taranto, ha ricordato come da trent’anni non vedeva san Cataldo”.
“Nel corso dell’omelia – aggiunge don Eligio – monsignor Santoro ha sottolineato le virtù del santo e ha anche ricordato l’esperienza del recente viaggio compiuto in Ucraina per donare alla cattedrale greco cattolica di Kiev il bassorilievo raffigurante san Michele Arcangelo”.
“Si è trattato di un incontro molto intenso e per il quale abbiamo constatato la gratitudine della gente che ci hanno ringraziato per averlo organizzato. – commenta da parte sua monsignor Lorusso – Una grazia speciale è stata concessa alla città di Grottaglie e anche a quella di Montemesola. Una devozione molto sentita dalla gente che, soprattutto in Ospedale, si è commossa al cospetto delle reliquie del santo. Una grande accoglienza, tra l’altro testimoniata dalla numerosa presenza delle confraternite, nonostante si svolgesse un orario pomeridiano. La singolarità di un incontro che vede questa volta san Cataldo andare incontro alla comunità diocesana. Anche se per Grottaglie possiamo considerarlo un gradito ritorno, dal momento che egli è stato a lungo il patrono nella città”.
Pubblichiamo di seguito le foto scattate da Giuseppe Leva: