Diocesi

‘U’ Pregge’: la consegna del simulacro di San Cataldo al sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci

08 Mag 2023

di † Filippo Santoro

Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.
E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano come noi una cosa sola. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me.
Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che mi hai dato; poiché tu mi hai amato prima della creazione del mondo.
Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto; questi sanno che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro».

Signor Sindaco,
è bello ritrovarsi per compiere questo gesto di affidamento, rinnovando il desiderio di camminare insieme che in questa particolare stagione della Chiesa assume un significato oltremodo fecondo, perché il Santo Padre Francesco ci sta spronando nel vivere la comunione fraterna e la condivisione del cammino di evangelizzazione come scelta e impegno prioritario, per rendere la Chiesa visibile e, soprattutto, credibile.

La Parola di Dio che abbiamo ascoltato è un frammento meraviglioso della preghiera sacerdotale di Gesù che desidera presentare al Padre il volto dei suoi amici e anche di tutti coloro che crederanno alla Parola.

Fra di essi ci siamo da sempre anche noi, cristiani di tutti i tempi.

Siamo oggetto della preghiera di Gesù che ci precede nella chiamata e, nell’amore, a seguirlo.

Con il gesto de “’U Pregge” noi, ancora una volta comunità ecclesiale, desideriamo metterci in ascolto di questa città, così come il Papa ci ha chiesto. Vogliamo ascoltare tutti, specie coloro che sono lontani, dare voce a chi non ce l’ha.

Affido a lei il simulacro e i suoi tesori perché appaia in maniera inequivocabile che il vero tesoro a lei affidato è il ministero della cura e della custodia di una comunità cittadina.

Il patrono della città è il protettore della medesima, ci invita a custodire, ad interessarci, ci educa all’attenzione, a prenderci cura.

Così come il pastore buono prende su di sé gli agnellini più gracili, così chi oggi indice la festa lo fa non con lo spirito di evasione ma della cura.

San Cataldo ci apre gli occhi sulle necessità dei poveri, degli ammalati, delle giovani generazioni.

San Cataldo ci insegna ogni anno che davanti a noi c’è un mare da solcare: è una metafora avvincente della vita e delle sue opportunità.

Si dice che il mare agitato abbia fatto grandi i marinai, e noi tarantini non possiamo dire di aver conosciuto mai la bonaccia.

Continuiamo a non scoraggiarci, a prendere forza e vigore per il futuro.

Gli studenti nella Giornata cataldiana della scuola sono venuti a lasciare in cattedrale, sotto un ulivo simbolo delle terre che si affacciano sul Mediterraneo, una barchetta di carta alla quale hanno affidato un pensiero sulla pace e l’accoglienza, un piccolo segno per parlare di pace e di accoglienza.

Una barchetta di carta non può reggere alla potenza delle onde, ma una coscienza retta e nuova quale quella che dobbiamo formare nei nostri giovani può far ritornare il nostro mare e la nostra terra un luogo di approdo sicuro.

San Cataldo continui ad insegnarci il valore del dialogo, un dialogo che in questi anni ha mostrato i suoi frutti anche fra la diocesi e le amministrazioni comunali che si sono succedute: questa nostra relazione propositiva rientra nell’esercizio concreto della pace e della fratellanza, un esempio che parte dal nostro piccolo angolo di Puglia.

Ho toccato con mano nei giorni scorsi a Kiev ciò che accade lì dove il dialogo non riesce a decollare: si fa esperienza della distruzione, del fragore delle bombe, della miseria e dell’oscuramento del futuro.

In Ucraina ho capito ancora meglio quale grande responsabilità abbiamo e perché, senza cedere alla disillusione, dobbiamo continuare a lavorare per il progresso umano, per la pace, l’uguaglianza e, noi tarantino lo sappiamo bene, per il diritto alla salute, al lavoro degno, per la salvaguardia dell’ambiente.

San Cataldo è Taranto insieme al suo cuore, ovvero Taranto vecchia.

Sono felice che i nostri appelli di dieci anni fa abbiano trovato sponda e maturazione per la ricostruzione dell’Isola, vedo tanti cantieri e tante opere.

Prioritaria resta la ricostruzione del tessuto sociale, la cura, ci torno, di chi abita quei vicoli tanto suggestivi quanto da troppo tempo abbandonati.

Sindaco, la mia benedizione è che si riesca a portare tutto a compimento dando esempio di alacrità, di dedizione, di responsabilità e di serietà rispetto a una città che merita questo e altro.

In questi giorni stiamo restituendo alla comunità opere importanti che hanno riguardato la nostra cattedrale, le sue facciate, ambienti antichi, così come abbiamo già fatto per altre chiese dell’Isola, ma quello che imploro al nostro Santo è la profezia di poter guardare a ben altri cantieri e a ben altre opere. Saniamo insieme la piaga della dispersione scolastica, non chiudiamo gli occhi di fronte al problema della droga, del suo traffico e del suo spaccio.

Qui ci sono tutte le massime autorità che ringrazio perché per la solennità di San Cataldo fate splendere questa città.

A voi chiedo senza mezzi termini di continuare a spendervi, non per soluzioni contenitive o arginanti del degrado dell’illegalità, ma per accelerare con ogni mezzo lo sradicamento di mali che sono come massi legati alle caviglie della rinascita.

Ne abbiamo il dovere.

San Cataldo ce lo chiede ma, soprattutto, ce lo chiedono i nostri figli per i quali non abbiamo il diritto di ipotecare il futuro.

Eccoci vescovo Cataldo, nel nome di Cristo, benedici questa città aiutaci a sperare, ad amare, a camminare insieme. Che la preghiera del Signore che tutti diventiamo perfetti nell’unità sia già un’esperienza autentica da questa sera.

A lei Sindaco per tutti i Tarantini buona festa patronale

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