Società

Migranti: la paura dell’invasione si basa su premesse infondate

E i dati ci spiegano perché

foto Ansa/Sir
29 Set 2023

di Maurizio Ambrosini *

La roboante richiesta di fermare a tutti i costi i flussi di profughi che approdano in Italia via mare si regge su due premesse accettate da gran parte dell’opinione pubblica: che si tratti di un fenomeno eccezionale, tale da comportare numeri enormi d’ingressi, e che non esistano di fatto alternative al suo contenimento, ricorrendo a misure drastiche, eventualmente anche lesive dei diritti umani. Entrambe le premesse sono infondate.

Consideriamo anzitutto i dati: potrà stupire qualcuno, ma i numeri dell’immigrazione sono stazionari in Italia da una dozzina d’anni, intorno ai 5,3 milioni di residenti regolari, più 4-500.000 soggiornanti irregolari stimati. I flussi in ingresso non si sono mai ripresi dalla crisi economica del 2008. In più, la maggior parte dei residenti sono donne, quasi la metà sono europei, e la religione nettamente prevalente è quella cristiana nella varie denominazioni, con gli ortodossi in testa. Rifugiati e richiedenti asilo arrivavano a fine 2022 a quota 340.000, compreso un 40% di profughi ucraini. Oggi saranno forse 400.000 o poco più: meno di decimo del totale. Sempre con una robusta componente ucraina. L’Ue, nel complesso accoglie meno del 10% dei rifugiati del mondo, ucraini a parte.

Gli sbarchi dal mare sono un fatto molto visibile e drammatico, ma non sono una novità. Si verificano da una trentina d’anni, con alti e bassi, tanto è vero che già negli anni ’90 Lampedusa ricevette la medaglia d’oro al valor civile per il suo impegno nell’accoglienza. Tra il 2015 e il 2017 gli arrivi dal mare sono stati più o meno in linea con quelli attuali, superando i 150.000 all’anno.

Inoltre, altri Paesi ospitano molti più rifugiati dell’Italia, compresi quelli che transitano attraverso il nostro territorio. Nel 2022, l’Italia ha ricevuto 77.000 domande di asilo su 965.000 in tutta l’Ue, circa l’8%, la Germania più di 200.000, la Francia e la Spagna oltre 100.000.

L’emergenza quindi è nel nostro affanno, nel nostro sguardo carico di apprensione e di paura, nella nostra incapacità di allestire un sistema di accoglienza ordinato, in grado di svuotare rapidamente l’approdo di Lampedusa per redistribuire le persone accolte. Stride la reazione verso i rifugiati in arrivo dal Sud del Mediterraneo con l’accoglienza generosa verso i profughi ucraini: 4 milioni in Europa, circa 170.000 in Italia.

È importante poi perseguire delle strade alternative alla caotica accoglienza attuale. La prima consiste nel far transitare nella categoria dei lavoratori i profughi idonei al lavoro, opportunamente formati: si risolverebbe sia il problema delle aziende a caccia dei lavoratori, sia quello dei rifugiati in cerca di una vita dignitosa.

La seconda soluzione riguarda il potenziamento di altri dispositivi di ingresso: reinsediamenti, sponsorizzazioni private o comunitarie, corridoi umanitari. Tutte soluzioni già sperimentate e funzionanti a livello internazionale, ma con numeri ancora insufficienti. Consistono nel far arrivare le persone oggi precariamente ospitate nei campi profughi del Sud del mondo, in altri paesi disponibili ad accoglierli, in base a una lista di priorità. Lo possono e devono fare anzitutto gli Stati, (100.000 reinsediamenti all’anno, in media, a livello mondo), ma potrebbero contribuire anche associazioni, comunità religiose, enti locali, imprese. E auspicabilmente, alleanze tra soggetti pubblici e privati. In Canada con queste formule sono state accolte nel tempo 300.000 persone, tra cui negli scorsi anni 40.000 profughi siriani. I corridoi umanitari organizzati dalle Chiese cattolica e protestante hanno accolto in Italia e in Europa 5.000 persone: un seme ancora piccolo, ma promettente.Si tratta di farlo crescere, contrastando i megafoni di un’emergenza che non c’è nei numeri, ma nei nostri atteggiamenti politici e mentali.

* docente di Sociologia delle migrazioni (Università degli Studi di Milano)

Leggi anche
Emergenze sociali

Presentato il progetto del Ciofs/fp Puglia ‘Giardini digitali'

In collaborazione con Surfhers, Visionari e Stella marina. A maggio il primo evento, mentre a giugno si parte con la formazione

Al via il progetto 'Giardini digitali': acquisire competenze per il reinserimento lavorativo

Acquisire competenze digitali per potersi inserire o reinserire in un mercato in continua trasformazione. Rimettersi in gioco dopo esperienze lavorative di tempo limitato attraverso un’opera di reskilling mirata. Sono gli obiettivi del progetto “Giardini digitali”, un progetto selezionato e sostenuto dal Fondo per la Repubblica digitale – Impresa sociale, che sarà presentato martedì 16 aprile […]

Due lavoratori di San Marzano hanno perso la vita mentre lavoravano nel tarantino e nel bolognese

La strage continua: è il sedicesimo infortunio mortale in Puglia dall'inizio dell'anno
Hic et Nunc

San Nunzio Sulprizio, patrono degli invalidi e delle vittime del lavoro: le celebrazioni

Dal 2 al 5 maggio si svolgono, al rione Collebasso, i festeggiamenti in onore di San Nunzio Sulprizio, a cura della parrocchia omonima guidata da don Giuseppe Carrieri. Giovedì 2, 14.mo anniversario della dedicazione della chiesa, alle ore 19 si terrà la santa messa con omelia di don Paolo Martucci cui seguirà alle ore 20 […]

Per la festa patronale, mercoledì 1 maggio, il San Cataldo Special Tour

Nella mattinata del primo maggio, nell’ambito dei festeggiamenti patronali in onore di San Cataldo, Symbolum ets ed Ethra scrl propongono gratuitamente il “San Cataldo Special Tour”, con un’apertura straordinaria di tutte le chiese della città vecchia.  I visitatori saranno guidati alla scoperta dei luoghi simbolo della cristianità nella città vecchia da archeologi e storici che approfondiranno i temi […]

Ex Ilva: si faranno i forni elettrici
Sul piano si tratta... aspettando i privati

Il confronto tra governo e sindacati a Palazzo Chigi ha delineato una prospettiva del nuovo piano industriale per l’Ex Ilva di Taranto, destinato a completarsi nel 2027. Esso prevede sia la ripresa della produzione nei primi due altoforni, 1 e 2, attualmente fermi e la costruzione di due forni elettrici, nell’ambito dei programmi di transizione […]
Media
01 Mag 2024
newsletter