L’Italia che vuole crescere ha forte bisogno di manodopera specializzata, che non si trova. Oltre 400.000 sono le richieste in vari settori, soprattutto nella ristorazione. Qui dei circa 178.000 addetti richiesti, oltre 100.000 non si trovano affatto e non ci sono prospettive, sia perché non vi sono lavoratori interessati al settore, sia perché la diminuzione progressiva della popolazione crea un gap crescente. Chi parla di investire sul turismo fantastica. È evidente che la mancanza di personale impedisce lo sviluppo delle imprese. Stiamo parlando di richieste presentate ufficialmente, che escludono cioè ricorso al lavoro nero, che sussiste per varie per ragioni, anche per puro razzismo.

Il problema della richiesta di manodopera non riguarda solo l’Italia, naturalmente, ma un un po’ tutti i paesi europei. Solo che altri, come la Germania, lo affronta da anni avendo superato un tabù che in Italia invece sussiste e viene alimentato da ampi settori della politica, ma anche dell’economia: la Germania, infatti, da anni forma i richiedenti asilo, insegna loro la lingua, il mestiere e li avvia al lavoro con una formazione acquisita.

In Italia, invece, si continua a strumentalizzare le ingiustificate manie xenofobe, e invece di sfruttare la possibilità offerta dei richiedenti asilo, si inventano nuove leggi assurde, come il decreto Cutro, che trasforma gli stranieri in una palla al piede, anche se di loro c’è grande bisogno, proprio a causa della diminuzione delle popolazione e dell’indisponibilità degli italiani a fare quei lavori. Non abbiamo baristi e camerieri, ma invitiamo le imprese del settore a utilizzarli come lavoratori in mero non avendoli dotati di professionalità e di capacità linguistiche, così come non abbiamo operai specializzati, saldatori, montatori meccanici, artigiani, autisti e così via.

Così in Germania

Ebbene, in Germania, a partire da 3 mesi dall’arrivo, i richiedenti asilo partecipano all’Ausbildung, sistema di formazione professionale tedesco che dura dai due ai tre anni e mezzo e prepara per 330 professioni con un costo a tirocinante di 15.300 euro all’anno. La spesa è sostenuta quasi interamente dalle imprese private, lo stato contribuisce in maniera quasi irrilevante. Attualmente sono in 40.329 i partecipanti a questo programma che prevede anche la concessione di un permesso speciale. Questo consente di rimanere in Germania per la durata della formazione e potenzialmente più a lungo.

…Così in Italia

L’Italia, che ha appena soppresso l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, ha abolito i corsi di lingua italiana, indispensabili per ottenere il permesso di soggiorno, preferisce tenere inutilizzati i migranti o lasciarli alla mercé di profittatori e mafie. E sceglie di spendere un mare di soldi per parcheggiarne poche migliaia in Albania.

Eppure di esperienze positive anche in Italia, grazie ai programmi europei, che ne sono già stati e oggi c’è chi, come l’imprenditore Pizzarotti, ha proposto al governo un progetto per la formazione di circa 2.500 richiedenti asilo attraverso 100 corsi che attiverebbe con la propria azienda. Ma il governo non ha mai risposto alla sua richiesta.

L’ondata irrazionale e immotivata di razzismo che è alimentata da taluni, alla lunga danneggerà il nostro paese, che avrà presto difficoltà a produrre ma soprattutto a pagare le pensioni.