Politica italiana

Approvata in prima lettura la legge di revisione costituzionale per l’elezione diretta del presidente del Consiglio

foto Marco Calvarese-Sir
19 Giu 2024

di Stefano De Martis

Il Senato ha approvato con 109 voti a favore in prima lettura la legge di revisione costituzionale che introduce il cosiddetto premierato. In estrema sintesi, si tratta dell’elezione diretta del presidente del Consiglio a cui vengono attribuiti nuovi e assai più estesi poteri, in particolare in materia di scioglimento delle Camere. È la “madre di tutte le riforme”, per usare le parole della stessa Giorgia Meloni, e in effetti gli otto articoli in questione sono potenzialmente destinati a cambiare profondamente gli assetti istituzionali della Repubblica, modificando in pratica la forma di governo disegnata dalla Costituzione del 1948. Per entrare in vigore il testo dovrà essere approvato anche dalla Camera e successivamente, a distanza di almeno tre mesi, ri-approvato da entrambi i rami del Parlamento. Se non sarà raggiunto il quorum dei due terzi sarà possibile chiedere un referendum e l’ipotesi è considerata inevitabile in assenza di un’intesa con l’opposizione.
Vediamo i passaggi principali del testo uscito da Palazzo Madama. L’art.5, che riscrive l’articolo 92 della Costituzione, è quello centrale e caratterizzante. In esso si afferma che “il presidente del Consiglio è eletto a suffragio universale e diretto per cinque anni, per non più di due legislature consecutive, elevate a tre qualora nelle precedenti abbia ricoperto l’incarico per un periodo inferiore a sette anni e sei mesi. Le elezioni delle Camere e del presidente del Consiglio hanno luogo contestualmente”. “La legge – afferma ancora il testo – disciplina il sistema per l’elezione delle Camere e del presidente del Consiglio, assegnando un premio su base nazionale che garantisca una maggioranza dei seggi in ciascuna delle Camere alle liste e ai candidati collegati al presidente del Consiglio, nel rispetto del principio di rappresentatività e di tutela delle minoranze linguistiche. Il presidente del Consiglio è eletto nella Camera nella quale ha presentato la candidatura. Il presidente della Repubblica conferisce al presidente del Consiglio dei ministri eletto l’incarico di formare il Governo e nomina, su proposta del presidente del Consiglio, i ministri”. Come si può notare non sono indicate le modalità di elezione, rinviate a una successiva legge ordinaria, e soprattutto non è esplicitata una soglia minima di consensi necessari per far scattare il premio di maggioranza. Questo è un aspetto fortemente criticato dalle opposizioni che comunque contestano tutto l’impianto della riforma.
Un emendamento presentato dallo stesso esecutivo, il 7.900, regola le procedure nell’eventualità di una crisi, con l’intento di evitare i cambi di maggioranza (nel gergo giornalistico “ribaltoni”) e la formazione di governi “tecnici”. Il testo modifica radicalmente le attuali procedure. Eccolo: “In caso di revoca della fiducia mediante mozione motivata, il presidente del Consiglio eletto rassegna le dimissioni e il presidente della Repubblica scioglie le Camere. Negli altri casi di dimissioni, il presidente del Consiglio eletto, entro sette giorni e previa informativa parlamentare, ha facoltà di chiedere lo scioglimento delle Camere al presidente della Repubblica, che lo dispone. Qualora il presidente del Consiglio eletto non eserciti tale facoltà, il presidente della Repubblica conferisce l’incarico di formare il Governo, per una sola volta nel corso della legislatura, al presidente del Consiglio dimissionario o a un parlamentare eletto in collegamento con il presidente del Consiglio. Nei casi di decadenza, impedimento permanente o morte del Presidente del Consiglio eletto, il presidente della Repubblica conferisce l’incarico di formare il Governo, per una sola volta nel corso della legislatura, a un parlamentare eletto in collegamento con il presidente del Consiglio”.
Altri cambiamenti riguardano l’eliminazione della nomina dei senatori a vita, l’elezione del presidente della Repubblica (è sufficiente la maggioranza assoluta a partire dal sesto scrutinio, non dopo il terzo com’è attualmente) e la possibilità di scioglimento delle Camere anche durante il “semestre bianco” del Quirinale qualora tale atto sia “dovuto” (in sostanza se richiesto dal premier sfiduciato o dimissionario). Vengono inoltre precisati i casi in cui gli atti del presidente della Repubblica non richiedono la controfirma del governo: “La nomina del presidente del Consiglio dei ministri, la nomina dei giudici della Corte costituzionale, la concessione della grazia e la commutazione delle pene, il decreto di indizione delle elezioni e dei referendum, i messaggi alle Camere e il rinvio delle leggi”.
La riforma si applicherà “a decorrere dalla data del primo scioglimento o della prima cessazione delle Camere successivi all’entrata in vigore della disciplina per l’elezione del presidente del Consiglio dei ministri e delle Camere”. Quindi non in questa legislatura.

VISITA IL MENÙ DEL GIUBILEO

Leggi anche
Editoriale

Agghiaccianti safari di guerra

Il primo a darne notizia fu il Corriere della Sera, nel marzo del ’95, in un articolo di Venanzio Postiglione. Una notizia agghiacciante: la denuncia di Gianni Tognoni, segretario generale del Tribunale permanente dei popoli – un tribunale di opinione internazionale finalizzato alla promozione dei diritti umani – che, nel corso della prima sessione del […]

La Grande Mela va controcorrente

In questa circostanza, la frase è indicata. “Non lo ha visto arrivare nessuno, veramente nessuno!”. Nelle elezioni del sindaco di New York City di martedì della scorsa settimana, oltre il cinquanta per cento degli elettori ha votato per il democratico socialista Zohran Mamdani – ugandese di nascita, naturalizzato statunitense, figlio di un antropologo e di […]

Prima la guerra, ora a pezzi il diritto

La prima volta fu il 13 settembre del 2014, nell’omelia della Messa celebrata al Sacrario di Redipuglia nel centenario dell’inizio della prima guerra mondiale. Papa Francesco non utilizzò espressioni vaghe: “Anche oggi, dopo il secondo fallimento di un’altra guerra mondiale, forse si può parlare di una terza guerra combattuta “a pezzi”, con crimini, massacri, distruzioni […]
Hic et Nunc

Test sul diabete alla Gesù Divin Lavoratore

‘Diabete, no grazie’ è l’iniziativa sanitaria che si terrà domenica 16 novembre alla chiesa di Gesù Divin Lavoratore, al quartiere Tamburi, a cura di Lions Club Taranto Poseidon distretto 108AB. La diagnosi precoce e prevenzione si baserà sulla misurazione glicemia (attraverso un test rapido capillare) con consulenza medica a cura della dott.ssa Eleonora Devangelio. Attivo […]

‘Profezie di pace’, mostra alla San Giuseppe Moscati

“Dentro questo mare di odio, di guerre, dolore e paura, serve essere capaci di vedere le realtà belle, di cercare le persone che spendono la propria vita per qualcosa di bello: sono i risorti di oggi che ti dicono che c’è ancora luce”. Prendendo spunto dalle parole del card. Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei […]

‘La bisaccia di Sant’Egidio’ per i poveri del quartiere Tramontone

Sabato 15 novembre la confraternita di Sant’Egidio attuerà la raccolta alimentare per i bisognosi del quartiere Tramontone al ‘Residence Pezzavilla’ dalle ore 9 alle 15. Questa la presentazione dell’iniziativa di solidarietà da parte del priore del sodalizio, Pino Lippo. Il nostro concittadino fra Egidio, canonizzato da Giovanni Paolo II nel giugno del ’96, per più […]
Media
16 Nov 2025