Gli 800 anni del Cantico delle creature:
l’attualità di un messaggio senza tempo

Ad Assisi, ha avuto luogo l’apertura ufficiale dell’ottavo centenario del Cantico delle creature, uno dei primi esempi della poesia scritta in volgare. Un’occasione per celebrare il creato, imparare a custodirlo e riflettere sul rapporto tra uomo e natura.
La cerimonia d’apertura, organizzata dalla Conferenza della famiglia francescana, in collaborazione con le diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e Foligno, guidate dal vescovo mons. Domenico Sorrentino, e la città di Assisi, si è sviluppata in due momenti: il primo, nel Santuario di San Damiano, scelta simbolica in quanto luogo di ispirazione della maggior parte del cantico, presieduta fra Francesco Piloni, ministro provinciale dei frati minori di Umbria e Sardegna. È stata letta la Compilazione di Assisi, fonte preziosa per la conoscenza del santo e del contesto storico e culturale in cui egli operò, seguita da una liturgia della parola e dall’intervento del ministro generale dei frati minori, fra Massimo Fusarelli, dal ministro generale dei frati minori conventuali, fra Carlos Alberto Trovarelli, e dal ministro generale dell’ordine francescano secolare, Tibor Kauser.
Il secondo momento si è svolto al Santuario della spogliazione, nella Chiesa di Santa Maria maggiore, ove il Poverello di Assisi ricevette il Battesimo, e scrisse nel vescovado le ultime due strofe del cantico. Lì, la lettura di due stralci della Compilazione, in particolare quelli dedicati all’ultima parte del cantico a cui è seguita la lettura del messaggio del presidente della Conferenza francescana internazionale dei fratelli e delle sorelle del Terz’ordine regolare, suor Frances Marie Duncan, del ministro generale del Terz’ordine regolare, fra Amando Trujillo Cano, del ministro generale dei frati minori cappuccini, fra Roberto Genuin, e l’intervento finale di mons. Sorrentino.
Il Cantico rappresenta una lode, nonché un ringraziamento a Dio per la creazione del mondo; un inno alla bellezza e dell’utilità delle creature, ma anche alla sofferenza e alla morte quali esperienze di vicinanza con Dio. L’opera è per intero un richiamo agli argomenti tipici della spiritualità francescana: il richiamo a Dio padre amoroso delle sue creature, l’armonia del Creato quale immagine della perfezione di Dio, la fratellanza universale e la necessità della pace, l’accettazione dei doni di Dio, la sofferenza come strada per raggiungere la vita eterna.
I valori della fraternità e dell’amore per il Creato sono stati fonti di ispirazione per le lettere encicliche Laudato sì (2015) sulla cura del creato e la custodia della casa comune, e Fratelli tutti (2020) sulla promozione della pace della relazione armoniosa tra i popoli, e i principi di fraternità universale e dialogo incarnati da San Francesco. Ancora oggi, valori francescani come l’umiltà e il servizio nei confronti del prossimo, sono rilevanti e influenzano positivamente l’impegno sociale ed ecologico della Chiesa.
Il senso profondo di questo centenario si trova proprio nella lettura approfondita del Cantico, che nel tempo della complessità, ci rivela la sua attualità. L’eredità spirituale di San Francesco, presente tra le righe del Cantico, è portatrice di un messaggio di speranza che si configura come un invito ad un impegno continuo nella ricerca della pace e nella custodia del dono del Creato e di tutto ciò che esso rappresenta.
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