Settimana della Fede: il consuntivo dell’arcivescovo Miniero e di mons. Gino Romanazzi

24 Mar 2025
di Angelo Diofano
Venerdì sera in Concattedrale la concelebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo mons. Ciro Miniero con i sacerdoti della diocesi ha concluso la 53ª edizione della Settimana della fede che ha avuto come tema ‘La cultura dell’incontro’.
“È stata una settimana all’ombra del grande tema dell’incontro – ha commentato mons. Ciro Miniero –. Si tratta di una parola semplice ma molto impegnativa e ce ne rendiamo conto giorno dopo giorno quanto sia difficile vivere le relazioni, soprattutto nell’accogliere l’altro nella propria esistenza. Questi giorni ci hanno aiutato a entrare ancora di più in questa logica, tutti uniti nell’esperienza della gioia dell’incontro”. “Particolarmente toccante – ha continuato – è risultato quanto vissuto giovedì sera, nelle parole di coloro che hanno contatto con le persone in difficoltà, che vivono l’esperienza del carcere e della guerra in Medio Oriente. Tali racconti hanno veramente toccato i nostri cuori, mettendo veramente il tema della Settima della fede al centro della nostra attenzione portando il loro vissuto. L’incontro eucaristico di venerdì sera racchiude tutto ciò. Nell’eucarestia infatti si rinnova la volontà di accogliere e di andare incontro all’altro”.
“Da questa ‘Settimana’ scaturiscono dei messaggi importanti che vanno tenuti fortemente in considerazione – ha evidenziato mons. Miniero –. Il primo è che non dobbiamo dare tutto per scontato: l’incontro non è una realtà che nasce automaticamente ma che va costruita di giorno in giorno nell’accoglienza dell’altro. E allora questo deve avvenire a tutti i livelli, non solo in quello religioso. Dobbiamo infatti essere sempre aperti a tutti e non solo verso coloro che varcano le soglie dei nostri luoghi, ma proprio a tutti: dovunque noi viviamo e ci rechiamo dobbiamo sempre essere persone aperte e capaci di inclusione. E teniamo presente che anche nella realtà civile è nell’incontro e non nello scontro che si costruisce il bene comune. L’incontro va alimentato attraverso opere significative di pace e di serenità perché ognuno possa fare la propria esperienza e dare il suo apporto alla costruzione del bene di tutti. E non va dimenticato che l’altro, per noi cristiani, è Gesù che bussa ai nostri muri”.
“Da questa ‘Settimana’ scaturiscono dei messaggi importanti che vanno tenuti fortemente in considerazione – ha evidenziato mons. Miniero –. Il primo è che non dobbiamo dare tutto per scontato: l’incontro non è una realtà che nasce automaticamente ma che va costruita di giorno in giorno nell’accoglienza dell’altro. E allora questo deve avvenire a tutti i livelli, non solo in quello religioso. Dobbiamo infatti essere sempre aperti a tutti e non solo verso coloro che varcano le soglie dei nostri luoghi, ma proprio a tutti: dovunque noi viviamo e ci rechiamo dobbiamo sempre essere persone aperte e capaci di inclusione. E teniamo presente che anche nella realtà civile è nell’incontro e non nello scontro che si costruisce il bene comune. L’incontro va alimentato attraverso opere significative di pace e di serenità perché ognuno possa fare la propria esperienza e dare il suo apporto alla costruzione del bene di tutti. E non va dimenticato che l’altro, per noi cristiani, è Gesù che bussa ai nostri muri”.
Infine un invito ai nostri sacerdoti: “A loro dico non scoraggiamoci nel continuare l’opera di evangelizzazione e di missione che portiamo nelle nostre comunità e nei nostri paesi, non scoraggiamoci dinanzi ai cuori chiusi e sforziamoci di testimoniare sempre, con l’apertura della nostra vita, quel valore alto che è Gesù Cristo, che è l’incontro fra Cielo e Terra e l’incontro per ogni persona”.

Questo, inoltre, il commento di mons. Gino Romanazzi, vicario episcopale per la pastorale e organizzatore, come delle precedenti, di questa 53ª edizione della Settimana della fede: “È sempre un avvenimento meraviglioso perché ci ritroviamo a incontrarci. Il fatto stesso di incontrarci costituisce una considerevole possibilità di poter continuare l’incontro e il dialogo per il bene comune e di essere una promessa di salvezza per quello che il mondo in questo momento ci sta prospettando. Il mondo infatti ci fa vedere il conflitto e invece noi siamo per la proposta di Cristo, nell’esperienza della comunione e dell’incontro, della riconciliazione e della pace, di poter sempre ricominciare quello che Gesù ha voluto nella sua vita terrena, chiedendo al Padre che tutti «siano una sola cosa perché il mondo creda» (Gv 17,21)”.
Le foto sono state scattate da G. Leva
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