Conclave

Conclave 2025: un collegio universale con 135 cardinali elettori

foto Ansa-Sir
30 Apr 2025

di Riccardo Benotti

Saranno 135 i cardinali elettori chiamati, a partire dal 7 maggio, a eleggere il 267° successore di Pietro. Si tratta del numero ufficiale stabilito alla vigilia del Conclave, al netto di eventuali defezioni personali. Due cardinali hanno già fatto sapere che non parteciperanno per motivi di salute. L’Europa, con 53 membri, mantiene una posizione predominante, pari al 39% del collegio, ma il Conclave del 2025 si annuncia come il più universale della storia recente. Cresce il peso delle giovani Chiese di Asia e Africa, mentre l’America si conferma una realtà dinamica e variegata, capace di interpretare le sfide della modernità. L’Italia continua a essere il Paese con il maggior numero di elettori: 17 cardinali, pari al 12,6% del totale. Seguono gli Stati Uniti, con 10 elettori, e il Brasile, con 7. A livello continentale, dopo l’Europa si collocano l’Asia con 23 elettori (17%), l’Africa con 18 (13,3%), l’America del Sud con 17 (12,6%), l’America del Nord con 16 (11,8%) e l’Oceania e l’America Centrale con 4 elettori ciascuna (3%).

 

 

Un collegio rinnovato

Il collegio si presenta profondamente rinnovato: l’80% dei cardinali elettori (108 su 135) sono stati creati da papa Francesco. Solo 22 portano la firma di Benedetto XVI e 5 quella di Giovanni Paolo II. Il collegio rispecchia così l’evoluzione geografica ed ecclesiale impressa durante il pontificato di Francesco, con una maggiore rappresentanza di Chiese emergenti. L’età media dei cardinali elettori si attesta attorno ai 72 anni, in linea con quella dei conclavi precedenti. Il più giovane ha 45 anni, mentre il più anziano ne ha 79. Entrambi potranno votare, poiché l’esclusione avviene solo al compimento degli 80 anni. Va ricordato che, pur essendo 135 i cardinali aventi diritto al voto, due hanno già fatto sapere che non parteciperanno per motivi di salute.

 

 

Un Conclave planetario

Un dato curioso riguarda la distanza geografica: il cardinale che arriverà da più lontano proviene dall’Oceania, precisamente da Melbourne. È la dimostrazione della portata realmente planetaria del Conclave. Nonostante il piccolo numero di elettori (solo 4), l’Oceania testimonia la presenza cattolica ai confini estremi del mondo abitato. Anche la distribuzione territoriale offre spunti interessanti. Alcuni Paesi europei, come Belgio, Croazia, Bosnia, Lituania, Svezia, Serbia, Olanda e Ungheria, saranno rappresentati da un solo cardinale. Una situazione che evidenzia l’ampia diffusione geografica della Chiesa anche in contesti di minoranza. In Asia spiccano le Filippine e l’India, mentre in Africa la presenza è più equilibrata, suddivisa tra diversi Paesi in rapida crescita demografica ed ecclesiale.

 

 

Il calo europeo

L’Europa, che rappresenta oggi il 39% del collegio, registra una significativa diminuzione rispetto ai conclavi precedenti: nel 2005 i cardinali europei erano circa il 50% degli elettori (58 su 115), salirono al 52% nel 2013 (60 su 115). È il segno di una Chiesa che, senza rinnegare le proprie radici storiche, riconosce con realismo il baricentro missionario spostarsi verso il Sud e l’Est del mondo. Il prossimo Conclave sarà dunque segnato da una pluralità di voci: dall’America Latina alle periferie africane, dalle metropoli asiatiche agli antichi centri europei. Sarà questo mosaico di esperienze ecclesiali e culturali, sotto l’azione dello Spirito Santo, a guidare l’elezione del nuovo pontefice. Una scelta che, ancora una volta, sarà chiamata a parlare a tutto il mondo.

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