La missione educativa tra attualità e necessità
L’udienza di Leone XIV con i Fratelli delle scuole cristiane
Nell’udienza con i Fratelli delle scuole cristiane, ricevuti giovedì 15 maggio, nella sala Clementina, papa Leone XIV ha messo in luce la necessità di proseguire una missione educativa animata da creatività, dedizione ed ispirazione evangelica, in risposta alle sfide che i giovani del nostro tempo devono affrontare.
Nel 75°anniversario della proclamazione di San Giovanni Battista de La Salle come ‘patrono celeste di tutti gli educatori’, effettuata da Pio XII il 15 maggio del 1950, in coincidenza con il terzo centenario dalla promulgazione della Bolla In apostolicae dignitatis solio, con cui papa Benedetto XIII approvò l’istituto religioso dei Fratelli delle scuole cristiane e la loro Regola, il pontefice ha sottolineato l’impegno profuso nella formazione dei giovani, da parte di una realtà educativa che ancora oggi porta avanti con dedizione, fedeltà e spirito di sacrificio, in diverse parti del mondo, un compito tutt’altro che semplice.
Il punto di partenza del discorso del pontefice è la riflessione su due aspetti della storia dell’Istituto, che egli ritiene cruciali per garantirne la continuità, ovvero “l’attenzione all’attualità e la dimensione ministeriale e missionaria dell’insegnamento nella comunità”.
Un nuovo paradigma educativo, quello introdotto da de La Salle, nato proprio da un’esigenza, da una richiesta d’aiuto ricevuta dal santo, da parte del laico Adriano Nyel, che aveva delle difficoltà a tenere delle scuole per poveri: “Il vostro fondatore riconobbe nella sua richiesta di aiuto un segno di Dio, accettò la sfida e si mise al lavoro. Così, al di là delle sue stesse intenzioni e aspettative, diede vita a un sistema d’insegnamento nuovo: quello delle scuole cristiane, gratuite e aperte a chiunque. Tra gli elementi innovativi da lui introdotti in questa rivoluzione pedagogica ricordiamo l’insegnamento rivolto alle classi e non più ai singoli alunni; l’adozione, come lingua didattica, al posto del latino, del francese, accessibile a tutti; le lezioni domenicali, a cui potevano partecipare anche i giovani costretti a lavorare nei giorni feriali; il coinvolgimento delle famiglie nei percorsi scolastici, secondo il principio del ‘triangolo educativo’, valido ancora oggi. Così i problemi, man mano che si presentavano, invece di scoraggiarlo, lo hanno stimolato a cercare risposte creative e a inoltrarsi in sentieri nuovi e spesso inesplorati”.
E allora, il Papa, partendo da questa consapevolezza, invita tutti gli operatori coinvolti a porsi delle domande: “Quali sono, nel mondo giovanile dei nostri giorni, le sfide più urgenti da affrontare? Quali i valori da promuovere? Quali le risorse su cui contare?”
I giovani di oggi, “vulcani di vita”, pieni di stimoli, idee, accesso a informazioni e conoscenze illimitate, oltre ogni limite spazio-temporale. Tante le risorse, ma anche i pericoli; di qui la necessità di essere per loro delle guide, poiché “Hanno però anche loro bisogno di aiuto, per far crescere in armonia tanta ricchezza e per superare ciò che, pur in modo diverso rispetto al passato, ne può ancora impedire il sano sviluppo”.
E ancora, ha sottolineato il Papa: “Pensiamo all’isolamento che provocano dilaganti modelli relazionali sempre più improntati a superficialità, individualismo e instabilità affettiva; alla diffusione di schemi di pensiero indeboliti dal relativismo; al prevalere di ritmi e stili di vita in cui non c’è abbastanza posto per l’ascolto, la riflessione e il dialogo, a scuola, in famiglia, a volte tra gli stessi coetanei, con la solitudine che ne deriva”.
Ecco che l’esempio di San Giovanni de La Salle si trasforma in un modello per accogliere le nuove sfide del nostro tempo, un’opportunità che gli insegnanti sono invitati a cogliere “per esplorare vie, elaborare strumenti e adottare linguaggi nuovi, con cui continuare a toccare il cuore degli allievi, aiutandoli e spronandoli ad affrontare con coraggio ogni ostacolo per dare nella vita il meglio di sé, secondo i disegni di Dio”.
Infine, non meno importante, la singolarità della missione del docente lasalliano che da sempre vive il suo compito “ministero e missione, come consacrazione nella Chiesa”.
San Giovanni de La Salle scelse come docenti non sacerdoti, bensì ‘fratelli’ laici, il cui impegno fosse dedicato, con l’aiuto di Dio, all’educazione dei giovani. Si trattò di una novità all’interno della Chiesa del tempo: i laici, attraverso l’insegnamento e la catechesi, iniziarono ad esercitare un vero e proprio ministero, in cui educazione ed evangelizzazione andavano di pari passo.
“Evangelizzare educando ed educare evangelizzando”, ecco il principio che Leone XIV richiama, seguendo scia di papa Francesco e mettendo in luce la necessità di una ‘sinergia’ tra tutte le “componenti formative”.
Partire dalle sfide, dalla complessità, per costruire nuove vie, trasformando le criticità in opportunità, alla luce di quella speranza attiva, mai ferma, sempre tesa verso il bene, verso l’uomo. Affinché ciò possa essere possibile, per orientare le nuove generazioni, donando loro speranza autentica, è necessario che ognuno faccia la propria parte, alla luce di quella, vocazione educativa, guidata dall’amore per l’uomo e per la verità, che ci invita ad essere guida per la piena realizzazione del prossimo.
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