Lavoro

Ma l’ex Ilva si può ancora salvare? Da lunedì il pressing. In arrivo 5 miliardi

22 Mag 2025

di Silvano Trevisani

Ma si può ancora salvare l’ex Ilva? L’incontro svoltosi a Palazzo Chigi mentre i lavoratori scioperavano manifestando davanti alla portineria e bloccando per quasi due ore il traffico sulla statale, ha disegnato un quadro piuttosto oscuro della situazione. Semplicemente non aggiungendo niente di nuovo a quello che è già noto: l’incendio all’Afo1 ha reso molto più complicato il percorso di “rinascita” dell’azienda siderurgica.

La criticità

Ma si scoprono, anzi, urgenze finora trascurate, a cominciare dalla necessità di decidere subito se a Taranto può attraccare la nave rigassificratrice per fornire il gas indispensabile ai forni elettrici. Senza di essa si vanificherebbe il progetto e forse anche l’approdo in Italia di Baku Steel, l’azienda azera interessata all’acquisto di Adi. A palazzo Chigi i sindacati dei metalmeccanici hanno chiesto risposte e garanzie.

Per ora non ci sono, anche se il governato della Puglia Emiliano ha preannunciato il suo sì al rigassificatore, e il tavolo viene aggiornato all’inizio della prossima settimana.

5 miliardi di Urso

Ma emerge che il ministro Urso sarebbe comunque alla ricerca di 5 miliardi di euro (“due miliardi di prestiti bancari garantiti dalla Sace e tre miliardi di contributi pubblici”) per salvare e rilanciare lo stabilimento, ma resterebbe contrario alla nazionalizzazione. Anzi le nuove risorse concorrerebbero con quelle azere a favorire l’autonomie.

Le variabili sono tante ma, se ciascuno fa la sua parte fino in fondo la situazione non è ancora definitivamente compromessa. È quello che sostiene il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. “Il momento è particolarmente drammatico ma ci assumiamo fino in fondo la responsabilità di governare questa crisi. Non rifuggiamo anche se – sostiene – tante delle cose successe non dipendono dalle nostre scelte dobbiamo individuare delle vie d’uscita”.

Il futuro

Bisogna garantire il futuro dell’acciaio, l’occupazione, l’ambiente e la sicurezza mentre la cig pende già su 4mila lavoratori. Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria nei giorni scorsi ha comunicato ai sindacati la richiesta di cassa integrazione per 3.926 lavoratori, di cui 3.538 nello stabilimento di Taranto, dopo il dimezzamento della produzione in seguito al sequestro disposto dalla procura dell’altoforno 1ì.

Ma per le segreterie nazionali di Fim Fiom Uilm salvare l’Ilva è ancora possibile. È quanto scrivono in una nota appena diffusa. Ma è necessario chiarire alcune questioni principali, a partire dalla trattativa con gli azeri: “quanto la concessione dell’AIA, l’approvvigionamento del gas, la condivisione con la Regione Puglia di un piano di decarbonizzazione pesano nello stallo delle trattative con Baku Steel?”.

Le questioni urgenti

Le altre questioni riguardano: la volontà e la possibilità di rispettare il Piano di ripartenza di tutti gli impianti funzionale alla gestione della transizione della produzione a forni elettrici e impianti DRI; la valutazione della annunciata decisione unilaterale dell’amministrazione straordinaria di aumentare i livelli di utilizzo della cassa integrazione. E inoltre: le iniziative su come intende tutelare i lavoratori dell’indotto e di Ilva in AS; la garanzia delle risorse economiche necessarie per gestire la grave situazione in cui versa l’azienda e mantenere la continuità produttiva e la continuità salariale delle lavoratrici e dei lavoratori.

Insomma: secondo i sindacati solo tutelando l’occupazione e garantendo il lavoro può essere garantita la ripartenza, la decarbonizzazione, la salute e sicurezza e l’ambiente.

VISITA IL MENÙ DEL GIUBILEO

Hic et Nunc

ArcheoBimbi al MArTa: piccole guide, grandi scoperte

“Sono due anni che grazie all’adesione del Museo archeologico nazionale di Taranto al Patto educativo di comunità di cui l’istituto Volta è capofila investiamo nel più potente motore di futuro del territorio: i giovani. Lo facciamo rendendoli protagonisti, consegnando a loro stessi le chiavi della tutela e della valorizzazione, aprendo il museo all’innovazione, alla modernità […]

Acciaio: riunione e sciopero mentre si tenta la “diversificazione”

Taranto è in bilico tra presente e futuro. Ancora una volta lo snodo è nella siderurgia, che da sempre è più un problema che una risorsa, ma che finora non ha avuto alternative. Anzi no! Sulla carta di alternative ne ha avuto moltissime, a partire dai vari programmi di reindustrializzazione susseguitisi negli anni e mai […]
Media
22 Mag 2025