Cinema

Il film su Carlo Acutis, Moriarty (regista): “La sua fede è un antidoto alla solitudine”

foto Castletown media
29 Mag 2025

di Riccardo Benotti

“Per Carlo Acutis, l’Eucaristia non è un simbolo, ma il cuore pulsante del reale. È lì che Dio si rende presente, nella concretezza del sacramento”. Tim Moriarty (nella foto), regista e fondatore della nuova piattaforma CREDO, racconta così l’intuizione alla base del documentario “Carlo Acutis. La via al reale”, in uscita il 28 maggio in streaming. Dopo il successo nei cinema americani, dove è diventato il documentario religioso più visto dell’anno, il film sarà distribuito a livello globale su web, dispositivi mobili e smart tv, con sottotitoli in italiano, spagnolo, francese e portoghese. “Attraverso il suo catalogo online dei miracoli eucaristici – spiega – Carlo crea un ponte: invita a uscire dal mondo filtrato degli schermi per entrare nella realtà viva della presenza di Cristo”. Il film segue un gruppo di giovani in pellegrinaggio verso la sua tomba. Ragazzi abituati a passare ore col telefono in mano che scelgono invece il silenzio, l’amicizia, la preghiera: “Mettendo a confronto l’illusione digitale e l’incontro sacramentale, il film mostra come la libertà autentica nasca dalla comunione, non dall’isolamento. Carlo lo aveva compreso: la santità è concreta, quotidiana, incarnata”.

 

 

 

 

Una figura luminosa nella cultura digitale

Nato a Seattle in una famiglia irlandese-cattolica, Moriarty ha studiato filosofia a Boston College, ha vissuto tre anni tra i gesuiti e si è formato come attore a New York. Dopo esperienze in serie come “House of Cards”, “The Blacklist” e “Manifest”, ha fondato Castletown Media. “La filosofia mi ha insegnato a porre le domande giuste – aggiunge -: chi siamo, cosa cerchiamo, cosa ci rende liberi. Il teatro mi ha dato l’empatia. La spiritualità gesuitica, infine, mi ha offerto una bussola: la cura della persona, la ricerca di Dio in tutte le cose, il discernimento come stile di vita”. Il documentario su Carlo ha colpito anche chi non ha un riferimento esplicito alla fede:

“Credo che abbia toccato una ferita collettiva. Viviamo in un’epoca in cui gli adolescenti passano ore e ore sui social e confessano solitudine e tristezza. Carlo era sereno, generoso, vicino ai poveri. La sua figura offre un’alternativa concreta e luminosa. Il pubblico americano ha colto questo contrasto. E questo ha riacceso una speranza profonda”.

CREDO, una piattaforma per scelte consapevoli

Da questa visione è nata CREDO, piattaforma streaming per contenuti ispirati alla fede, fondata da Moriarty. Il modello è semplice: niente abbonamenti, contenuti on demand, pagamento singolo. “CREDO nasce dal desiderio di spezzare la logica del consumo passivo. Oggi siamo abituati a guardare senza scegliere, a lasciarci trascinare dall’algoritmo. Con CREDO vogliamo l’opposto: ogni visione dev’essere una decisione, un atto di discernimento.

Non ci limitiamo all’intrattenimento. Vogliamo che i film diventino occasioni di riflessione, di apertura al mistero. Che aiutino a tornare alla comunità, alla liturgia, al servizio. Il nostro scopo è riabituare lo sguardo all’essenziale”.

Tra i prossimi contenuti, anche “Leone XIV: il cammino di un Pontefice”, film sul nuovo Papa: “Come Leone XIII parlava alla società industriale del suo tempo, oggi Leone XIV parla a una società digitale, cercando di salvare la dignità umana dal dominio tecnologico. È un Papa che invita a riscoprire la meraviglia”.

Una narrazione che semina in profondità

Il cinema cattolico, secondo Moriarty, ha una responsabilità decisiva: seminare nel tempo: “Oggi il compito del cinema cattolico non è reagire all’attualità, ma seminare nella profondità. I contenuti effimeri cercano clic, ma non formano. Noi vogliamo costruire racconti che restino: che tocchino il cuore, che spingano all’azione. Se un film riesce a far spegnere un telefono, a far riscoprire la comunità, a far cercare Dio nella preghiera… allora ha compiuto il suo scopo. Ci ha ricordato che ciò che conta davvero non si misura in visualizzazioni, ma in trasformazioni”. Una visione controcorrente, radicata nella bellezza e nella verità, che invita ogni spettatore a tornare a ciò che è essenziale: la relazione, la presenza, la fede vissuta.

 

Chi è Carlo Acutis

Nato a Londra nel 1991 e cresciuto a Milano, Carlo Acutis ha vissuto una fede profonda fin da bambino. Appassionato di informatica, ha usato il web per evangelizzare, realizzando un catalogo online dei miracoli eucaristici riconosciuti dalla Chiesa. Amava l’Eucaristia, che definiva “la mia autostrada per il cielo”, e si donava con generosità verso i poveri e i compagni in difficoltà. Colpito da una leucemia fulminante, è morto nel 2006 a soli 15 anni. Le sue spoglie sono custodite ad Assisi, nel Santuario della Spogliazione. È stato beatificato il 10 ottobre 2020. È considerato il primo “influencer di Dio” della generazione digitale.

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