Sovvenire

A Cerignola, una fabbrica di caramelle che dà speranza ai giovani

13 Giu 2025

di Alba di Palo

Un racconto (che si sdoppia), un obiettivo: raccontare la vita delle comunità cattoliche in Italia a tutto tondo, rappresentando anche le sfaccettature meno note dell’impegno sociale. È questa l’idea alla base di Si vede’ e Si sente’, i due format al debutto da febbraio nel circuito delle emittenti televisive conCoralloTv e radiofoniche Corallo.
Una forma di racconto che non può prescindere da una dimensione collettiva anche in fase di costruzione: la produzione, coordinata da Telebelluno per conCoralloTv, è realizzata con la collaborazione delle emittenti locali del circuito.

‘Si vede – La Chiesa delle persone’ è un viaggio di 50 puntate televisive da 20 minuti ciascuna: un programma, di stampo documentaristico, sta raccontando lo spirito di comunità, i percorsi di redenzione personale, l’impegno nei confronti di chi soffre e di chi lotta contro i pregiudizi, la fede ‘praticata’ delle azioni svolte a servizio del prossimo. Sono storie che raccontano traiettorie positive delle persone e delle comunità.

A emergere è il ruolo sociale del mondo cattolico nella società italiana, anche in termini di servizi alla popolazione, dalle remote periferie montane ai quartieri difficili delle grandi città. Un aspetto che spesso passa sottotraccia, ma che, attraverso i racconti dei protagonisti finalmente “si vede”.

“Si sente – La Chiesa delle persone” sta raccontando le stesse storie in 50 podcast da 5 minuti ciascuno. In questo caso, a guidare l’approfondimento è la voce dell’autore: un modo per valorizzare, accanto alle buone opere, anche il modo in cui il narratore (testimone di testimonianze) vive l’immersione in ciò che ha scelto di raccontare.

In Puglia, con i fondi dell’8xmille, è stata concretizzata un’idea di riscatto e speranza: La fabbrica di Charlie. Ecco la testimonianza trasmessa sul circuito Corallo

 

Poco più grande di un bottone da camicia. Colorata, gustosa e soprattutto ripiena di speranza. Perché le caramelle che nascono ne ‘La fabbrica di Charlie’ a Cerignola, in provincia di Foggia, sono speciali. A lavorarle, sono mani che intendono riscattarsi con zucchero e impegno. “Concretizzano una passione che spero possa essere il mio futuro e quello di tutti i ragazzi che lavorano con me”, spiega con voce emozionata Michele Panebianco. È lui il responsabile del laboratorio della fabbrica realizzata con i fondi dell’8 per mille alla Chiesa cattolica. A volerla è stata la Caritas diocesana da sempre impegnata in opere segno che guardano a un obiettivo preciso: il riscatto. Dei più giovani, dei migranti e della città. Le caramelle lavorate da Michele, Flavius e Martina sotto la supervisione del mastro pasticciere Matteo Perrucci, hanno un nome che per chi ama la musica è un viaggio indietro nel tempo: Frik. Si chiamano così evocando il termine ‘freak’ in voga negli anni Settanta per indicare le persone escluse perché estrose, diverse, o che erano inciampate in qualche errore imperdonabile dal contesto sociale. E la fabbrica è un progetto che guarda a chi oggi è considerato “strano” perché forse è inciampato. I ragazzi che lavorano tra dosatori e fornelli, sono stati segnalati dall’Ufficio servizi sociali minori di Bari e la caramella li prende per mano accompagnandoli in un percorso di reinserimento sociale attraverso il lavoro. Michele, 36 anni di Cerignola, armeggia gelatine e zucchero dopo una tremenda malattia che però gli ha aperto una nuova strada lavorativa: in corsia ha conosciuto don Pasquale Cotugno, responsabile diocesana di Caritas Cerignola e di Caritas Puglia. Con lui ha condiviso la stessa patologia e ora il laboratorio in cui sfrutta il suo passato da panificatore. È convinto però, che seguendo i consigli di Tommaso può diventare un buon esperto nella produzione di caramelle. “Formarli realizza un mio sogno”, spiega Perrucci mentre osserva Flavius e Martina. I due hanno poco meno di 18 anni, e qualche problemino con la giustizia in fase di risoluzione. Entrambi sono “felici di essere qui” e raccontano che andare a lavoro “è diventato divertente perché con i miei colleghi sto bene”, sussurra lei. Chi lavora nella fabbrica “ha un disagio, è una storia di un’esclusione sociale e alcune volte è vittima di un sistema culturale che non dà loro speranza”, aggiunge don Pasquale. La fabbrica di caramelle ha sede nel centro educativo Diorama, gestito dalla cooperativa sociale ‘Charlie fa surf’, braccio operativo della Caritas diocesana di Cerignola-Ascoli Satriano, e co-gestore del progetto.
“Con le caramelle cerchiamo di favorire l’inclusione di adolescenti che hanno avuto problemi con la giustizia e che possono recuperare il rispetto della legalità”, sottolinea Gaetano Panunzio, presidente della cooperativa “Charlie fa surf”. “Spero che per questi ragazzi sia un’esperienza costruttiva sul piano professionale e personale affinché acquisiscano fiducia in loro stessi”.

 

 

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