L’arcivescovo Miniero benedice il nuovo portone del monastero delle clarisse di Grottaglie

“Una porta che si apre diventa soglia di grazia: incontro con Dio, abbraccio di fraternità, respiro di pace. Segno di una comunità che accoglie, si laccia trasformare e vive dello Spirito”. Sono le parole impresse sulla locandina invito che le clarisse del Monastero Santa Chiara di Grottaglie hanno predisposto in vista della la Benedizione del Portone della Chiesa. Venerdì 27 giugno, alle ore 18,30, infatti, il Monastero di Santa Chiara vivrà questo evento di profonda grazia, presieduto dall’arcivescovo Ciro Miniero. Si tratterà di una liturgia della Parola che avrà luogo all’esterno del monastero.
Segnato dal tempo, il vecchio portone era ormai inefficiente e così le clarisse hanno dovuto provvedere alla sua sostituzione, rivolgendosi all’unica ditta di carpenteria in legno che nel territorio fosse in grado di realizzare un’opera così impegnativa: la ditta di Giuseppe Leneve di Carosino. La sua sostituzione diventa, allora, momento di riflessione e di scambio con la comunità locale che da secoli ospita il monastero, punto di riferimento spirituale fondamentale. Per la preghiera e i momenti di approfondimento sui temi della pace e dell’unità dei cristiani. Ma anche per il ruolo che svolgeva nelle funzioni sociali, educative, nella produttività che consentiva alle suore di clausura di portare all’esterno il frutto del loro lavoro.
Un semplice gesto diventa segno: una porta che si apre diventa soglia di luce, di incontro, di pace.
Nel cuore della città, il monastero custodisce la presenza orante e operosa di 14 sorelle, donne appassionate di Dio e dell’umanità, che con amore silenzioso e instancabile fanno del loro “sì” quotidiano un dono per tutti. Attraverso la loro preghiera, il loro ascolto e la loro accoglienza, questo luogo si fa faro spirituale, spazio di grazia che illumina non solo Grottaglie, ma ogni cuore che cerca verità, bellezza e speranza.
Fu, quella delle clarisse, una comunità un tempo numerosa, ma le trasformazioni sociali in atto, se da un lato hanno portato le suore a una maggiore apertura all’esterno, ad esempio con la realizzazione di uno studio medico, gestito dei medici per San Ciro, a disposizione delle persone più disagiate, dall’altro hanno reso più impegnativa la scelta claustrale, come ci conferma la badessa, suor Pierpaola.
“Il mondo è cambiato, si va scristianizzando e questo incide negativamente sulle vocazioni. Tuttavia, ciò che oggi emerge con forza è che la scelta della vita consacrata – tanto maschile quanto femminile – richiede una fedeltà sempre più matura, una libertà interiore profonda e un discernimento lucido e perseverante. In particolare, la clausura femminile non è un rifugio, ma una risposta radicale e luminosa, che interpella nel profondo e diventa segno profetico di amore assoluto e totalizzante”.
Ma ci sono giovani donne che bussando alla vostra porta?
“Non mancano. Però si tratta, in genere, di persone che sono spinte da problemi personali più che da scelte di fede. Alla lunga le motivazioni personali o psicologiche non possono reggere. All’esterno, poi, vi è una sovrabbondanza di falsi profeti che hanno gioco facile, anche se di breve respiro. Solo la scelta dei valori spirituali più autentici può dare una svolta alla vita”.
“Le Clarisse – conclude suor Pierpaola, che abbiamo anche conosciuto e apprezzato per la sensibilità artistica che pone nella realizzazione di icone straordinarie – vi attendono per condividere questo momento, nella preghiera, nella gioia e nello spirito di fraternità”.
(Nelle foto: le clarisse in preghiera al passaggio del Corpus Domini e il nuovo portone)
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