Troppi dubbi e incertezze: slitta l’accordo a Palazzo Chigi sull’acciaio
Voleva chiudere l’accordo di programma in 48 ore, a costo di restare a lavoro ad oltranza, il ministro per le Imprese Adolfo Urso. “Senza un’Aia come quella che deve essere deliberata dalla Conferenza dei servizi sulla sostenibilità anche sul piano sanitario, non soltanto ambientale – aveva dichiarato, riferendosi alla incombente sentenza del tribunale di Milano sulle istanze di chiusura pendenti – la sentenza è già scritta”. Ma ha dovuto scontrarsi con la realtà, fatta di troppe questioni da chiarire e dalla necessità inderogabile di risolvere con equità il problema dell’Aia, l’autorizzazione integrata ambientale, senza la quale non si può andare avanti. E così si è deciso un rinvio al 15 luglio con l’obiettivo di raggiungere un’intesa complessiva entro la prossima settimana.
Alcune novità sarebbero comunque emerse, almeno per quanto riguardala tempistica della decarbonizzazioone, che passerebbe dai 12 anni previsti a 8. Un’altra, da definire con maggior precisione, riguarda i forni elettrici e la produzione di preridotto, per il quale è stata avanzata la richiesta di una nave gassificatrice. Ma l’accordo di programma, dal quale dipende il futuro dello stabilimento e, quindi, anche di Taranto, è ancora tutto da riscrivere.
A mettere in chiaro l’impossibilità di arrivare subito a un accordo era stato, già in apertura d’incontro, il presidente della Puglia Emiliano: “Io escludo che oggi si possa arrivare a una firma, ma si possono fare passi avanti decisivi per arrivarci il più rapidamente possibile, purché questo accordo non sia una presa in giro per la comunità locale”.
“La prosecuzione dell’attività produttiva dello stabilimento, seppur a basso regime, è importante – ha detto Emiliano – perché tiene in piedi il lavoro di migliaia di persone, ma è chiaro che la decarbonizzazione o è veloce ed è convincente per la comunità locale o sarà un problema politico”.
Ma sulla stessa falsariga si era collocato anche il sindaco Bitetti, che era stato forse ancora più netto, dichiarando subito indisponibilità a chiudere come voleva Urso: “è troppo semplice passare la palla così, c’è bisogno di fare un discorso serio sul futuro di un territorio di gente per bene, che ha dato tanto in termini di sacrifici e che merita di essere risarcito. Mi aspetto da un governo serio un ragionamento serio che non scarichi al futuro indeciso centinaia di migliaia di cittadini italiani”.
Resta l’intenzione, da verificare nei fatti, del ministro Urso di presentare il piano nazionale sulla siderurgia entro la pausa estiva. “Se nelle prossime settimane scioglieremo il nodo principale, che è Taranto, prima della chiusura dei lavori parlamentari convocherò al Mimit tutte le associazioni d’impresa e gli interlocutori del settore per presentare il Piano Siderurgico Nazionale. L’obiettivo è ambizioso ma possibile: fare dell’Italia la siderurgia più avanzata d’Europa sul piano green. Un salto qualitativo che richiede visione, investimenti e decisioni rapide da parte di tutti”.
La decarbonizzazione e la tutela occupazione sono i punti fondamentali per le organizzazioni sindacali, che chiedono un tavolo permanente per affrontare con efficacia tutte le questioni
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