Politica internazionale

Dazi, Coldiretti: con incertezza, crolla l’export Made in Italy

22 Lug 2025

L’incertezza legata all’evolversi della situazione e i dazi aggiuntivi minacciati dal presidente statunitense Donald Trump hanno fermato la crescita in valore dell’export agroalimentare italiano negli Stati Uniti, che a maggio è crollata al +0,4%, con risultati peraltro negativi per tutti i prodotti più esportati, dal vino all’olio fino a formaggi e passata. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti su dati Istat diffusa in occasione dell’Assemblea della Coldiretti.
Dopo un primo trimestre dell’anno dove le esportazioni agroalimentari hanno fatto segnare una crescita media in valore dell’11%, da aprile (primo mese di applicazione dei dazi aggiuntivi al 10%), si è passati al +1,3%, per poi scendere ulteriormente a maggio. A pesare – sottolineano da Coldiretti – è anche il fatto che le tariffe aggiuntive sono andate a sommarsi a quelle già esistenti, penalizzando in particolar modo alcune filiere cardine. Attualmente i formaggi pagano un dazio al 25%, il pomodoro trasformato e le marmellate e confetture al 22%, i vini intorno al 15%, la pasta farcita al 16%, secondo l’analisi dell’organizzazione agricola. Il risultato è che a maggio sono calate le esportazioni in valore per alcuni dei prodotti simbolo, dall’olio extravergine d’oliva (-17%) ai formaggi (-4%) fino al pomodoro trasformato (-17%), mentre sul fronte del vino si segnala un recupero del 3% rispetto al dato negativo di aprile.
“La diminuzione dei consumi sul mercato americano non è data solo dall’incertezza dei dazi: c’è l’inflazione in aumento e c’è anche una svalutazione del dollaro nei confronti dell’euro che rende i nostri prodotti più cari”, spiega Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, aggiungendo che “se andiamo a sommare tutto questo al 30% di dazi minacciato ora in particolare sugli alimentari abbiamo un effetto quasi insostenibile per la nostra economia, visto che per l’agroalimentare il mercato Usa è il secondo per importanza a livello globale. Detto ciò, mi pare chiaro che la risposta non possono essere i controdazi bensì un accordo tra pari”. Per Vincenzo Gesmundo, segretario generale di Coldiretti, “serve trovare un accordo che tuteli le nostre imprese senza fare cedimenti sul fronte della qualità e della sicurezza alimentare, con un cambio di passo rispetto a una situazione attuale dove la presidente della Commissione Ue von der Leyen non si è letteralmente vista, incapace di mettere sul piatto le numerose aperture e concessioni fatte agli Usa negli ultimi mesi su molteplici fronti, a partire dal forte aumento del contributo europeo alle spese Nato. Ci ritroviamo così a vivere una situazione paradossale e asimmetrica nei nostri rapporti con l’America che rischia di infliggere un colpo mortale al nostro export”.

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