Inaugurato il Convegno sulla Magna Grecia, cittadinanza onoraria ad Aldo Siciliano
“La Magna Grecia e l’acqua: natura e cultura” è il tema del Convegno internazionale di studi sulla Magna Grecia, la cui cerimonia inaugurale si è svolta nel salone di rappresentanza della Provincia, e che svolgerà da oggi al 28 settembre. Un tema di grande attualità, oltre che di grande interesse storico, che metterà a confronto studiosi provenienti da numerosi Paesi e da varie università italiane.
Sul tema del convegno abbiamo rivolto alcune domande al presidente del comitato scientifico organizzatore, Aldo Siciliano, al quale sarà conferita dal Comune di Taranto, la cittadinanza onoraria per il lavoro svolto in tanti anni, per promuovere la cultura e la ricerca scientifica nel territorio.

Professor Siciliano, il tema scelto, “La Magna Grecia e l’acqua” è un argomento di grande attualità, sia perché si discute animatamente sulle politiche idriche, sia perché stiamo assistendo ad altre iniziative culturali che si vanno svolgendo sul tema.
Proprio così. Recentemente si è svolto anche un grosso convegno relativo all’Etruria, ma è comunque un tema molto sentito. Così, quando c’è stato proposto da qualcuno dei colleghi del comitato scientifico l’argomento, abbiamo accolto con gran favore proprio perché ci è sembrato uno di quegli argomenti che si può affrontare anche con risvolti nell’attualità cioè il problema del paesaggio in relazione all’approvvigionamento idrico. Così si potrà notare che non è un problema di oggi ma questione di sempre, affrontata in maniera diversa e a secondo delle possibilità e delle capacità anche ingegneristiche e quant’altro. Ma è un problema che ha visto sempre l’uomo coinvolto. Soprattutto nella “sitibonda Apulia”, come dicevano i latini, perché qui l’acqua è stata sempre molto scarsa.
Vivere in Puglia era un vero problema, quindi, per la mancanza d’acqua.
Me è incredibile vedere come gli antichi, in particolare gli abitanti della Magna Grecia, affrontavano il problema. Quali tipi di interventi ingegneristici riuscivano a fare le conoscenze e gli strumenti del tempo. A Taranto, ad esempio, è abbastanza ben conservato l’acquedotto del Triglio, che portava l’acqua dalle sorgenti fino a Taranto Teniamo presente che addirittura la tradizione vuole che a Sibari avessero realizzato dei sistemi per portare il vino dalle montagne in pianura. Quindi non portavano solo acqua portavano il vino per cui… accontentavano tutti. Chi dice che l’acqua fa male e chi dice che il vino fa male. Scherzi a parte, dotarsi dell’acqua è stato sempre un problema, che imponeva soluzioni straordinarie.
Insomma: le capacità ingegneristiche del passato, nonostante le limitate conoscenze, sembrano più avanzate delle attuali.
In rapporto ai tempi certamente sì. Progettavano e realizzavano, in tempi ragionevoli, tipi di interventi che noi non potremmo neanche immaginare, se pensiamo che il riferimento va a 2500 anni fa. Uno dice ma è possibile? Non disponevano certo di strutture e materiali avanzati di cui disponiamo oggi.
Guardando ancora al passato. Noi stiamo vivendo un momento di grande difficoltà sul Mediterraneo che era poi il teatro nel quale agivano le civiltà antiche, in particolare, per quel che ci riguarda, greca e romana. Che cosa può insegnare il passato quest’oggi così tormentato?
Che la belligeranza purtroppo è sempre esistita e non facciamo finta, da laudatores temporis acti, che fosse “meglio prima”. La guerra è stata una situazione abbastanza diffusa, sempre. La voglia di impossessarsi dei territori di altri, di intervenire nelle zone più interessanti, più utili, è sempre stata presente. Pur cambiando gli attori,
Insomma: la storia non insegna niente.
Non insegna niente… a chi non vuole imparare!
Sull’argomento del convegno sarà inaugurata una mostra, domani, venerdì 26 alle ore 20, nel MarTà, dal titolo. “Arkè, il principio e l’acqua”. Mentre sabato 27, nell’ex Convento Sant’Antonio, sarà inaugurata la mostra “Nel segno dell’acqua”.
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