Sanità, disoccupazione, qualità della vita: Taranto in fondo alla classifica
La Puglia arretra, Taranto, 101sima nella classifica generale, è penultima nella regione seguita solo da Foggia, che è al posto 104, a quattro scalini dal fondo. Stiamo parlando di qualità della vita e della classifica 2025 stilata dal quotidiano economico “Italia Oggi” (da cui riprendiamo il grafico in alto). La posizione della nostra città, ma vale anche per le altre pugliesi, con l’unica eccezione di Bari, che è 66sima, mentre Lecce è 81sima, è in netto peggioramento. Del resto non dovrebbe essere una sorpresa per chi vive in città o in provincia. La crisi insanabile dell’industria, lo scarsissimo appeal del polo universitario, la condizione pietosa della sanità pubblica, la crisi nella del commercio sono sotto gli occhi di tutti e non bastano certo gli imbellettamenti tesi a esaltare il turismo a migliorare le cose. La classifica dimostra, se mai, che il turismo, anche se favorisce alcune categoria produttive, può peggiorare la qualità della vita di tutti gli altri. A meno che non adegui i suoi servizi specifici, come sembra aver fatto Lecce che pure è soffocata dal turismo.
Proprio ieri sera abbiamo appreso da Report che la Puglia è il fanalino di coda della sanità italiana: impossibilità di prenotare visite specialistiche, pronto soccorso insufficienti e inadeguati, soprattutto con il surplus intollerabile dei mesi estivi, si aggiungono alla povertà in drammatico aumento, come possono ben testimoniare le Caritas parrocchiali ma anche le singole parrocchie.
Taranto, come pure Brindisi e Bat, è tra le province che non raggiungono i 500 punti di media indicativa della classifica della Sanità. Ma non li raggiunge neppure nella classifica della disoccupazione, che è molto alta. Si pensi che a Taranto la disoccupazione “dichiarata” (quella reale è molto più alta!) è del 12,36%, mentre a Pordenone è dell’1,82%! Naturalmente, ai primi posti ci sono solo città del Nord e qualcuna del Centro. Come meravigliarsi che i nostri giovani vadano via per non tornare più!?
Occorrerebbe una visione politica più ampia e non ridotta a poche iniziative autoreferenziali, in cui enti, economici e strumentali, abbozzano iniziative per pochi eletti, in genere già appartenenti alle classi privilegiate. Occorrerebbe battersi di più e meglio per quella “reindustrializzazione” di cui si blatera da decenni e anche dibatterne politicamente, organizzando convegni, dibattiti pubblici e iniziative stringenti con l’ausilio di addetti ai lavori. Non basta moltiplicare festival o rassegne, come per anni hanno fatto le amministrazioni precedenti, che appartengono all’effimero e, se hanno un loro senso, non bastano certo ad elevare la qualità della vita. Che è fatta prima di tutto di lavoro, sostentamento, salute, servizi pubblici, come l’igiene, i trasporti e così via. Allora pensiamo a inaugurare il nuovo ospedale, dotandolo soprattutto di personale; attuiamo i progetti di investimento industriale già presentati per le aree siderurgiche da dismettere; risolviamo il problema Ilva; attrezziamo adeguatamente il polo universitario, il cui futuro è finora solo nelle belle parole degli addetti ai lavori; organizziamo finalmente una raccolta rifiuti da città matura… Vedremo come la qualità della vita migliorerà.
VISITA IL MENÙ DEL GIUBILEO





