Sinner-Alcaraz, con i due fuoriclasse della racchetta non ci si annoia
La vittoria della solidità sulla fantasia. Quella di un essere umano che, rimanendo tale, non sbaglia quasi un colpo. Chiamatela come vi pare: la partita che ha contrapposto Jannik Sinner a Carlos Alcaraz, la finale delle Atp Finals di Torino, è stata l’ennesima perla che questi due fuoriclasse ci hanno fatto in dono. L’ultimo atto di una stagione che per entrambi è stata straordinaria. Anche Carlos, infatti, ha potuto festeggiare. Forse se Jannik non avesse perso tre mesi di gare, a causa della vicenda Clostebol, sarebbe rimasto stabilmente il numero uno nella classifica del ranking. Ma poco importa. Contano i successi, i trionfi che l’altoatesino ha collezionato anche nel 2025. Soprattutto, più della conquista delle Atp Finals (e degli oltre cinque milioni di dollari che ha intascato), conta il successo sul suo grande rivale, che resta avanti nel confronto diretto (10-6).
Sinner–Alcaraz, il testa a testa nel 2025
I due si erano incontrati quest’anno altre tre volte. Tre finali: Roland Garros, Wimbledon, US Open. La prima è stata vinta da Alcaraz. Una partita epica, durata cinque ore e mezza, la finale più lunga nella storia del torneo: lo spagnolo l’ha vinta in rimonta dopo aver perso i primi due set, e dopo aver salvato, nel quarto, 3 match point. Quel ricordo ci fa sostenere che il Grande Slam è un mondo a parte rispetto agli altri tornei. Perché giocato al meglio dei 5 set: cambia la fisiologia della partita, cambiano le dinamiche tattiche. E la tenuta mentale diventa l’elemento spartiacque all’interno dell’incontro. L’altra grande finale che ricordiamo è Wimbledon. Stavolta a spuntarla è stato Sinner, capace di vincere in quattro set dopo aver perso il primo. Ovvero di aggiudicarsi per la prima volta il titolo di Wimbledon interrompendo l’imbattibilità di Alcaraz nelle finali Slam. Carlos si è poi preso la rivincita agli US Open cedendo al suo avversario solamente il secondo set, e riprendendosi con quel successo la posizione numero 1. Allora Jannik mancò di quella continuità che è da sempre la sua prerogativa.
Presente e futuro
Per quanto abbiamo visto e goduto sinora è facile immaginare che la sfida si rinnoverà l’anno prossimo. E chissà per quante altre stagioni ancora. Prima che i due saranno inesorabilmente sconfitti dall’avversario più temibile. Lo stesso che ha già sconfitto Rafa Nadal e, non ancora del tutto, Novak Djokovic. Parliamo del tempo. Del declino della forza fisica, che è l’elemento preponderante nel tennis moderno. Sinner e Alcaraz non sono solo quello. Loro, che per fortuna non sono infallibili al servizio, ci hanno regalato scambi intensi, decisi dai migliori colpi in uso dal repertorio. I due si stimano e si studiano. Ciascuno impara dall’altro per superare i propri limiti, e per offrire il miglior tennis al pubblico. Questi fenomeni continueranno a vivere sotto i riflettori. A monopolizzare la scena, come hanno fatto nei decenni scorsi Nadal e Djokovic. Dietro di loro il vuoto.
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