Migranti, testimoni di speranza
Il grande successo della ventunesima edizione della Festa dei popoli
 
                Giunta alla sua ventunesima edizione, la Festa dei popoli, svoltasi nel pomeriggio di domenica 19 maggio, alla concattedrale della Gran Madre di Dio, continua ad essere testimonianza di un cammino di speranza, rivolto a tutti coloro che ogni giorno lottano per la tutela dei diritti umani; un’occasione di dialogo e crescita per tutta la comunità, per continuare a costruire ponti di fratellanza e umanità tra le genti.
‘Migranti, testimoni di speranza’ il tema centrale dell’iniziativa, che quest’anno si è caricata di un ulteriore valore simbolico in occasione della Giornata giubilare dei migranti, e della messa di insediamento di papa Leone XIV.
Una testimonianza di dialogo tra diverse culture e tradizioni per mettere in luce la mondialità che esiste tra gli uomini, promuovendo l’inclusione, l’ascolto e la reciproca integrazione; segno di una Chiesa, sulla scia delle parole di Leone XIV, “unita e aperta all’amore di Dio” e quindi all’amore reciproco tra gli uomini, la cui universalità si esprime attraverso l’ascolto e un cammino di condivisione di valori.

La celebrazione eucaristica è stata presieduta dall’arcivescovo, mons. Ciro Miniero, accompagnato dai sacerdoti appartenenti ai diversi gruppi etnici presenti nel mondo. Significativo l’ingresso del presule tarantino, preceduto da grandi e piccoli, provenienti da diverse culture, in segno di unione tra i popoli. Successivamente sua eminenza ha ringraziato tutti i sacerdoti presenti, e iniziato la sua omelia sottolineando, attraverso le sue parole, l’urgenza di riscoprire i valori della solidarietà dell’amore e dell’ accoglienza, in nome di quella grande famiglia chiamata mondo.
Ad animare la celebrazione i canti della corale diocesana del Rinnovamento nello Spirito Santo.
All’esterno della Concattedrale, le comunità etniche presenti hanno presentato la propria cultura attraverso la condivisione dei costumi e di alcuni elementi di oggettistica.
Una vera e propria festa, per unire i popoli nella gioia e nella speranza, in un cammino di apertura al prossimo e al mondo. Un’occasione per affrontare le grandi sfide della complessità, rimanendo saldi nella fede in Dio e nel prossimo come suo dono; per riconoscere nell’altro la ricchezza e non il pericolo: uniti, insieme, per il bene comune.
 
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
 
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