Gli incontri dell’associazione di volontariato penitenziario ‘Noi & Voi’

“Costruire ponti è il nostro motto ma anche monito e intento. Cerchiamo sempre di rendere possibile l’incontro, poiché siamo convinti che solo attraverso la conoscenza le distanze si possono accorciare e i pregiudizi cadere”. Così l’associazione di volontariato penitenziario ‘Noi & Voi’ commenta le iniziative della settimana di preparazione spirituale ma anche di consapevolezza civile in vista del Giubileo dei detenuti che si terrà a dicembre a Roma.
Un gruppo di detenuti in permesso dalla casa circondariale di Taranto, ospiti alla Casa Madre Teresa, sta quindi affrontando questo percorso con i volontari di questa preziosa realtà associativa.
Nei giorni scorsi nel consueto appuntamento ‘Caffè con esperto’, ‘Noi & Voi’ ha accolto la dott.ssa Monica Sammati, dirigente della Divisione Anticrimine della Questura di Taranto, e l’agente di P.S. Fabrizio Santoro per parlare di legalità. Grazie alla loro generosa disponibilità, è stato possibile avere un confronto aperto in uno spazio non giudicante che ha fatto nascere connessioni.
È emerso quanto sia importante il dialogo attuato come fondamentale misura di prevenzione, sia come strumento (per esempio, l’avviso o il monito orale a chi si trova in una situazione ambigua) sia come mezzo (per esempio, la sensibilizzazione nelle scuole, nei gruppi di giovani ecc.) che deve essere condiviso nei contesti educativi.
“In una società dove la solitudine la fa da padrona è stato ribadito – facilmente possiamo essere indotti all’errore e altrettanto ricadere se non abbiamo alle spalle una rete familiare o amicale con principi e valori solidi”.
Al termine, il ringraziamento di ‘Noi & Voi’ alla dirigente Monica Sammati, all’agente Fabrizio Santoro (oltre che idealmente al questore Michele Davide Sinigaglia, in rappresentanza di tutto il corpo della Polizia di Stato) che hanno fatto sì che questa volontà di incontrarsi diventasse realtà.
“Finalmente – hanno detto i due ospiti – possiamo dare un volto a quello che altrimenti resterebbe un fascicolo, con la stessa professionalità che ci impone la sospensione del giudizio ma che umanamente ci avvicina a voi”.
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