Lavoro

Nere nubi sull’Ilva: sciopero il 16, bloccato lo scarico di una nave

Sciopero ex Ilva al porto di Taranto con nave ferma al varco Nord - 1
06 Ott 2025

di Silvano Trevisani

Si acuisce lo scontro sulla complicata vicenda dell’Ilva. Il futuro dell’azienda siderurgica diventa sempre più oscuro, nonostante la volontà dichiarata dal governo di voler realizzare la decarbonizzazione, ma demandandola in effetti agli eventuali acquirenti. Solo che il bando di vendita è andato pressoché deserto. Offerte simboliche, infatti, sono state presentate solo da gruppi speculativi americani Bedrock Industries e Flacks Group + Steel Busines che acquisirebbero gli impianti gratuitamente per rivoluzionarli ed eventualmente rivenderli, ma garantendo l’occupazione solo a pochissimi lavoratori.

E così, mentre a Taranto viene temporaneamente bloccato il rifornimento del carbone da parte dell’organizzazione di base Usb, in segno di protesta verso la mancata ricollocazione di 1.600 cassintegrati di Ilva in amministrazione straordinaria, le segreterie nazionali Fim Fiom e Uilm proclamano, per il 16 ottobre, uno sciopero generale di tutti gli stabilimenti ex Ilva. Con una nota molto polemica, i segretari nazionali Uliano, De Palma e Palombella protestano fermamente per la mancata comunicazione, da parte del governo, degli esiti del bando per l’acquisto dell’ex Ilva, e di averne appreso i contenuti delle notizie diffuse dalla stampa. Segnali tutt’altro che incoraggianti: in particolare l’offerta du Bedrock Industries prevederebbe solo 2000 unità occupate su Taranto e poco più di 1000 negli altri siti. “Riteniamo inaccettabile il silenzio di Palazzo Chigi che, a fronte delle richieste più volte avanzate, non convochi ancora un tavolo sulla chiusura del bando e sulle offerte pervenute”. Altro attacco riguarda lo strappo avvenuto sulla gestione della cassa integrazione per le “scelte unilaterali” compiute dal governo. Che di fatto ha interrotto le relazioni sindacali non accettando la richiesta di rinvio, avanzata dai sindacati, della riunione indetta dal ministero del lavoro sulla cassa. È per questo che i sindacati indicono una campagna di assemblee in tutti gli stabilimenti che culmineranno con una mobilitazione e nello sciopero del prossimo 16 ottobre.

Com’è noto, infatti, il ministero ha deciso unilateralmente di assecondare la richiesta dei commissari Ilva per incrementare la cigs, che passa da 3063 a 4450.

Inoltre, come dicevamo in apertura, è in corso anche uno sciopero proclamato dall’Unione sindacale di base, che avrebbe registrato un’adesione del 100% da parte dei lavoratori ex Ilva impiegati nel primo turno, nell’area portuale, nello specifico gruisti, con un presidio nelle prime ore della mattina al varco Nord. Per effetto dello sciopero, la nave ‘Patricia Oldendorff’, che trasporta oltre 82.467 tonnellate di fossile, è bloccata in porto e non potrà scaricare materiale per 24 ore.

“Alla base dell’iniziativa di protesta – spiega l’Usb – le varie motivazioni già rese note negli scorsi giorni: la ritenuta violazione dell’art 28 dello Statuto dei lavoratori, con ricorso giudiziario per condotta antisindacale. A questo si aggiunge l’abuso nonché  utilizzo non adeguato con mancato rispetto della equa rotazione della cassa integrazione, e la gestione arbitraria del personale, che consiste nell’assunzione di nuovo personale e nell’allontanamento di coloro che operano nello stabilimento da molti anni”.

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