Ai Tamburi la Speranza torna a scuola

Ore 15.30: nel salone parrocchiale le sedioline si riempiono pian piano. Qualcuno posa lo zaino con un sospiro, altri sorridono già. Sul tavolo, quaderni aperti, pennarelli, merende condivise. È iniziato il doposcuola nella parrocchia San Francesco de Geronimo, realizzato in collaborazione con il plesso ‘Giusti’ ed i Servizi sociali del Comune. Un progetto semplice: offrire ai ragazzi del quartiere uno spazio dove poter crescere, studiare e sentirsi accolti.
Qui non ci sono solo esercizi di grammatica o frazioni da risolvere. Ci sono storie, quelle di piccoli giovani che trovano negli adulti un sorriso di fiducia; di volontari che, nonostante il lavoro, dedicano il loro tempo per ascoltare, incoraggiare ed accendere curiosità.
«Sono stata travolta da tante emozioni in poco più di due ore e mezzo. Il mio nome lo sentivo ripetere continuamente da quelle vocine che mi hanno fatto sentire un punto di riferimento. Grazie per quel ‘ci vediamo domani’», racconta Maria, una delle volontarie.
Il doposcuola non è solo un aiuto scolastico: è un cammino di formazione integrale della persona, un luogo dove si impara a credere nelle proprie capacità, a rispettare l’altro, a lavorare insieme. Questi pomeriggi diventano un piccolo laboratorio di cittadinanza, di amicizia, di speranza.
In un quartiere dove spesso si evidenziano e raccontano solo le sue ferite, questo progetto vuole essere come un giardino che nasce tra le case: silenzioso ma pieno di vita. La collaborazione tra parrocchia, scuola ed istituzioni dimostra che, mettendosi in rete, tutta la comunità si fa educante e capace di offrire ai bambini un futuro diverso, fatto di fiducia ed opportunità.
“Qui i nostri figli si sentono visti, ascoltati e tornano a casa un po’ più contenti”, racconta una mamma. E in queste parole si racchiude la forza del progetto: restituire ai ragazzi la gioia di imparare ed ai genitori la serenità di non essere soli nel complesso compito educativo.
Questo progetto, insieme ad altri che stanno per nascere, vuole essere una mano tesa, un seme piantato nella terra della città. Piccoli gesti quotidiani che, insieme, fanno rinascere la speranza. Perché ogni volta che un bambino sorride, Taranto respira un po’ di futuro in più.
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