In ascolto dell’umano: inaugurato l’anno accademico dell’Istituto di scienze religiose
Una serata densa di significato ha segnato, lo scorso venerdì, 21 novembre, nella cornice suggestiva della concattedrale Gran Madre di Dio, l’inaugurazione dell’anno accademico 2025/26 dell’Istituto superiore di scienze religiose metropolitano San Giovanni Paolo II.
Una cerimonia intensa e partecipata, che ha riunito studenti, docenti, istituzioni, presbiteri, insegnanti di religione e operatori pastorali delle tre diocesi della metropolia, insieme al vescovo di Castellaneta, mons. Sabino Iannuzzi e al preside della Facoltà teologica pugliese, prof. Vito Mignozzi, raggiungendo il suo apice con le riflessioni di fr. Sabino Chialà, priore della comunità monastica di Bose.
La cerimonia si è aperta con la preghiera iniziale e i saluti istituzionali del direttore, don Francesco Nigro, che ha introdotto la serata con parole profonde e cariche di gratitudine, nei riguardi della comunità e di tutti i presenti.

Le musiche dell’Orchestra ico della Magna Grecia hanno contribuito a impreziosire questo nuovo inizio: momenti semplici ma significativi, che hanno messo al centro il valore della bellezza, della cultura, della comunità accademica e il desiderio condiviso di affrontare il nuovo anno come un tempo di crescita e responsabilità.
Il cuore dell’inaugurazione è stata la prolusione di fr. Sabino Chialà, priore della comunità monastica di Bose, che ha guidato una profonda riflessione sul tema “Che cos’è l’uomo?”, ispirato al versetto del salmo 8,5. Con il suo stile rigoroso e insieme accessibile, egli ha accompagnato i presenti in un percorso di esplorazione dell’umano alla luce della Scrittura, mostrando come la domanda sull’uomo resti il nucleo pulsante di ogni ricerca spirituale e intellettuale. Nel suo intervento, il priore ha preso avvio dai racconti della Genesi per rileggere, con finezza e profondità, i drammi che segnano il mondo contemporaneo: ferite antiche e nuove che attraversano l’umano e che la Scrittura permette ancora oggi di interpretare con uno sguardo lucido e partecipe. Quei libri sacri, da cui è possibile ripartire, per comprendere l’uomo, e ripensarlo, aprendo lo sguardo sulla possibilità concreta di un cambio di rotta personale e comunitario, fondato su valori che vanno oltre ogni egoismo, rimettendo al centro l’umano, in nome dell’alterità e del bene comune.
Uno sguardo ampio e luminoso sulla dignità della persona, quello offerto dal relatore, capace di parlare al cuore dei presenti, guidandoli verso un nuovo punto di vista circa sfide contemporanee.
A chiudere la serata, i saluti dell’arcivescovo monsignor Ciro Miniero, che in continuità con quanto papa Leone XIV ha indicato nel recente Discorso alla Pontificia Università Lateranense per l’inaugurazione dell’anno accademico – dopo aver ringraziato docenti, studenti e partecipanti – ha ribadito il ruolo delle istituzioni accademiche ecclesiali come luoghi di dialogo, ricerca e formazione integrale della persona umana.
L’istituto di scienze religiose di Taranto si colloca pienamente in questa traiettoria, impegnato nel costruire uno spazio di studio e confronto capace di leggere il presente con sguardo critico e fiducioso. A completare la serata, la consegna delle pergamene di laurea ai nuovi laureati, un momento particolarmente sentito che ha dato volto e concretezza al percorso formativo dell’istituto.
L’inaugurazione si è conclusa lasciando nei partecipanti un senso di gratitudine e di rinnovata energia. Ben oltre una semplice formalità, l’evento ha rappresentato un invito a vivere il nuovo anno accademico come un cammino comune: un percorso che nasce dall’ascolto, si alimenta di studio e dialogo, e si apre al servizio della Chiesa e del territorio.

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