Angelus

La domenica del Papa – È beato il Papa del sorriso

Cerimonia in una piazza San Pietro bagnata dalla pioggia, e gremita di fedeli venuti in gran parte dal Veneto

foto Siciliani-Gennari/Sir
05 Set 2022

di Fabio Zavattaro

Un pontificato durato 33 giorni, il tempo di un sorriso, come titolò il quotidiano parigino Le Monde. Domenica Francesco ha proclamato beato Giovanni Paolo I, il papa che “con il suo sorriso è riuscito a trasmettere la bontà del Signore”. Cerimonia in una piazza San Pietro bagnata dalla pioggia, e gremita di fedeli venuti in gran parte da Belluno, l’Agordino, Vittorio Veneto e Venezia. Sulla facciata della basilica vaticana il ritratto ufficiale del nuovo beato, opera di un artista cinese, Yan Zhang, originario della provincia di Sichuan. L’artista, che ha vissuto in Tibet, spiritualità buddhista, nel ritratto ha voluto mettere in primo piano proprio il tema del sorriso, trasmesso da tutto il corpo di Luciani, omaggio al Papa che, con il suo sorriso, ha mostrato “una Chiesa con il volto lieto, il volto sereno, il volto sorridente, una Chiesa che non chiude mai le porte, che non inasprisce i cuori, che non si lamenta e non cova risentimento, non è arrabbiata, non è insofferente, non si presenta in modo arcigno, non soffre di nostalgie del passato cadendo nell’indietrismo”.

La misura dell’amore, per papa Luciani, è un “amore intramontabile” perché il Signore “ha sempre gli occhi aperti su di noi – diceva Giovanni Paolo I il 10 settembre 1978 – anche quando sembra ci sia notte. È papà; più ancora è madre”.

Humilitas il motto di Luciani, che si lega bene con la pagina evangelica di questa domenica, dove Luca ci ricorda che lo stile di Dio “non è quello di chi cerca il potere, ma quello di chi ama anche se questo “costa la croce del sacrificio, del silenzio, dell’incomprensione, della solitudine, dell’essere ostacolati e perseguitati”. Un Dio che “non ha il culto dei numeri, non cerca il consenso, non è un idolatra del successo personale. Al contrario, sembra preoccuparsi quando la gente lo segue con euforia e facili entusiasmi. Così, invece di lasciarsi attrarre dal fascino della popolarità – perché la popolarità affascina –, chiede a ciascuno di discernere con attenzione le motivazioni per cui lo segue e le conseguenze che ciò comporta”.

Ecco quell’umiltà che Giovanni Paolo I ha praticato lungo tutto il suo servizio. Amare, dunque, “anche se costa la croce del sacrificio, del silenzio, dell’incomprensione, della solitudine, dell’essere ostacolati e perseguitati”. Se vuoi baciare Gesù crocifisso, diceva Albino Luciani il 27 settembre, ultima udienza del suo pontificato, “non puoi fare a meno di piegarti sulla croce e lasciarti pungere da qualche spina della corona, che è sul capo del Signore”. Seguirlo, per Francesco, “non significa entrare in una corte o partecipare a un corteo trionfale, e nemmeno ricevere un’assicurazione sulla vita. Al contrario, significa anche “portare la croce: come lui, farsi carico dei pesi propri e dei pesi degli altri, fare della vita un dono, non un possesso, spenderla imitando l’amore generoso e misericordioso che egli ha per noi”.

In Luca leggiamo che per essere discepoli di Gesù bisogna essere pronti a lasciare la propria casa, amarlo più del proprio padre, della propria madre, moglie e figli. Andare dietro al Signore, ricorda nell’omelia papa Francesco, significa non fare scelte “mondane”, non cercare “la mera soddisfazione dei propri bisogni, la ricerca del prestigio personale, il desiderio di avere un ruolo, di tenere le cose sotto controllo, la brama di occupare spazi e di ottenere privilegi, l’aspirazione a ricevere riconoscimenti”. Questo non è lo stile di Gesù, che invece chiede “scelte che impegnano la totalità dell’esistenza”; per questo desidera che il discepolo non anteponga nulla “neanche gli affetti più cari e i beni più grandi”.

Umiltà, dunque. Giovanni Paolo I, nella sua prima udienza generale, 6 settembre, ha voluto parlare proprio della grande virtù dell’umiltà, affermando – “a rischio di dire uno sproposito”, dirà – che il Signore “tanto ama l’umiltà che, a volte, permette dei peccati gravi. Perché? perché quelli che li hanno commessi, questi peccati, dopo, pentiti, restino umili. Non vien voglia di credersi dei mezzi santi, dei mezzi angeli, quando si sa di aver commesso delle mancanze gravi. Il Signore ha tanto raccomandato: siate umili. Anche se avete fatto delle grandi cose, dite: siamo servi inutili. Invece la tendenza, in noi tutti, è piuttosto al contrario: mettersi in mostra. Bassi, bassi: è la virtù cristiana che riguarda noi stessi”.

Leggi anche
Francesco

Visita ad limina: le raccomandazioni di Francesco ai vescovi pugliesi

Dopo la santa messa nella basilica di San Pietro presieduta da mons. Giuseppe Satriano, arcivescovo di Bari-Bitonto, stamane, giovedì 18, nella biblioteca del Palazzo apostolico, Francesco ha ricevuto in udienza i vescovi pugliesi, momento centrale della visita ad limina, iniziata lunedì scorso.     Dopo rapide presentazioni personali, ci si è intrattenuti sulla situazione della […]

La confraternita dell’Addolorata in udienza da papa Francesco

Una rappresentanza di confratelli dell’Addolorata di Taranto nella mattinata di mercoledì 17 aprile ha partecipato in piazza San Pietro all’udienza generale di papa Francesco, che ha tenuto una catechesi sulla virtù della temperanza. Si tratta di un appuntamento che avrebbe dovuto svolgersi nel 2020 (rimandato per la pandemia)  in occasione dei 350 anni del sodalizio. […]
Hic et Nunc

Monsignor Savino, vicepresidente Cei: la politica per il cristiano è arte mistica

Monsignor Francesco Savino, vicepresidente della Conferenza episcopale italiana, è intervenuto al convegno “Servono ancora i cristiani in politica?”. Del convegno, svoltosi nella sala Resta della Cittadella delle imprese, per iniziativa di Gianni Liviano, ci siamo già occupati. Ora riportiamo di seguito l’intervista che l’arcivescovo di Cassano allo Jonio ci ha concesso. I cristiani in politica […]

I cristiani sono chiamati a dare una nuova visione alla politica

Dare ai partiti la consistenza istituzionale che non hanno e dare alla politica una visione che manca totalmente: ecco due dei principali obiettivi che s’impongono ai cristiani oggi. Perché senza i partiti e senza una “visione” la politica diventa preda dei personalismi e del populismo. I cristiani hanno il dovere di impegnarsi per evitare la […]

Concerto in memoria di mons. Gianfranco Bramato

“O mia forza, a te voglio cantare, poiché tu sei, o Dio, la mia difesa, tu, o mio Dio, sei la mia misericordia”: con questo versetto tratto dal Salmo 59, domenica 21 aprile alle ore 19.30 in concattedrale il coro dell’arcidiocesi “San Giovanni Paolo II”(diretto dal maestro Fabio Massimillo) e quello della concattedrale “Gran Madre […]
Media
20 Apr 2024
newsletter