Il furto del materiale sportivo alla SS Angeli custodi:
uno schiaffo ai bambini del quartiere Tamburi

Nel pomeriggio di martedì 3 gennaio, dei malfattori hanno scassinato la porta del container che funge da spogliatoio per la scuola-calcio della parrocchia SS Angeli custodi nel quartiere Tamburi di Taranto.
Il furto è consistito nei palloni da calcio i borsoni e tutti gli indumenti sportivi utilizzati dai bambini e i ragazzi, calciatori in erba del quartiere: “Indumenti praticamente inutilizzabili perché sia le magliette da calcio che le tute hanno impresso sul petto il logo dello sponsor e il nome della parrocchia! – ha precisato don Alessandro Argentiero, parroco della chiesa Angeli Custodi -. Lo considero uno schiaffo ai ragazzi e a un intero quartiere; il danno economico è marginale rispetto al significato simbolico di questo furto: quel borsone, quella maglietta con il proprio numero, quei palloni hanno un valore enormemente superiore al costo che dovremo affrontare per riacquistare, di nuovo, tutto”.
“Solo a settembre la scuola-calcio aveva riaperto le iscrizioni per i bambini e ragazzini dai 6 ai 12 anni, dopo le restrizioni del covid che non hanno permesso un regolare svolgimento delle attività. Uno sponsor ci ha affiancato in questo progetto di riprendere con l’obiettivo di partecipare – magari nel prossimo anno agonistico – ai tornei di categoria”.
Intanto è scattata la meravigliosa solidarietà del territorio: l’associazione ‘Contaminazioni’ ha dato il via alla raccolta fondi per l’acquisto di palloni e materiale a sostegno della scuola calcio della parrocchia Santissimi Angeli Custodi.
È possibile effettuare un versamento all’iban IT03Q3609201600226392588937
con causale: Raccolta fondi scuola calcio SS. Angeli Custodi
L’associazione invita, inoltre, alla massima diffusione dell’iniziativa, ricordando che “Come da nostro motto, tutti possono essere parte del cambiamento, partecipando anche con un versamento simbolico o semplicemente, laddove non possibile, condividendo la notizia con i propri conoscenti.
Insieme si può!”
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