Teatro

Sabato 25 febbraio, all’auditorium TaTÀ, “Dei figli”: lo sguardo sul presente di Mario Perrotta

22 Feb 2023

Mutazioni genetiche goffe, incerte, malvestite. Per il cartellone “Periferie”, rassegna di teatro, sabato 25 febbraio, alle ore 21 all’auditorium TaTÀ di Taranto, in via Deledda ai Tamburi, in scena “Dei figli”, uno spettacolo di Mario Perrotta, consulenza alla drammaturgia Massimo Recalcati, aiuto regia Marica Nicola, costumi Sabrina Beretta, luci e scene Mario Perrotta, video Diane, mashup Vanni Crociani e Mario Perrotta, coproduzione Teatro Stabile di Bolzano, Fondazione Sipario Toscana onlus, La Piccionaia, Permàr, vincitore premio Ubu 2022. Durata 90′. Biglietto 12 euro, ridotto 10 euro (under 30 e over 65).

Info e prenotazioni al numero 366.3473430 attivo anche WhatsApp.

 

“Dei figli” conclude la trilogia “In nome del padre, della madre, dei figli”, provando a ragionare su quella strana generazione allargata di “giovani” tra i 18 e i 45 anni che non ha intenzione di dimettersi dal ruolo di figlio. Non tutti, per fortuna, e non in ogni parte del mondo. Ma in Italia sì, e sono tanti…

«Una casa che è limbo, che è purgatorio, per chiunque vi passi ad abitare. Vite in transito che sostano il tempo necessario – un giorno o anche una vita – pagano un affitto irrisorio e in nero e questo li lascia liberi di scegliere quanto stare, quando andare. Solo uno sosta lì da sempre: Gaetano, il titolare dell’affitto. Al momento, le vite in casa sono quattro. Vediamo tutti gli ambienti come se i muri fossero trasparenti», annota l’attore, regista e drammaturgo leccese.

«Una delle grandi mutazioni antropologiche del nostro tempo riguarda la cronicizzazione dell’adolescenza. Quando questo accade in primo piano è la difficoltà del figlio di accettare la separazione dai genitori per riconoscersi e viversi come adulto. Il nuovo spettacolo di Mario Perrotta indaga queste e altre sfumature dell’esser figlio sine die, senza però dimenticare la forza, lo splendore e l’audacia straordinaria della giovinezza», afferma Massimo Recalcati, noto psicanalista milanese, nonché interlocutore principale di Mario Perrotta per questo progetto.

La scena è una casa, fluida come le vite che vi abitano. Le uniche certezze sono quattro monitor di design, bianchi, come enormi smartphone. Su ognuno di essi stanziano, incombenti, le famiglie di origine degli abitanti: genitori, sorelle, cugini… Mario Perrotta intreccia nel suo lavoro (premio Ubu 2022 miglior nuovo testo/scrittura drammaturgica) i vissuti di tredici personaggi per una trama amaramente comica, un avvitamento senza fine di esistenze a rischio, imbrigliate come sono nel riflettere su sé stesse. Sul palco, con Perrotta, Luigi Bignone, Dalila Cozzolino, Matteo Ippolito, in video Arturo Cirillo, Alessandro Mor, Marta Pizzigallo, Paola Roscioli, Maria Grazia Solano e in audio Saverio La Ruina, Marica Nicolai, Paola Roscioli, Maria Grazia Solano.

nota biografica di Mario Perrotta

Autore, attore e regista teatrale leccese. È considerato una delle voci più significative del panorama teatrale italiano. Il suo percorso artistico è da sempre incentrato su drammaturgie originali e progetti artistici articolati che nascono dall’urgenza di indagare la contemporaneità. Già fondatore nel 1993 del Teatro dell’Argine, nel 2015 inaugura il suo nuovo percorso fondando Permàr – Compagnia Mario Perrotta. Le sue drammaturgie dal forte impatto civile, da lui stesso dirette e interpretate in Italia, sono tradotte e messe in scena anche all’estero in diverse lingue e in contesti importanti. Tra i riconoscimenti: quattro premi Ubu nel 2011, 2013, 2015 e 2022, due premi Hystrio nel 2008 e 2014, un premio della Critica nel 2015 e un premio come migliore drammaturgia straniera (la versione inglese del primo capitolo del progetto “Un bès. Antonio Ligabue”) al New York Solo Festival nel 2018).

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