Beni culturali

Le Giornate Fai: visite al Carmine di Grottaglie, all’Ospedale Testa e alla Via dell’Angelo a Crispiano

24 Mar 2023

di Silvano Trevisani

Il complesso del Carmine di Grottaglie, l’Ospedale Testa di Taranto e il cammino dell’Angelo di Crispiano sono i tre luoghi ricadenti nella diocesi di Taranto che quest’anno il Fai ha inserito nell’elenco dei siti da riscoprire nelle Giornate Fai di Primavera, sabato 25 e domenica 26 marzo. Inoltre, la provincia di Taranto comprende anche “Arte simboli e tradizioni di Manduria antica” e la Chiesa rupestre di San Lorenzo Vecchio Laterza.

Nella zona Nord del centro storico di Grottaglie, lungo la via G. Pignatelli, compreso tra la via Ennio (l’antica via Appia) e la porta d’Oriente, è ubicato il monumentale complesso architettonico della Chiesa Maria Santissima del Monte Carmelo. Per la comunità religiosa di Grottaglie il XVI secolo è stato un periodo importante, in quanto vide la fondazione di conventi e monasteri. Tra i primi ad insediarsi nel territorio furono i carmelitani, nel 1505, seguiti dai padri minimi (1536) e dai cappuccini (1546). Dopo la fondazione del convento dei carmelitani, nella cittadina di Grottaglie si contava una numerosa presenza di ecclesiastici (134 religiosi), questo perché il territorio era una baronia arcivescovile.

La facciata della chiesa, che richiama lo stile barocco, risale ai primi anni del ‘700 ed è suddivisa in tre ordini architettonici. L’interno della chiesa è a tre navate con cappelle laterali con altari. Dalla navata sinistra si può accedere alla Cripta o, viste le dimensioni, chiesa rupestre, di cui si era persa traccia e ritrovata casualmente durante i lavori di restauro del 1998. Il chiostro del convento risale al XVI secolo ed è decorato con affreschi raffiguranti la vita di Sant’Elia. Il convento carmelitano di Grottaglie è stato tra i pochi ad aver formato e dato alla collettività religiosa figure importanti per la chiesa, come: due vescovi, un teologo che partecipò al Concilio di Trento e un generale dell’Ordine carmelitano. In seguito alle soppressioni religiose dell’800, prima con quella napoleonica e poi con quella piemontese dell’Unità d’Italia, i padri carmelitani andarono via da Grottaglie senza più fare ritorno. Il culto mariano carmelitano è tuttavia rimasto fino ad oggi grazie alla Confraternita che porta avanti quella spiritualità tipica dell’ordine dei carmelitani.

Le visite saranno curate dal Liceo artistico V. Calò; IIS Don Milani – Pertini che, con l’ex docente Chiara Loscialpo ha anche curato il testo illustrativo. (Nella foto la volta restaurata della Cappella della Madonna)

L’ex Ospedale Giuseppe Testa, un tempo sanatorio antitubercolare, è ubicato nella zona occidentale di Taranto, in contrada Rondinella.

Il sanatorio fu costruito dalla Cassa nazionale per le assicurazioni sociali, in ottemperanza alle leggi emanate nel 1927 per la lotta alla tubercolosi che in quegli anni rappresentava un problema socio-sanitario molto grave, per combattere il quale, il ricovero sanatoriale era ancora l’unica cura. A Taranto la Cassa Nazionale si occupò di realizzare la struttura in contrada Rondinella, allora località salubre, su di un suolo che fu espropriato ai legittimi proprietari nel 1930 e che fu inaugurato il 10 novembre 1935. Il fabbricato, costituito da tre piani, da una sopraelevazione e da spaziose verande per una ricettività di 220 malati, presenta le caratteristiche comuni agli altri edifici della stessa tipologia, costruiti nello stesso periodo e dislocati su tutto il territorio nazionale: andamento rettilineo e sviluppo planimetrico a “T” con due ali laterali corrispondenti ai reparti di degenza maschile e femminile; testate aggettanti per proteggere il fronte dal vento e camere con affaccio su un’unica loggia continua esposta sul lato sud. La costruzione dell’Ospedale, considerata «grandiosa opera del regime», fu diretta dall’ing. Accolti per un costo di due milioni di lire. L’ex Ospedale Testa, di recente sottoposto a lavori di restauro, attualmente è sede dell’Arpa Puglia (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente) e del servizio di Veterinaria della ASL di Taranto. Il percorso di visita per le giornate FAI inizierà dalla chiesetta, sita all’esterno della struttura, costruita dagli inglesi di stanza a Taranto all’incirca nel 1943. Di seguito i visitatori, percorrendo il giardino caratterizzato dalla presenza di olivi secolari, saranno guidati all’interno dell’edificio di cui si descriveranno gli aspetti ancora evidenti della sua primaria destinazione ad ospedale antitubercolare. In particolare dalle ampie terrazze, addette un tempo alle cure elioterapiche, i visitatori potranno godere della vista sulla rada di Mar Grande. Il percorso continuerà nei laboratori chimici e microbiologici, normalmente non accessibili, dove il personale tecnico descriverà le attività attualmente svolte per il controllo dell’inquinamento e la tutela dell’ambiente.

Le visite saranno a cura dell’Istituto comprensivo Carrieri – Colombo; Liceo artistico V. Calò; Liceo Ferraris; Ipseoa Mediterraneo; Liceo scientifico Battaglini. (Nella foto la Chiesetta)

La Via dell’Angelo, infine, è un itinerario che unisce il centro abitato di Crispiano con la località chiamata Triglie, un crocevia al confine tra i territori di Crispiano e Statte. Sui fianchi della gravina omonima sorge un villaggio rupestre, articolato in numerosissime grotte scavate su entrambi i fianchi della gravina e accoglie al suo interno la chiesa di San Michele. Numerose, inoltre, sono le aree di necropoli di età longobarda rinvenute all’interno del villaggio. Una passeggiata di circa un chilometro nella Valle di San Michele costituirà l’occasione per approfondire la storia di questo luogo, attraverso la visita della chiesa, delle case grotta e della via cava, antica arteria di collegamento fra Crispiano e Statte. Partendo dal piazzale antistante la chiesa, si esplorerà la grotta sottostante, si osserverà una delle sorgenti dell’acquedotto romano con la sua valenza ingegneristica e saranno visitati luoghi normalmente non accessibili.

Le visite saranno curate dall’Ipsoa Elsa Morante.

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