Silvia Battista, vogatrice per passione: “Il mio amore per lo sport e per il mare”
A vederla, i segni della fatica, sono ben celati. Fisico longilineo, nei suoi occhi c’è la profondità e la risolutezza del mare. Acque sia dolci che severe. Nei suoi occhi scorrono, come istantanee, le immagini dei prati fioriti nella stagione intermedia. Le spiagge più lontane, i vicini Riti della Settimana Santa, gli scorci più suggestivi dell’Isola che affaccia sul mare: un concentrato di tarantinità, da assorbire e da esportare. L’habitat ideale di un’intera comunità chiamata a riscoprire la sua vocazione naturale. Silvia Battista, 32 anni, ha bruciato le tappe, ma in senso non ordinario: nella sua breve, intensa e tardiva carriera, l’atleta tarantina del Palio di Taranto è diventata una presenza non occasionale della nazionale italiana. Pratica uno sport le cui sensazioni non si possono trascrivere né decifrare.
“Il solo fatto di guardarti intorno e vedere che sei circondata dal mare – prova a spiegare – e solo dal mare, ti fa provare un’emozione differente da chi pratica uno sport al chiuso, sulla terraferma. Un senso di libertà. Il mare aiuta sotto tutti i punti di vita, e tanto sotto il profilo mentale”. Già oro agli Europei, disputati lo scorso ottobre nella città dei due mari, l’ultimo risultato di Silvia Battista è la convocazione della Ficsf (Federazione italiana canottaggio a sedile fisso) per la trasferta spagnola del 28 maggio – raggiungerà Cabo de Cruz.
Cosa rappresenta questo risultato, la gara internazionale, per te che hai già vestito la maglia azzurra, e trionfato?
“Si tratta di una convocazione differente. In primis perché una delle prime convocazioni fuori dell’Italia: l’anno scorso è arrivata a Taranto, dove peraltro io facevo parte della seconda squadra: la soddisfazione allora è stata doppia, per aver vinto l’oro. È un onore per me essere stata riconvocata per questa competizione. So che sarà dura, ma cercherò di dare il meglio, come sempre”.
Di quale competizione si tratta?
“Si gareggia su barche con 13 vogatori. Una novità. Barche con sedili differenti. Il tredicesimo vogatore che voga con due remi. O meglio, con uno, per poi fare da perno con l’altro remo, quando ci saranno le virate. Inoltre ci troveremo in oceano. Acque differenti, altre correnti. Le varianti nuove sono tante. Si gareggia sulla distanza di quasi 5.500 metri: le gare che abbiamo fatto non superano i tremila”.
Quando si parte?
“Partenza il 26. Il 27 ci faranno provare le barche, in modo che ci possiamo adattare. Questo è importante. Ricordo che a Taranto erano le nostre barche, le 10 remi. Quindi qualcosa di più familiare. Per queste novità, per la fiducia che mi stanno dando, l’onore è davvero grande”.
Come vedi il rapporto tra Taranto e la disciplina che pratichi?
“È uno sport non semplice da avvicinare. Per tanti fattori. Io spero che crescano tutti gli sport acquatici. Mi piacerebbe tanto che le opportunità si moltiplicassero in una città di mare come Taranto. Questo sport, ripeto, è un po’ difficile, anche perché di squadra. È molto più semplice iniziarne uno individuale. Specie nella società in cui viviamo, che non vuole ad esempio vincoli di orario”.
Cosa serve, in particolare?
“È necessario creare un equilibrio in barca. Diversamente, non porti a termine la gara. Soprattutto ti devi fidare degli altri, e dare loro sostegno: è nei momenti di difficoltà che si vede la squadra”.
Da dove nasce la tua passione per quello che fai?
“La base è l’amore per il mare in generale. È iniziato tutto per gioco, col remoergometro, il simulatore di voga: da lì ho cominciato ad appassionarmi alla 10 remi, alla voga vera e propria. Circa tre anni fa. Precedentemente, ho sempre praticato sport. Non sono mai stata ferma. Sono una sportiva: corro, vado in bici, in palestra. L’agonismo però non lo avevo mai praticato”.
Chi è Silvia Battista nella vita di tutti i giorni?
“Una ragazza semplicissima che lavora come commessa in centro a Taranto. E che nel tempo libero si dedica allo sport in generale: mi piace vedere le partite di qualsiasi disciplina, dal calcio alla pallavolo. Quest’anno ho seguito il Taranto e fino all’ultimo ce l’abbiamo fatta a non retrocedere (positiva, lei, guarda al bicchiere mezzo pieno e non alla mancata promozione, ndr)”
A proposito di sport, come valuti la crescita del territorio e quale ruolo ha il Palio di Taranto?
“Il nostro capitano Angelica Brescia e il presidente Francesco Simonetti fanno davvero tanto: dedicando il loro tempo contribuiscono a fare in modo che anche la persona meno adatta a fare sport ci si possa avvicinare, anche solo per il piacere di fare un po’ di movimento, ma attraverso il mare. Taranto guarda ai Giochi del Mediterraneo. Io spero e sono fiduciosa che proprio qui si possano fare”.
Hai un obiettivo specifico? Un sogno da realizzare?
“Il mio obiettivo è confermarmi soprattutto a livello nazionale. Naturalmente migliorare: questo è uno sport che richiede tempo, allenamenti specifici per acquisire tutti i movimenti, a livello tecnico. Non si mai è perfetti, c’è sempre da imparare”.
Una seduta di allenamento nel cuore di Taranto: il racconto fotografico di Giuseppe Leva