Pianeta verde

La vera emergenza da affrontare: il caldo non soffoca il negazionismo climatico

Roma bollente - foto Ansa
18 Lug 2023

di Paolo Arrivo

Non si parla d’altro. Nei tg, con tanti servizi dedicati, sui giornali. Ed è giusto farlo: le temperature elevate che avvolgono in queste ore l’Italia, catturando l’interesse dei media internazionali, rappresentano un’anomalia da denunciare. Il caldo ci mette alle strette. Ma la vera emergenza da affrontare è quella del negazionismo climatico. Che neppure in questi giorni tace. Al netto delle opinioni espresse dai politici, dei quali non ci occupiamo, basta fare un giro sul web, sui social, per leggere sentenze del tipo “è normale che in estate faccia caldo”. Noi guardiamo alla scienza. E ci fidiamo di quanto ha detto, ad esempio, Luca Mercalli, il quale mette in relazione le ondate di calore con i cambiamenti climatici. In particolare, il meteorologo sottolinea l’eccezionale durata di questa ondata, che ha già superato i dieci giorni. E che sembra non volersi arrestare – al Centrosud andrà avanti fino al 26 luglio, per poi smorzarsi.

Dal caldo al disastro

“Questa situazione è il risultato di una gigantesca irresponsabilità politica. Il discorso è sempre lo stesso: le emissioni di gas a effetto serra non vengono ridotte, nonostante le raccomandazioni degli Accordi di Parigi”. Così l’esperto meteo, volto noto della trasmissione televisiva Che tempo che fa, punta il dito contro chi è corresponsabile del cambiamento climatico. E mette in guardia dal rischio di uno scenario catastrofico. Quello definito dal segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, al verificarsi dell’aumento delle temperature globali di quasi 3 gradi. L’aumento della quantità di gas a effetto serra nell’atmosfera è responsabile non solo del riscaldamento globale ma anche di altre anomalie climatiche. Pensiamo alle precipitazioni abbandonanti, che precedono o seguono le stesse ondate di caldo.

Parola agli esperti

Parlare del caldo è giusto, sacrosanto. Lo ribadiamo. Ma probabilmente, in tv, sono i toni e i contenuti che si sbagliano: anziché fare interviste a turisti e bagnanti, riproporre i soliti servizi con le solite raccomandazioni da osservare (bere tanto, evitare le ore più calde della giornata), sarebbe opportuno stimolare il vivace e proficuo dibattito, tra quanti hanno le competenze per affrontarlo. Il primo passo dovrebbe essere zittire proprio i negazionisti del cambiamento climatico. I quali contribuiscono ad allargare le dimensioni del disastro in atto.

Un futuro rovente

Il mondo si prepari a ondate di caldo sempre più intense. Le quali trovano nel fenomeno El Niño (riscaldamento periodico delle acque dell’Oceano Pacifico centrale) un alleato dalla forza dirompente. Questo è il monito lanciato dalle Nazioni Unite, con riferimento all’impennata delle temperature avvertita nei Paesi dell’emisfero settentrionale: dal Mediterraneo all’Africa, dal nord America all’Asia. La matematica non è un’opinione. I numeri dicono che, nello stesso emisfero settentrionale, il numero delle ondate di calore simultanee è aumentato di sei volte a partire dagli anni Ottanta.

 

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