Ecclesia

Ognissanti, Patton (Terra santa): “La fede è più forte della guerra” nel cimitero di Gaza

Il custode della Terra santa usa le parole di Suhail Abodawood, un giovane di Gaza che ha perso tutto nella guerra, per rileggere – alla luce delle cronache di queste settimane – la solennità dei Santi e la commemorazione dei defunti

ph Ansa-Sir
01 Nov 2023

di Francesco Patton *

Il mese di novembre si apre con la solennità di tutti i santi e viene tradizionalmente chiamato “il mese dei defunti” perché per antica tradizione il secondo giorno del mese si commemorano i fedeli defunti. In realtà la prassi che si è creata, in Italia ma anche in altri paesi, ormai da molti anni mette insieme le due celebrazioni collocando preferibilmente la celebrazione eucaristica di tutti i Santi al cimitero. Indipendentemente da tutte le considerazioni di tipo pastorale e liturgico rimane chiaro che è la solennità di tutti i santi a dare un senso anche alla commemorazione dei fedeli defunti. È la prospettiva pasquale della vita a dare un senso sia al nostro vivere sia al nostro morire. E ciò che ci aspetta in questa prospettiva non è la scomparsa nel grande nulla, ma è la comunione con Dio, la piena partecipazione alla sua vita, in modo definitivo. I santi sono coloro che hanno già raggiunto questa meta e ci incoraggiano a vivere uniti a Cristo nel pellegrinaggio terreno per poter essere uniti a Lui anche nella Gerusalemme del Cielo.

Nutrirsi della Parola

Prima dell’editto Napoleonico del 1804 la sepoltura avveniva nelle chiese stesse, sotto il pavimento del presbiterio venivano sepolti sacerdoti e religiosi, sotto il pavimento dell’aula venivano sepolti i fedeli laici. Le pareti della chiesa venivano decorate con racconti biblici e spesso con vite dei santi. Nel catino absidale si poteva contemplare il Cristo trionfante o la Madonna assunta al cielo e incoronata, quasi a indicare la meta e il senso del pellegrinaggio terreno. Sulla parete opposta all’abside veniva invece spesso dipinto il giudizio universale per sollecitare la responsabilità personale necessaria nella vita di tutti i giorni. Dentro l’aula della chiesa (allora come oggi) si ritrovava la comunità a celebrare i sacramenti e i momenti fondamentali della vita, dalla nascita fino alla morte. Si celebrava e si celebra soprattutto l’Eucaristia, occasione speciale per nutrirsi della parola di Dio e del corpo di Cristo, che fa sì che le persone che compongono la Chiesa diventino un solo corpo in Cristo e rende capaci di vivere con gli stessi sentimenti e atteggiamenti che furono di Cristo Gesù, perché nutrirsi della parola e del corpo di Cristo ci trasforma in lui.

Nutrirsi di Cristo

Anche se poco igienica, quella prassi dava un’immagine bellissima della Chiesa: un popolo fatto di persone che vivono dentro questa storia concreta e si nutrono del Cristo per essere trasformati in Lui; un popolo di persone che sanno di dover prima o poi fare quel passaggio che si chiama morte, consapevoli che ogni credente è chiamato a farlo nella luce della Pasqua di Gesù; un popolo di persone che sanno che la meta della loro vita è la partecipazione alla vita stessa di Dio nella comunione dei santi e che per questo si nutrono della parola e del corpo di Cristo e liberamente scelgono di vivere secondo lo spirito profetico e anticonvenzionale delle beatitudini.

Gaza, la preghiera per la pace – foto Parrocchia latina

Una voce da Gaza

Sembrano cose teoriche e del passato, ma proprio ciò che sta accadendo in questi giorni in Terra Santa ce ne ripropone l’attualità, attraverso le parole di un giovane della Parrocchia cattolica di Gaza, che mentre attorno infuriano i bombardamenti, così scrive via WhatsApp: “Buon giorno mondo, ti ricordi ancora di me? Sono Suhail Abodawood, di Gaza. In questo momento la mia Chiesa è il mio rifugio, perché la salvezza e la sicurezza sono unicamente con Gesù Cristo. Io continuo a pregare sempre il Rosario, lo faccio come offerta e per chiedere al mio Signore pace per la nostra Chiesa e per la nostra città.

Io confido solo in Dio e metto la mia vita nelle mani del Signore: Egli è il mio unico Salvatore e io prego di poter partecipare alla sua gloriosa salvezza. Io sto ora affrontando difficoltà veramente dure e la situazione è davvero pericolosa. Negli ultimi giorni ho dormito in chiesa, è il posto più sicuro in questo momento. Partecipiamo alla Santa Messa due volte al giorno e preghiamo la beata Maria che ci ottenga più fede per poter gestire in modo adeguato la nostra condizione.
La fede è più forte della guerra. Ogni giorno noi perdiamo qualcosa che ci appartiene, case e persone. Noi stiamo pregando dal profondo dei nostri cuori e chiedendo a Dio che ci doni pace e giustizia nella nostra Terra Santa. Il 25 ottobre ho ricevuto un messaggio prima dell’inizio della messa, che la mia casa era stata bombardata e distrutta. All’inizio mi sono sentito davvero triste e contrariato, ma poi mi sono reso conto che le nostre vite sono più importanti di ogni cosa materiale. Nella messa ho poi pregato in modo particolarmente intenso il nostro Signore Gesù Cristo e gli ho chiesto di donarmi più fortezza e più fede per poter affrontare il mio sconforto.

A dispetto di tutto, io considero e credo che la Santa Chiesa è la mia prima e ultima casa. È diventata la mia vera casa, dopo che quella che avevo è stata distrutta. La Chiesa resterà sempre la mia casa e Gesù Cristo resterà sempre nel mio cuore in qualsiasi posto io vada. Noi continueremo a pregare, a digiunare e a rendere grazie a Dio per tutto ciò che Lui ci ha donato, per tutto il tempo che saremo vivi. Noi sacrificheremo noi stessi per Gesù come Lui ha sacrificato se stesso per noi”.
“La speranza e la determinazione sono più forti di ogni guerra nella nostra Terra Santa”. Io non so se in questo momento il giovane Suhail Abodawood sia ancora vivo o sia rimasto anche lui ucciso sotto i bombardamenti. Di una cosa sono certo, nella sua giovinezza ha compreso cosa significa vivere questa vita nella comunione con Cristo e nella comunione dei Santi. Che lo Spirito del Signore tenga vive anche in noi le lampade della fede, della speranza e della carità, per continuare a vivere anche le ore buie della vita e della storia alla luce della passione, morte e risurrezione di Gesù, percorso anche per noi necessario per giungere nella comunione dei Santi.

 

(*) custode di Terra Santa

VISITA IL MENÙ DEL GIUBILEO

Leggi anche
Ecclesia

Oratorio Don Bosco: inaugurato il nuovo centro diurno ‘Michele Magone’

Nei giorni scorsi è stato presentato nei locali dell’oratorio ‘San Giovanni Bosco’ di Taranto, il nuovo centro diurno ‘Michele Magone’, con un convegno inaugurale sul tema ‘Alleanze educative per costruire comunità nel territorio’ che ha visto la partecipazione della cittadinanza e della comunità educativo-pastorale. La struttura semiresidenziale accoglierà i minori da destinare a corsi educativi […]

Concerto gospel spostato in San Cataldo per incerte condizioni meteo

A causa delle incerte condizioni meteo la confraternita dell’Addolorata informa che il concerto gospel del gruppo ‘Wake Up Gospel Project’ previsto sulla scalinata della chiesa di San Domenico si terrà sempre stasera, martedì 16 dicembre, nella basilica cattedrale di San Cataldo, alle ore 19. Durante il concerto saranno proposte anche le riflessioni sulla Novena di […]

Giubileo dei detenuti: Leone XIV rilancia l’appello per l’amnistia

“Confido che in molti Paesi si dia seguito” all’auspicio di amnistie e condoni. Papa Leone XIV rilancia con forza, nella messa per il Giubileo dei detenuti celebrata domenica in San Pietro, il desiderio espresso da papa Francesco nella bolla Spes non confundit di concedere “forme di amnistia o di condono della pena volte ad aiutare […]
Hic et Nunc

Giovani in servizio: l’esperienza al centro notturno San Cataldo vescovo

Il Servizio diocesano per la pastorale giovanile e vocazionale, come ogni anno, promuove una proposta rivolta a giovani dai 18 anni in su: un’esperienza di servizio al centro notturno ‘San Cataldo vescovo’ di Taranto, realtà che da anni accoglie persone in difficoltà offrendo ascolto, sostegno e vicinanza concreta. L’iniziativa si terrà sabato 20 dicembre dalle […]

I risultati delle raccolte straordinarie della confraternita di Sant’Egidio per i bisognosi

Riceviamo e pubblichiamo questa nota del priore della confraternita di Sant’Egidio, Pino Lippo, sulle raccolte straordinarie di generi alimentari  nel territorio parrocchiale della Sant’Egidio al Tramontone. “Dal 15 novembre al 13 dicembre 2025 la ‘Bisaccia di Sant’Egidio’, partendo dal sagrato della parrocchia, è diventata la nostra compagna di viaggio quando ci siamo recati, e siamo […]

In San Martino, concerto della fanfara dell’Aeronautica

Martedì 16 dicembre a Martina Franca il ‘Concerto di Natale’ nella basilica di San Martino sarà tenuto dalla Fanfara del comando scuole Aeronautica Militare – 3 Regione aerea, diretto dal 1° Lgt m° Nicola Cotugno.  L’evento sarà offerto dal 16° Stormo dell’Aeronautica Militare di Martina Franca, con il patrocinio dell’amministrazione comunale. Inizio concerto, alle ore […]
Media
16 Dic 2025