Ecclesia

Il magistero di Giovanni Paolo I alla luce della sua biblioteca

Un convegno promosso dalla Fondazione Giovanni Paolo I per presentare il lavoro di ricostituzione, tutela e valorizzazione del fondo librario appartenuto a papa Luciani

29 Nov 2023

di Donatella Gianfrate

Si chiama ‘Illustrissimi’ ed è l’opera letteraria scritta da papa Giovanni Paolo I, al secolo Albino Luciani, nel corso del suo magistero da vescovo, nella forma dell’epistolario tanto cara alla letteratura classica e umanistica. Una raccolta di lettere immaginarie scritte da Luciani a quaranta destinatari, edita nel 1976 e presentata nella sua nuova edizione critica curata dalla giornalista vaticanista Stefania Falasca in occasione della giornata studio svoltasi lo scorso 24 novembre a Roma, nella Pontificia Università Gregoriana di Roma.

“Il magistero di Giovanni Paolo I alla luce della sua biblioteca”. Un titolo che racchiude in sé il macro obiettivo del convegno promosso dalla Fondazione Giovanni Paolo I: presentare il lavoro di ricostituzione, tutela e valorizzazione del fondo librario appartenuto a papa Luciani, la cui parte più consistente oggi è conservata presso la biblioteca diocesana ‘Benedetto XVI’ di Venezia. Al termine del convegno, il rettore p. Mark Lewis S.J., il cardinale Pietro Parolin, presidente della Fondazione, e la dottoressa Stefania Falasca, vicepresidente e rappresentante legale della stessa nonché promotrice della canonizzazione del beato Luciani, hanno siglato un protocollo triennale d’intesa, per regolamentare e promuovere la sinergia e la collaborazione tra le due realtà e per lanciare progetti di ricerca e valorizzazione della biblioteca di Giovanni Paolo I, dando forma così a un rapporto di collaborazione esistente già da tempo tra Fondazione e Università.

Albino Luciani ha portato la sua ricca biblioteca con sé in tutte le sedi nelle quali ha svolto il suo magistero; circa cinquemila volumi giunti in Vaticano l’indomani della sua elezione, molti dei quali andati purtroppo dispersi dopo la sua morte. Il lungo e delicato lavoro di catalogazione condotto dalla Fondazione intitolata a suo nome ha svelato non solo quali testi e carte siano appartenuti a Luciani, ma anche quali tra questi siano stati più “usati” dal papa e, molto probabilmente, anche più “amati”, fissando nelle annotazioni d’archivio tutti i segni di utilizzo e le personalizzazioni– sottolineature, chiose, appunti a margine – che raccontano, in modo non tanto indiretto, la persona di Luciani e i suoi interessi letterari. In particolare, ‘Illustrissimi’ è l’unica opera che Albino Luciani, considerato ai suoi tempi una delle penne più brillanti dell’episcopato italiano, ha voluto rivedere e dare alle stampe da pontefice nel suo breve mandato. Quaranta missive immaginarie scritte per personaggi realmente esistiti e non solo, nelle quali l’autore fa riecheggiare, dietro i versi e le parole, le grandi preoccupazioni che ha sul mondo della Chiesa, consapevole però di parlare attraverso l’opera a un uditorio più ampio del suo solito. ‘Illustrissimi’ è anche, per Luciani, ricerca e sperimentazione di nuove forme di comunicazione universale, tema assai innovativo nella Chiesa ai suoi tempi, precursore di quella che sarà una peculiarità del successivo e lunghissimo pontificato di Giovanni Paolo II, la comunicazione semplice, immediata e universale. Quella di Luciani in ‘Illustrissimi’ è una comunicazione lenta e chiara, tipica della forma epistolare che certamente oggi si è persa con il flusso continuo di messaggi whatsapp e mail con i quali ci si relaziona all’altro. L’autore non parla ‘facile’, ma usa comunque un linguaggio controllato, meditato, rinuncia al plurale maiestatis perché convinto del fatto che l’emergere dell’Io consenta il miglior collegamento empatico con il Tu. Luciani parlava infatti di “sermo humilis”, di linguaggio semplice che arriva direttamente al cuore. «Abbiamo partecipato a questa giornata studio su Giovanni Paolo I, le sue opere e la sua biblioteca perché vogliamo portare questa caratteristica del suo magistero nella nostra comunità parrocchiale attraverso una serie di iniziative religiose e culturali che caratterizzeranno il programma del nuovo anno in arrivo nella nostra comunità – dichiara don Martino Mastrovito, parroco di Regina Mundi a Martina Franca –. Per l’occasione, abbiamo invitato in parrocchia la dottoressa Stefania Falasca, fervida promotrice della fondazione e profonda conoscitrice della figura di Albino Luciani e delle sue azioni di santità nell’ambito della letteratura e della cultura, che ci offrirà il suo contributo e la sua prospettiva sul pontefice». È una figura, quella di papa Giovanni Paolo I, che oggi ha ancora molto da dire. Interessante anche l’approfondimento sulla sua figura e sul suo breve pontificato andato in onda martedì 28 novembre su Rai3 e su Rai Storia, a cura di Paolo Mieli.

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