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Italia, dagli Stati Uniti una lezione di attaccamento alla maglia azzurra

Lorenzo Pellegrini - 2022 Getty Images
25 Mar 2024

di Paolo Arrivo

Non erano il Brasile e l’Argentina ma due formazioni da tenere nella giusta considerazione. Tanto più che il Venezuela aveva bloccato proprio i verdeoro, l’anno scorso, nelle qualificazioni ai Mondiali 2026. Le due squadre affrontate dall’Italia negli Stati Uniti hanno rappresentato un importante banco di prova per il gruppo diretto da mister Spalletti. Un test con vista sul campionato Euro2024, che si giocherà in Germania dal 13 giugno al 14 luglio.

La doppia amichevole

Il primo test di giovedì scorso è stato superato grazie all’italo argentino Mateo Retegui. Gli azzurri hanno dimostrato sportività, fair play, potremmo dire, regalando il goal del momento pareggio al Venezuela in modo speculare a quello regalato da loro (due pasticci delle difese); poi soprattutto hanno dimostrato di non avere più una lacuna offensiva, grazie alla presenza di un attaccante di peso. Appunto Retegui. Il quale è stato tra le note positive della prima amichevole giocata dall’Italia a Miami, insieme al portiere Gigio Donnarumma, capace di neutralizzare un calcio di rigore. Un portierone capace di fare papere e grandi numeri. Una certezza, un punto fermo, ad ogni modo.

Lo stesso Donnarumma è stato sostituito da Guglielmo Vicario, che non ha avuto problemi nel difendere la sua porta nella partita vinta 2-0, ieri, con l’Ecuador. Una squadra, quella sudamericana, ancora più insidiosa del Venezuela – nel secondo tempo l’Italia ha dovuto soffrire. Il grande protagonista è stato Lorenzo Pellegrini che ha sbloccato il risultato dopo appena tre minuti di gioco: nel post Mourinho, il capitano della Roma sta vivendo un momento d’oro.

L’Italia s’è desta, verso l’Europeo

Nonostante gli insuccessi delle ultime stagioni, le mancate qualificazioni a due Campionati del mondo, la nazionale italiana continua ad essere amata e seguita, in un Paese dove il calcio non è stato spodestato dalle altre discipline sportive. Il sentimento è forte anche oltreoceano. Lo attesta il bagno di folla che gli azzurri hanno ricevuto a New York, prima del secondo match vinto con l’Ecuador. E i tanti spettatori che hanno riempito gli spalti alla Red Bull Arena. I calciatori (bene Raoul Bellanova, tra i nuovi) hanno fatto la loro parte onorando l’amichevole: proprio gli innesti, l’assenza di “senatori”, garantiscono l’impegno sul terreno di gioco, perché nessuno ha per scontato il proprio posto.

Siamo sempre apprezzati e ben accolti. D’altronde, siamo sempre i campioni d’Europa. Almeno fino all’estate prossima. Abbiamo un allenatore filosofo capace di rendere il suo calcio filosofico. Perché sa motivare i suoi calciatori, l’ex tecnico del Napoli tricolore, spingendoli a guardare nella giusta direzione. “Siamo sempre stati squadra”, ha detto nel post gara Luciano Spalletti, sottolineando che la strada per l’Europeo è ancora lunga. Abbiamo un titolo da difendere e un grande palmares. Riconfermarsi sarà complicato, non impossibile: siamo sempre i maestri del pallone, e a ricordarlo sono gli altri, quando lo dimentichiamo o non ci crediamo più, noi.

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