Formazione cristiana

Una bussola per iniziare alla vita di fede, convegno regionale degli uffici catechistici

12 Lug 2024

di Paolo Simonetti

La Città bianca di Ostuni si è animata con la presenza dei novanta delegati degli uffici catechistici pugliesi in due intense giornate estive per l’annuale convegno dedicato al tema “Una bussola per iniziare alla vita di fede”. Quest’anno l’iniziativa ha assunto una rilevanza e un respiro nazionali perché l’ufficio catechistico della Cei, diretto da mons. Valentino Bulgarelli, ha deciso di disseminare sul territorio delle venti regioni conciliari italiane il convegno che solitamente si svolgeva in un’unica sede, per rendere lo stile sinodale più concreto, visibile e fruttuoso.

Nei giorni 4 e 5 luglio scorsi, nel centro di spiritualità “Madonna della nova”, a Ostuni, i partecipanti, direttori ed équipe diocesane hanno potuto riflettere e lavorare attivamente sulle parole chiave tratte dal testo degli Orientamenti della Conferenza episcopale italiana ‘Incontriamo Gesù’,  ormai a dieci anni dalla loro pubblicazione: ‘abitare, annunciare, iniziare, testimoniare’. La delegazione tarantina era composta da Fabio Mancini, Dora Zigrino, Marilena Tria, Teresa di Mitri e Paolo Simonetti.

Perché questo evento? Una domanda fondamentale a cui ha risposto don Francesco Nigro, direttore della commissione regionale per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi, nel suo intervento di apertura. “Spesso abbiamo associato annuncio e catechesi con la sola esperienza catechistica dei ragazzi di iniziazione cristiana. Se la Chiesa è definita come madre feconda che genera alla fede (come si legge in Incontriamo Gesù 47), in che modo i nostri adulti, i nostri giovani e ragazzi sono accompagnati a varcare la soglia dell’esperienza formale della relazione con Dio verso un rapporto stabile e consapevole? Ci poniamo spesso la domanda su cosa fare per suscitare nuovi cristiani, quali strategie pastorali, progetti o strumenti usare, ma ci dovremmo forse chiedere che cosa sta accadendo nella relazione tra Dio e gli uomini e le donne di oggi”.

“La grande sfida – ha proseguito – è ripartire dall’annuncio della fede, da un ascolto accogliente e fruttuoso che possa permettere a ciascun battezzato di rivedersi nelle Scritture come in uno specchio per rileggere il proprio vissuto personale e comunitario. Aquila, Priscilla e gli altri credenti citati dagli Atti degli Apostoli sono laici e laiche, meglio, battezzati che hanno scoperto il fascino del Vangelo e si sono messi in gioco e hanno portato con entusiasmo e passione, fino al martirio. San Paolo parlando del suo ministero di evangelizzatore afferma: noi siamo «collaboratori di Dio» (1 Cor 3,9). Poco prima ha parlato del suo servizio e di quello di Apollo verso la comunità dei Corinti, dicendo: «Io ho piantato, Apollo ha irrigato, ma è Dio che ha fatto crescere» (1 Cor 3,6)”.

La presenza paterna di mons. Francesco Neri, arcivescovo di Otranto e presidente della commissione regionale per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi, ha accompagnato l’intero percorso senza far mai mancare le sue parole di esperto e la sua testimonianza di fede.

Numerosi i contributi che hanno animato il lavoro del grande gruppo. Il primo giorno ha dato avvio al convegno il prof. Alberto Fornasari, dell’Università di Bari, il quale ha fornito le coordinate dell’abitare nella società post-digitale lasciando trasparire le sfide e le opportunità che si aprono per il campo della catechesi. Le parole della prof.ssa Rosanna Virgili, biblista, invece, hanno tratteggiato il senso dell’annunciare, facendo riferimento alla realtà delle comunità e al ricchissimo patrimonio di figure del Nuovo Testamento.

Nella seconda giornata si sono susseguiti il prof. Mauro di Benedetto, direttore del Centro di Azione liturgica, e il prof. Francesco Zaccaria, della Facoltà teologica pugliese e responsabile del Progetto “Parrocchie missionarie e sinodali” dell’Istituto pastorale pugliese. È toccato poi a tre direttori pugliesi: don Vito Sardaro, dell’arcidiocesi di Trani, Barletta, Bisceglie, don Giacomo Lombardi, della diocesi di Oria e don Mario Castellano dell’arcidiocesi di Bari Bitonto, coordinati da Paolo Simonetti, raccontare i vissuti e i percorsi in atto per la formazione dei catechisti in tre zone della Puglia.

A portare il saluto dell’ufficio nazionale e a garantire la dimensione aperta al di là dei confini pugliesi ci sono stati don Alberto Zanetti, collaboratore dell’ufficio nazionale e don Francesco Vanotti, di Como, impegnato nella commissione nazionale per il catecumenato, il quale ha illustrato come oggi si tratti di vivere un passaggio da una preoccupazione di comunicare dei contenuti al suscitare esperienze di bellezza per le persone, al far gustare per la vita di oggi la buona notizia del vangelo. Come dice il Nuovo Direttorio per la Catechesi: non si tratta di insegnare qualcosa, ma di far incontrare Qualcuno. La catechesi, l’azione dell’annuncio, se stanno così le cose, non può abitare anzitutto le nostre aule scolastiche, non può essere solo cognitiva, non è un’azione didattica, ma iniziatica. Per iniziare, ci vuole un villaggio, cioè una comunità.

Iniziare, ha concluso poi don Francesco Nigro, tocca non soltanto l’intelligenza delle idee ma anche i sensi, le emozioni, i ricordi, la fantasia. Riguarda gli affetti, i desideri ed il corpo. Ha a che fare con i legami e con la “memoria delle esperienze vissute” (A. Fossion).

L’auspicio espresso durante i lavori è che dal convegno possano emergere degli orientamenti per l’iniziazione cristiana che raccolgano il meglio dell’esperienza pugliese da consegnare all’intera regione il 21 settembre a Bari durante la grande assemblea dei catechisti di Puglia con i vescovi.

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