Città

La privatizzazione degli asili nido passa per un solo voto e tra molte polemiche

27 Dic 2024

di Silvano Trevisani

Un “tradimento”: così il segretario generale della Cgil Giovanni D’Arcangelo definisce la decisione fortemente voluta dal sindaco Melucci e votata dal consiglio comunale dalla striminzita maggioranza che lo sostiene, di privatizzare gli asili nido comunali. Un tradimento nei confronti di quei bambini che tante volte vengono additati strumentalmente in tante battaglie, ma che poi non vengono difesi, in nome dei conti pubblici. Che comunque restano nebbiosi e che potrebbero essere rimessi in discussione dai ricorsi al Tar, preannunciati dalle opposizioni.

Le manifestazioni

A nulla è valsa la doppia mobilitazione messa in atto in difesa degli asili nido comunali ed evitare la privatizzazione. Nel pomeriggio di venerdì scorso, 27 dicembre, le mamme si erano ritrovate in piazza Immacolata per manifestare il loro dissenso. Ieri mattina, invece, mentre si svolgeva una seduta del consiglio comunale particolarmente “agitata”, si svolgeva una manifestazione sindacale indetta da FP Cgil, Cisl FP e Uil FPL Taranto davanti al Palazzo di città, con la partecipazione delle educatrici.

Se famiglie e sindacati concordano nel ritenere fondamentale che il Comune continui a erogare il servizio, senza devolverlo ai privati, i motivi ci saranno. E vengono spiegati in vario modo: mettere al primo posto la qualità del servizio rispetto alla logica del mercato; valorizzare la professionalità del personale acquisita in anni di formazione e di lavoro; evitare la scure di tagli che sempre incombe di fronte all’esternalizzazione, e così via.

I bambini di Taranto – si legge in una nota – hanno diritto a un servizio educativo pubblico e di eccellenza, e il personale educativo deve poter contare su stabilità e condizioni che consentano di costruire un legame educativo stabile e duraturo”.

La posizione del Comune

Ma proprio il sindaco Melucci, nella conferenza stampa di fine anno, oltre elencare le cose fatte e le molte altre che iscritte nel libro dei sogni, si era soffermato sul problema sostenendo le ragioni della scelta. Che, sottolineava, non vede certo l’amministrazione comunale unica in questo orientamento. Secondo il sindaco, la gestione privata comporterebbe per le famiglie rette più contenuti e per il Comune un risparmio di 1,6 milioni di euro. “Consentendo in tal modo al Comune di partecipare a nuovi bandi e misure per la manutenzione straordinaria delle medesime strutture esistenti” e “notevole potenziamento del capitale umano negli uffici amministrativi”.

Le ragioni dei contrari

Ma i dati non vengono dettagliati specificamente e alimentano dubbi sulla logicità di queste affermazioni. Perché, ci si chiede, se con i risparmi garantiti dal passaggio ai privati si potrebbero fare nuove assunzioni di dipendenti comunali, proprio nei giorni scorsi sono state assunte nuove educatrici dal Comune? Se poi i privati risparmiano e chiedono davvero rette inferiori, allora il Comune ammette di conseguenza di aver gravato sui costi? E che senso ha provvedere alla manutenzione pubblica di strutture date in gestione ai privati?

E poi: se è vero che e il Comune di Taranto vuole intraprendere la strada che altri Comuni hanno già percorso, è anche vero che sono molti i Comuni che stanno facendo il percorso opposto, riappropriandosi di strutture private per ragioni di efficienza educativa ed economica.

Gli interrogativi

Sorgono, a questo punto, interrogativi anche sulle vere motivazioni che, se davvero fossero stringenti, dovrebbero essere meglio definite e formalmente assicurate, a partire dalla garanzia occupazionale di tutto il personale. Ivi compreso quel 56% che, secondo le parole del sindaco, non è dipendente dell’amministrazione ma ha certamente pari dignità umana e lavorativa. Ci si chiede, infatti, se i privati sarebbero in grado di mantenere i livelli occupazionali e le professionalità e come pensano di rendere remunerativo un servizio che, nelle spiegazioni del sindaco, avrebbe minori costi. Davvero con i buoni educativi regionali, oggetti nebulosi e tutti da verificare?

Affermare che la privatizzazione migliorerebbe la qualità del servizio – sostengono i sindacati – significa, di fatto, mettere in discussione l’impegno, la professionalità e il valore che queste donne (e uomini) portano ogni giorno nelle vite delle famiglie tarantine. Gli asili nido comunali sono molto più di un servizio: sono un investimento essenziale nel futuro della comunità, un sostegno irrinunciabile per le famiglie e una garanzia di educazione per i più piccoli”. Affermazioni che non possono non trovarci d’accordo.

Ma, come è ormai noto, la privatizzazione passa nel Dup che però è approvato con soli 17 voti, 15 contrari e 3 astenuti. Sugli asili vi sono distinguo e dissociazioni anche all’interno della maggioranza, oltre alle dure critiche dell’opposizione, ma si tratta di una evidente imposizione e non si torna indietro.

“Il semaforo verde dato alla privatizzazione e quindi all’ingresso nel mercato privato e del fatturato nei servizi educativi per l’infanzia, avallato dal si di 17 consiglieri comunali di Taranto imbarazza e non poco – termina la nota inviata da D’Arcangelo – e in una delle città come Taranto, morsa dalla disoccupazione e dalla povertà, cancella anche la speranza. Sindaco ci ripensi, se non se n’è ancora accorto, stiamo parlando della vita di suoi concittadini, all’interno di una città che lei ha l’onere e l’onore di amministrare per il bene comune. Noi non ci fermeremo e insieme alle persone in carne e ossa, alle lavoratrici e ai lavoratori, al mondo dell’associazionismo faremo il possibile per salvare gli asili nido comunali pubblici”.

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