Intervistiamo i candidati sindaco: Tacente, lista civica con diverse anime

Chiudiamo il giro delle interviste ai candidati sindaco di Taranto con Francesco Tacente, ultimo in ordine alfabetico. Il 42enne avvocato guida, tra gli altri, il gruppo dei fedelissimi di Rinaldo Melucci, che lo volle presidente del Consorzio trasporti pubblici, sparsi nelle sette liste che fanno riferimento a lui. A cominciare da: “Taranto popolare”, “Patto popolare”, “Fortemente liberi”, “Noi Taranto”, “Riformisti socialisti”.
In quest’ultima lista spicca il drappello più numeroso di ex consiglieri e assessori vicini a Melucci, ma altre due liste derivano da ambiti precisi: “Prima Taranto”, fa riferimento alla Lega, dissociatasi dal centrodestra, e sponsorizzata da Salvini e Vannacci. Fatto questo che ha procurato non poche critiche cui Tacente si è limitato a rispondere “Taranto ha bisogno di risposte concrete non di polemiche ideologiche”. Ultima lista di sostegno è “Evviva Taranto – Udc” in ci riappaiono veterani della politica locale. Anche a Tacente abbiamo rivolto alcune domande.
Come candidato sindaco e punto di riferimento delle liste che fanno capo a lei, viene additato come eredità politica e operativa di Rinaldo Melucci. É così?
Non è così perché quella che rappresento è una larga coalizione civica d’ispirazione moderata. Gli ex amministratori sono meno del dieci per cento. Il novanta per cento non ha mai avuto iscrizione ai partiti, come io stesso del resto, e proviene dalla società civile, dalle professioni, dall’impresa, dal commercio e dal mondo del volontariato cattolico.
Ma non è un mistero che molti dei rappresentanti presenti nelle sue liste sono rimasti “fedeli” a Melucci.
Quel che posso dire, per amore di onestà. è che la giunta Melucci non è caduta per problematiche attinenti al dissesto economico finanziario o a scandali giudiziari ma è caduta per errori personali di alcuni amministratori, per mancanza di rapporto fiduciario coi cittadini. Per cui noi saremo fra la gente e, come ci ha indicato l’arcivescovo Miniero nell’ultima omelia per San Cataldo, interpretiamo la politica non come mestiere ma come servizio per il bene comune.
Cosa recuperereste della giunta passata?
Bisogna valorizzare tutto ciò che di buono è stato iniziato. Pensiamo ai grandi progetti avviati, come il Just transition fund, che dispone di fondi regionali ma di programmazione comunale. Pensiamo al Brt, che rivoluzionerà la mobilità sostenibile o ai grandi contenitori culturali, come gli ex Baraccamenti Cattolica, e poi bisogna correggere ciò che di distorto c’è stato…
Cioè…?
Mi riferisco, come ho già detto, alla mancanza di rapporto con i cittadini, in fatto di fiducia e collaborazione. Si è stati chiusi nelle stanze del potere e il dialogo è stato carente.
Il prossimo sindaco si troverà tra le mani una patata bollente come la vicenda dell’ex Ilva.
Qui dobbiamo fare un piccolo distinguo. Ciò che è accaduto sia in ambito ambientale che di sicurezza del lavoro, nei giorni scorsi ha risvolti molto gravi e preoccupanti… il sindaco non decide quello che succede in ambito aziendale ma è la massima autorità sanitaria. Da sindaco farò rispettare i temi della salute e dell’ambiente e, se ci sarà una continuità aziendale, saremo pronti a far rispettare il territorio. A partire dalla decarbonizzazione e dal superamento dell’impatto sanitario.
VISITA IL MENÙ DEL GIUBILEO

