‘Il discernimento e la spiritualità degli evangelizzatori’
La terza giornata di comunità alla Sacro Cuore di Statte

Con la terza giornata della comunità si concludono gli appuntamenti della parrocchia del Sacro Cuore di Statte dedicati alla riflessione sull’Esortazione apostolica ‘Evangelii gaudium’. La scomparsa di papa Francesco ci aveva profondamente destabilizzati, lasciandoci un senso di smarrimento e dolore. Tuttavia, abbiamo accolto con gioia e speranza l’elezione di Leone XIV, il quale in occasione dell’incontro del collegio cardinalizio tenutosi lo scorso 10 maggio, ha dichiarato di «sentirsi chiamato a proseguire questa scia» sottolineando alcuni punti fondamentali dell’Evangeli Gaudium: il ritorno al primato di Cristo nell’annuncio, la conversione missionaria, la crescita nella sinodalità, l’attenzione al ‘sensus fidei’ e alla pietà popolare, la cura degli ultimi, il dialogo coraggioso con il mondo contemporaneo.
I primi due incontri vissuti dalla comunità guidati da don Giovanni Agrusta si sono rivelati opportunità preziose per confrontarsi e mettere in luce le problematiche della vita parrocchiale, al fine di favorire cooperazione e condivisione tra i vari membri. Pertanto quest’ultima tappa, grazie anche alla presenza di padre Saverio Zampa che si è dimostrato particolarmente arricchente per tutti i presenti, ha offerto un’ulteriore occasione d’introspezione, analisi e preghiera circa il discernimento e la spiritualità degli evangelizzatori.
Nella Chiesa si parla di evangelizzazione e promozione umana, ma è fondamentale ragionare in maniera inclusiva e non esclusiva mediante polarità, quindi non con l’aut/aut ma con l’e/e, per evitare di cadere in contrapposizioni rigide che dividono o limitano la comprensione della realtà. Non esiste solo una priorità, ma possono essercene molte.
Partendo dall’invito di papa Francesco a vivere un discernimento autentico, guidato dallo Spirito Santo, al fine di diventare evangelizzatori gioiosi e coraggiosi, padre Saverio ha presentato e spiegato i “criteri-guida” introdotti dal Papa e contenuti nei numeri 221-237 dell’Evangelii Gaudium, utili per il discernimento, appunto, e per adottare decisioni consapevoli e responsabili nella vita sociale ed ecclesiale.
A cosa servono questi principi e che cosa bisogna dare priorità?
Il primo è ‘il tempo è superiore allo spazio’ (222-225). Questo è il principio del seminatore: il Papa ha invitato a riscoprire la gradualità e l’importanza di avviare i processi che hanno bisogno di tempo per svilupparsi. È l’antidoto al “tutto, subito e qui”. Il tempo indica un orizzonte aperto verso il futuro, mentre lo spazio riporta ad un limite che chiude e conclude, quindi significherebbe risolvere tutto e subito. In altre parole, questo principio esorta ad investire nella formazione e non chiedere un servizio immediato, ma anche nella promozione della riforma della Chiesa.
Il secondo principio è ‘l’unità prevale sul conflitto’ (226-228). Ogni relazione è caratterizzata dall’incontro e dallo scontro, da vedute e progetti differenti. Al fine di far fronte ai possibili conflitti, Papa Francesco ha offerto un criterio di comportamento e afferma che i conflitti non vanno ignorati, ma devono essere accettati e il modo migliore per farlo, il più adeguato, è accettare di sopportare il conflitto, cercando insieme i punti in comune.
Il terzo criterio è ‘la realtà è più importante dell’idea’ (231-233): la realtà semplicemente è, l’idea si elabora. Queste due dimensioni devono dialogare costantemente al fine di evitare che l’idea si distacchi dalla realtà. Tale principio, anche chiamato ‘principio di realtà’, per i cristiani ha fondamento nel mistero dell’incarnazione: Gesù è uomo e Dio. Gesù si è radicato nella storia, pertanto è importante valorizzare la storia e la tradizione della Chiesa. La Parola realizzata produce opere di giustizia e carità.
L’ultimo criterio-guida è ‘il tutto è superiore alla parte’ (234-237). Si tratta di un principio molto pratico che invita a non cadere nel quotidiano, e al tempo stesso a non perdere di vista il locale. La priorità sta nell’evitare di cadere in questi due estremi: l’uno, che i cittadini vivano in un universalismo astratto e globalizzante, ignorando ciò che accade nel mondo; l’altro, che diventino un museo folkloristico, costretti a rimanere sul proprio senza allargare all’universale. Il Papa ha fatto riferimento all’immagine del poliedro, una figura geometrica in cui il tutto si compone di singole facce, ognuna delle quali mantiene la sua identità, ma è assunta dalla figura complessiva: riflette la confluenza di tutte le parzialità che in esse mantengono la loro originalità.
Dopo aver approfondito i quattro criteri, padre Saverio ha illustrato il capitolo quinto dell’Evangelii Gaudium, sezione dedicata al protagonista dell’evangelizzazione: lo Spirito Santo. Quest’ultimo si manifesta mediante la spiritualità, cioè un modello di Spirito che viene dal Vangelo, in altre parole, incarnare il Vangelo secondo uno stile.
Ma qual è la spiritualità di un evangelizzatore? È aprirsi senza paura alla spiritualità che viene dallo Spirito Santo per vivere con coraggio l’annuncio e la conversione missionaria. È vivere la gioia profonda che nasce dall’incontro con Gesù, gioia che deve essere trasmessa con entusiasmo e testimonianza autentica. È avere una profonda passione nei confronti di chi soffre, vivendo esperienza di appartenenza e comunione con il popolo di Dio. È uscire dalla propria comodità per raggiungere chi è lontano dalla fede e dall’incontro con il Risorto.
In seguito al primo momento della giornata, i partecipanti, divisi in piccoli gruppi, hanno avuto modo di confrontarsi tra loro rispondendo a tre quesiti:
Papa Francesco ci affida quattro criteri-guida per una vita sociale e religiosa orientata al bene. Quale di questi potrebbe maggiormente ispirare le nostre scelte personali e comunitarie? Nel tuo cammino di fede ricordi quando hai fatto l’esperienza nell’incontro personale con Gesù? Come questo momento, dell’incontro con il Risorto, ha inciso nella tua vita cristiana e nel tuo servizio nella comunità? Le iniziative nella comunità in che modo alimentano la tua spiritualità?
Dal dibattito conclusivo è poi emerso che i principi enunciati da papa Francesco sono complementari, in quanto tutti e quattro affrontano le sfide della vita ecclesiale e sociale, insieme formano un quadro dinamico favorendo un cammino di comunione e responsabilità condivisa. Ogni storia è diversa, ciascuna conduce ad una strada che a sua volta confluisce nella comunità. Tuttavia l’incontro con il Risorto è sempre inaspettato e spesso frutto della mediazione di una terza persona che ti invita a partecipare o a seguirlo in una determinata occasione. Poi all’invito segue la risposta dell’interessato, attiva e del tutto personale. Infine le iniziative nella comunità che alimentano la spiritualità non mancano, ma gli orari non sempre soddisfano le esigenze di chi vorrebbe parteciparvi.
L’’Evangelii Gaudium’, quindi, non è solo un programma pastorale, ma un invito a vivere una fede che trasforma, un cammino di conversione e di rinnovamento personale e comunitario, per essere segno autentico della presenza di Dio nel mondo e portatori di una gioia capace di attrarre e coinvolgere tutti.
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