Tennis, la fortuna aiuta gli audaci. E pure i numeri uno
Martedì otto luglio 2025. Non sappiamo come andrà a finire l’appuntamento clou del tennis, Wimbledon, il torneo del Grande Slam giunto alla seconda e decisiva settimana, ma di certo Jannik Sinner ha corso un gran bel rischio non preventivabile: sotto di due set nel match che lo ha contrapposto a Grigor Dimitrov, il numero uno del mondo ha passato il turno senza dover rimontare, faticare, e portare l’incontro al quinto parziale. Ovvero è approdato ai quarti di finale grazie all’infortunio capitato al bulgaro. L’episodio può avere una duplice chiave di lettura: la dea bendata ha sorriso all’altoatesino, oppure lo stesso ha avuto giustizia, beneficiato di una sorta di compensazione divina per quanto gli era capitato – se consideriamo un’ingiustizia lo stop di tre mesi dovuto al caso Clostebol.
Il torneo
Nelle ore che precedono la pubblicazione di questo articolo, dai campi di tennis in erba sono arrivate queste sentenze non definitive, dagli incontri giocati: Carlo Alcaraz, il principale avversario di Sinner, ha confermato di saper giocare alla grande su qualsiasi terreno, e non solo sulla terra rossa dove è il re incontrastato; Novak Djokovic è una mina vagante, tutt’altro che intenzionato ad appendere la racchetta al chiodo, mosso dal desiderio di vincere un altro Slam (il 25esimo in carriera) alla soglia dei quarant’anni; Flavio Cobolli è la grande sorpresa azzurra, in crescita esponenziale, ottavo italiano a essere arrivato almeno ai quarti di finale a Wimbledon in singolare. Al netto di quello che potrà accadere sino alla finale, i risultati restano scritti in campo: sono già storia, non cancellabili. Nemmeno si possono ignorare i flop di tennisti quotati. Come Daniil Medvedev, Stefanos Tsitsipas e Matteo Berrettini – quest’ultimi due hanno abbandonato Wimbledon al primo turno. Ognuno per motivi diversi, più o meno dichiarati. Ognuno ha i suoi guai. Ma dopo ogni crisi si può rinascere.
Il tennis come metafora di vita
Con riferimento allo stesso match Sinner – Dimitrov, l’insegnamento che se ne può trarre è il dovere di lavorare e di non disperare. Perché l’inconveniente nella vita capita. E non è sempre negativo, grazie a Dio. Alle volte, la fortuna gira dalla parte auspicata. A patto di perseverare in un impegno che sia continuativo e massimale. Jannik in questo può essere considerato un maestro: è un maniaco dell’allenamento, si sa; ed è proprio grazie al lavoro, oltre al talento innato, che è riuscito a regnare sul trono del tennis mondiale in giovanissima età. Ha già dimostrato di saper superare i momenti più complicati. Ha ricevuto un colpo di fortuna preceduto da uno di sfortuna, a inizio settimana: l’infortunio al gomito destro, provocato da una caduta al primo game, sul 40-40, lo aveva condizionato proprio in quei due set non giocati al massimo delle sue possibilità. Il resto lo conosciamo. Lunga è la carriera dell’italiano, nella quale i suoi successi e gli eventuali momenti altalenanti vanno contestualizzati.
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