Lavoro

Ilva: le parti d’accordo solo su: no al carbone e forni elettrici, ma tutto il resto le divide

31 Lug 2025

di Silvano Trevisani

Bitetti torna, i conti no! Il sindaco di Taranto che, come era prevedibile, ha ritirato le dimissioni motivate dall’aggressione verbale subita lunedì scorso, ha preso parte alla riunione al Mimit, seppure giungendo un po’ in ritardo, ma i risultati non sono stati quelli che ci si aspettava, almeno dal governo. L’incontro svoltosi al Ministero delle imprese e del Made in Italy, si è chiuso con un compromesso “al ribasso”, cioè sull’identità di vedute solo sull’intento di decarbonizzare, del quale è regista il ministro Adolfo Urso. Che nel verbale dell’incontro ha fatto scrivere: “sulla base di quanto emerso nella riunione in ordine all’importanza degli obiettivi di piena decarbonizzazione condivisi da tutti i rappresentanti istituzionali, dà mandato ai commissari di Adi in As affinché tali obiettivi siano recepiti nell’aggiornamento della gara in corso”. Per consentire agli enti locali, come da loro richiesta, di riunire gli organi assembleari al fine di esprimere compiutamente le loro posizioni sul Piano di decarbonizzazione “ed anche, eventualmente, in merito alla migliore collocazione del Polo del Dri”, è stato inoltre fissato un incontro il 12 agosto.

Un altro punto, in realtà, che ha fatto registrare identità di vedute: l’obiettivo di realizzare tre forni elettrici per rilanciare lo stabilimento siderurgico. Ma non è stato inserito nel verbale finale, in presenza di opposte vedute su tutti gli altri aspetti: dalla produzione di preridotto di ferro (DRI) alla nave rigassificatrice. L’unità di intenti sugli obiettivi minimi, condivisi dal ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e anche del sindaco Piero Bitetti, non è stata sufficiente alla stesura di un verbale condiviso: Si sono rifiutati di firmarlo sia il sindaco, che ha chiesto tempo per un passaggio in Consiglio comunale, sia la Provincia di Taranto che ha contestato l’attuale Autorizzazione di impatto ambientale che permetterebbe altri 12 anni di produzione a carbone. Vi sono stati anche momenti di netta contrapposizione, con l’uscita dalla riunione del presidente della Provincia Palmisano. Mentre il Comune ha anche annunciato che, previa valutazione legale, presenterà ricorso al Tar contro l’Aia che autorizza, se contestualmente all’accordo non partirà la revisione dell’autorizzazione stessa.

Già prima dell’incontro il presidente della Regione Emiliano aveva avvertito che sarebbe stato molto difficile immaginare un’intesa, “direi quasi impossibile. Dobbiamo far vedere la bozza dell’accordo definitivo ai partiti del centrosinistra”. Emiliano aveva infatti evidenziato le divisioni interne alla coalizione, soprattutto a livello locale, dove Movimento e 5 Stelle e Verdi osteggiavano l’accordo verso cui il Pd era favorevole.

Nel corso del vertice, Bitetti ha illustrato una proposta alternativa per la riconversione dell’ex Ilva, che rispecchia in pratica quella poi approvata e diffusa nel pomeriggio dai partiti della maggioranza che sostengono la giunta. Queste le condizioni dettata dalla maggioranza: “dismissione irreversibile dell’area a caldo entro il 2030; predisposizione di un impianto DRI alimentabile progressivamente a idrogeno verde; avvio contestuale delle bonifiche ambientali; revisione dell’AIA con valutazione di impatto ambientale e sanitario preventiva; impianto di cattura di CO₂; piani di tutela e ricollocazione dei lavoratori”

In caso di mancato rispetto degli impegni, Taranto chiede l’introduzione di clausole di revoca per garantire l’effettiva realizzazione del piano.

Per quanto riguarda il gas, il piano del Comune, che esclude esplicitamente la nave rigassificatrice, cerca di restare entro i 2 miliardi di metri cubi l’anno, quantità già oggi disponibile sul sito, ma alcune valutazioni tecniche hanno fatto notare che, sommando ai forni elettrici un impianto DRI, il fabbisogno supererebbe comunque questa soglia.

“Andiamo avanti – ha dichiarato il ministro del termine dell’incontro – nell’augurio di raggiungere il maggior consenso possibile nel piano di decarbonizzazione dell’ex Ilva. Il negoziato proseguirà a oltranza per coniugare la transizione ambientale con la sostenibilità economica e produttiva. Con il consenso di tutti gli attori istituzionali, daremo indirizzo ai commissari di aggiornare subito la gara ai fini della piena decarbonizzazione. Questo accadrà nella prossima settimana. Domani, a Palazzo Chigi, insieme agli altri ministri relazioneremo ai sindacati gli obiettivi che sono stati conseguiti per ascoltare, come sempre doverosamente, le loro proposte”.

In attesa dell’aggiornamento del confronto politico, nel pomeriggio la Camera ha approvato in via definitiva il decreto legge “ex Ilva”, che prevede fino a 200 milioni di euro per garantire la continuità produttiva e la sicurezza degli impianti in amministrazione straordinaria.

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