Sant’Egidio, frate di strada: il libro di padre Tonino Maria Nisi

“S.Egidio da Taranto, cronache delle ‘pazzie mariane’ di un frate di strada” (editrice Aga)è il titolo dell’ultimo libro di padre Tonino Nisi, studioso della vita dell’umile fraticello tarantino, elevato agli onori degli altari il 2 giugno 1996.
Bene fa l’autore a definire ‘frate di strada’ il nostro santo, elencandone le numerose motivazioni in quanto ogni giorno,durante il giro quotidiano della questua, evangelizzava e portava speranza in ogni ambito di vita della Napoli settecentesca (e dei primi del 1800). Operatore di pace,Egidio visitava periodicamente le gendarmerie borboniche e francesi chiedendo di non angariare più il popolo; ai carcerati egli portava, ogni domenica, conforto, cibo e notizie dei familiari; lo stesso faceva per gli ammalati nelle case e negli ospedali, non lesinando benedizioni anche per i medici; nei mercati e nei quartieri malfamati amava fermarsi con i ‘guaglioni’, gli ‘scugnizzi’ e i ‘lazzaroni’ mente al porticciolo di Chiaia andava incontro a marinai,armatori e pescatori,intrattenendosi con profughi e migranti clandestini attratti dal miraggio cosmopolita della capitale del Regno; attenzione e premura in particolare egli nutriva per i poveri dei ’bassi’, più simili a tuguri che a case, oltre che per gli anziani che cercavano un modo di sfuggire dalle noie della giornate e dai malanni dell’età. Ma da dove trovava la forza e lo spunto per compiere tutto questo, instancabilmente e con grande entusiasmo? Semplice, da Maria, di cui Egidio fin da piccolo è stato grande devoto, spinto soprattutto dall’esempio della famiglia e in particolare del papà, confratello del Rosario. Sant’Egidio non era uomo di cultura (ricorda padre Tonino), forse non sapeva leggere o scrivere, per cui la conoscenza di Maria è stata quella ricevuta da bambino, che è quella riveniente dal Vangelo, dalla tradizione, dalla liturgia e dalla pietà popolare: quattro realtà che fanno da filo conduttore, garanzia di sicura e solida devozione mariana. A tutti ancora oggi egli ripete: Amate la Madonna, Ditelo alla Madonna, Andate dalla Madonna, Ricorrete alla Madonna, Lasciate fare a Maria Santissima. Da tutto questo scaturisce la denominazione di Sant’Egidio quale ‘cavaliere e giullare della Madre di Dio, dell’Immacolata’, della quale preparava con molta cura le sue feste, soprattutto quella dell’Immacolata. Sant’Egidio riceveva dai superiori, per queste incombenze, l’incarico di maestro delle cerimonie, adoperandosi, con le offerte di amici e benefattori, a provvedere alla paratura della chiesa, alle luminarie, ai fuochi d’artificio, alle candele, ai fiori e alla banda musicale. Una corretta e completa spiritualità mariana, inoltre, non può ignorare la figura di San Giuseppe, al quale Dio affida gli inizi della redenzione alla sua custodia premurosa. Il santo patriarca occupava infatti un posto d’onore nella sua spiritualità; ogni volta che egli pensava a Gesù i palpiti del suo cuore si rivolgevano alla Madonna e tutte le volte che pensava a Maria, la sua mente correva a San Giuseppe. Tanto che, all’atto di indossare il saio, egli ottenne di assumere il nome di fra Egidio Maria di San Giuseppe. Questi e tanti altri racconti sulla vita dell’umile fraticello sono contenuti nel lavoro editoriale di padre Tonino, la cui prefazione è curata dall’arcivescovo mons. Ciro Miniero con la presentazione di Mimmo Mazza (direttore della Gazzetta del Mezzogiorno), notazioni di Filippo Maria Boscia (consultore della Cei per l’ufficio nazionale per la pastorale della salute) e di Nicola Simonetti (medaglia d‘oro al merito della sanità pubblica).
Egidio da Taranto-cronache delle ‘pazzie mariane’ di un frate di strada – Tonino Maria Nisi – pp. 134 – 15 euro.
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