Questione di Eccellenza: il Taranto dei Ladisa
Passione ed entusiasmo. Voglia di rimboccarsi le maniche, di lavorare sodo, per dare slancio al percorso di rinascita, nel mondo del pallone: tutto questo si respirava nell’incontro di presentazione del nuovo Taranto alla cittadinanza, per mezzo del primo cittadino. La SS Taranto dei fratelli Sebastiano e Vito Ladisa è un cantiere aperto, nel quale si può rintracciare la dinamica condivisa: da un lato, a guidare la macchina, i lavori, ci sono le ambizioni legittime e doverose di una grande piazza (può essere considerato ancora tale, il capoluogo ionico, lontano anni luce dalla cadetteria); dall’altro il principio della realtà, che impone di procedere con gradualità, e con prudenza.
A una squadra improvvisata, costruita di sana pianta, non si può chiedere di trovare subito l’amalgama. Anche se viene costruita con pezzi da novanta. Il primo step è prendere coscienza di cosa significhi disputare un campionato di Eccellenza, tra pochi giorni al via; quindi trovare i mezzi per vincere ogni battaglia sul campo di gioco.
Il sogno di Ladisa
La parola d’ordine è inclusione. Ovvero una visione integrata, del calcio vissuto a trecentosessanta gradi, in un clima di armonia. “Taranto non sarà solo una squadra, ma un sogno ad occhi aperti di una comunità che lavora per il proprio benessere”, ha dichiarato Vito Ladisa, intervenendo all’incontro tenutosi a Palazzo di Città, nella mattinata di venerdì scorso. Il presidente si è soffermato sulla bellezza della città e sulle sue risorse inestimabili. Pure sui suoi mali, sulle sue ferite, sulle vittime dell’inquinamento della grande industria, per cui il calcio può rappresentare una occasione di riscatto.
Non si può negare che la proprietà voglia sognare in grande coniugando le ambizioni personali con quelle comunitarie. E che voglia essere ben voluta, amata dalla tifoseria – impresa, diremmo, difficile. Sognare significa avere uno sguardo di lungimiranza. Tenere i piedi per terra, per centrare, nel tempo, ogni obiettivo. Così il gruppo barese ha lanciato la sfida.
Calcio e Giochi
La sintesi è questa: occorre vincere subito, e tornare al più presto tra i professionisti con una società organizzata, che abbia basi solide, e al suo fianco una città intera. Occorre poi pensare al post Giochi. Perché la ristrutturazione dello stadio Erasmo Iacovone ha senso solo se verrà utilizzata la stessa modernissima struttura. Oltre il grande evento dei Giochi del Mediterraneo, in programma l’estate ventura. Intanto sarà lo stadio comunale di Massafra, a capienza limitata, a ospitare il Taranto in questa stagione. La direzione è quella giusta. La squadra quasi pronta, in fase di completamento. I più fortunati potranno calcare il manto erboso del nuovo Iacovone nella stagione 2026/27. L’auspicio è che, nel frattempo, tante battaglie possano essere combattute, condotte e vinte: dall’Eccellenza alla “eccellenza”, dai campi più polverosi di un campionato difficile a quelli più prestigiosi, il passo sia breve!
L’incontro sindaco Bitetti – SS. Taranto negli scatti fotografici di Giuseppe Leva
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