Julio Velasco, il primo fenomeno in mezzo alle generazioni di fenomeni
La loro impresa è stata la notizia di apertura delle maggiori testate online nazionali. Uno spazio strameritato per la nazionale femminile italiana di volley, che ha conquistato il Mondiale in Thailandia. Il trionfo al Maracanazinho di Bangkok è merito delle giocatrici scese in campo: da Myriam Sylla (la schiacciatrice di Palermo, nata da genitori ivoriani, è stata determinante contro la fortissima Turchia in finale) a Paola Egonu, da Ekaterina Antropova a Gaia Giovannini, da Alessia Orro alla veterana Monica De Gennaro – quest’ultima, 38 anni, ha annunciato il ritiro, scegliendo di chiudere nel momento della gloria. Senza dimenticare la capitana Anna Danesi e tutte le altre. Ma senza nulla togliere a queste giocatrici straordinarie, il vero artefice di un capolavoro mondiale, mancante da ventitré anni, ha nome Julio Velasco. Uno che ha vinto tutto con gli uomini alla guida della nazionale. Era la cosiddetta generazioni di fenomeni degli anni Novanta. Così l’allenatore dei record ha messo la sua esperienza e le sue competenze al servizio delle donne, con profitto e con immediatezza di risultati.
Julio Velasco nella leggenda
Argentino naturalizzato italiano, nato a La Plata, l’allenatore classe 1952 si è fatto conoscere con le vittorie del gruppo Panini aggiudicandosi quattro scudetti di fila, dal 1986 all’89. Successivamente ha ricoperto la carica di commissario tecnico della nazionale maschile italiana fino al 1996. Tanti i titoli vinti, tra cui due campionati mondiali e tre europei. Una nazionale tra le più forti di tutti i tempi. Della quale ha fatto parte, tra gli altri, l’attuale commissario tecnico della nazionale maschile italiana, il pugliese Fefè De Giorgi. In quegli anni si è costruito il mito di un gruppo che conosceva solamente il linguaggio della vittoria. Ancora oggi, tutti gli amanti della pallavolo lo ricordano. Omaggiare Julio Velasco è un atto doveroso. Anche in considerazione della minore visibilità di cui, di solito, gode la figura dell’allenatore rispetto al giocatore.
Dagli uomini alle donne
Lui non vuole essere definito un invincibile. E nemmeno un Maestro: si considera semplicemente un bravo allenatore, Julio Velasco. Il suo obiettivo è vincere. Ma sa anche riconoscere il valore dell’avversario, ovvero contemplare la possibilità di essere sconfitti. Si chiama cultura sportiva. Quella che cerca di trasmettere ai suoi atleti, e ai ragazzi che incontra tutto l’anno. Tuttavia, da quando ha cambiato genere, allenando le donne, non ha fatto altro che continuare a centrare la vittoria: la medaglia d’oro ai Giochi della XXXIII Olimpiade, la prima in Italia nella storia della pallavolo, e la Volleyball Nations League nel biennio 2024-25. L’ultimo Mondiale è stato la ciliegina sulla torta. L’Italia lo ha disputato con i favori del pronostico: ha superato agevolmente ogni avversario, e nelle ultime due partite, giocate al di sotto dei suoi standard, è stata capace di soffrire per portare a casa con pieno merito la vittoria.
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