‘Custodire voci e volti umani’: il tema della 60ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali

Tutelare l’empatia, la responsabilità morale, l’alterità e la condivisione delle emozioni e dei sentimenti, guidati dal giudizio umano che non può essere subordinato alla macchina. ‘Custodire voci e volti umani’, questo è il tema che papa Leone XIV ha scelto per la 60ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, che si celebrerà nel 2026.
Oggi come oggi, in un mondo in cui tutto è connesso e diviene in modo inarrestabile, dove le tecnologie non sono un semplice sfondo, bensì un vero e proprio ambiente in cui siamo immersi, il compito della comunicazione sociale è sempre più delicato. Tra rischi e opportunità, è innegabile che questi strumenti, negli ultimi decenni, abbiano fornito al genere umano possibilità un tempo impensabili.
“Sebbene questi strumenti offrano efficienza e ampia portata, non possono sostituire le capacità unicamente umane di empatia, etica e responsabilità morale. La comunicazione pubblica richiede giudizio umano, non solo schemi di dati. La sfida è garantire che sia l’umanità a restare l’agente guida”.
Perché se è vero che appare scontata l’idea che l’umano resti tale, è altrettanto reale il fatto che le relazioni e le interazioni siano diventate sempre più fragili, creando difficoltà di comunicazione tra le persone di ogni età; che molti giovani e non, arrivano a rivolgersi all’Ai per chiedere aiuto o consigli legati alla sfera personale, alla ricerca di qualcuno che possa farli sentire ascoltati.
Ma allora, che fine ha fatto il volto dell’‘altro’, di cui parlava il secolo scorso Lévinas? Quella presenza che, diceva il filosofo, ci interpella e ci chiama ad una responsabilità ineludibile?
Un altro aspetto delicato e sottolineato dal messaggio trasmesso dal Dicastero per la comunicazione, è quello legato al pensiero critico, creativo, tipicamente umano e insostituibile.
Alla luce di ciò “è sempre più urgente introdurre nei sistemi educativi l’alfabetizzazione mediatica, alla quale si aggiunge anche l’alfabetizzazione nel campo di Ai (Mail ovvero Media and artificial intelligence literacy)”.
Ecco perché, in qualità di persone umane, dotate di anima, corpo e unicità, seppur correndo il rischio di apparire controcorrente, siamo chiamati, tutti, a “dare il nostro contributo, affinché le persone – soprattutto i giovani – acquisiscano la capacità di pensiero critico e crescano nella libertà dello spirito”. Un compito in cui la Chiesa, oggi, sceglie, senza riserve, di impegnarsi puntando anche sulle comunicazioni sociali.
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