Italia verso i Mondiali: playoff o qualificazione diretta, l’importante è la crescita
Gli azzurri andranno al campionato mondiale di calcio. La premessa è questa: non osiamo nemmeno immaginare il fallimento dell’Italia per la terza volta consecutiva. Che rappresenterebbe un unicum nella storia. Con ricadute negative anche sul piano economico. Ciò detto, qual è la strada migliore per raggiungere la massima competizione in programma, in tre nazioni, l’anno prossimo? Al di là del mezzo (al 99% i playoff), l’importante è proseguire il percorso di crescita, al fine di accrescere l’autostima e riabilitare un’immagine offuscata negli ultimi tempi. Lanciare un segnale alle squadre più forti. Dire loro che i campioni del mondo 2006 rimandano a un’epoca recente, e non alla preistoria. Un tempo da rivivere con uomini e ruoli nuovi. Così Rino Gattuso, da ex calciatore campione del mondo a allenatore, può spronare i suoi uomini. Il suo esordio in panchina è stato perfetto: 4 vittorie in quattro partite, per un gruppo che, oltre all’entusiasmo, ha riscoperto la capacità di fare goal.
La forza dell’Italia
“La squadra c’è, il gruppo c’è. E sono certo che faremo bene”. Sono le parole di Gigio Donnarumma. Le rassicurazioni del capitano, tra i migliori in campo nel match con Israele, con interventi prodigiosi, acquistano credibilità in forza della condivisione: è opinione comune nell’ambiente e tra i calciatori che si sta creando un bel gruppo. La forza del collettivo è quell’elemento decisivo inteso come capacità di giocare e di pensare all’unisono. Insieme si soffre e si gioisce inseguendo la vittoria. Così si costruiscono le grandi imprese compensando i limiti di una nazionale che, al momento, sembra essere un gradino sotto le nazionali più forti. Anche se la tecnica non manca a questi calciatori. Lo attestano le conferme, come Mateo Retegui e Sandro Tonali, e le nuove scommesse, come Francesco Pio Esposito – eccezionale il suo primo goal in nazionale, sul campo dell’Estonia.
Il miraggio della qualificazione diretta
L’Italia può raggiungere i Mondiali attraverso i playoff. La matematica, però, non ci condanna ancora: teoricamente è ancora possibile chiudere il girone al primo posto, qualora la Norvegia pareggi con l’Estonia. Una possibilità assai remota. Mai dire mai, però: a chiunque, anche alle squadre più forti, può capitare una serata, una partita storta. Quando la porta è maledetta e non si riesce a fare gol. Altra circostanza alquanto improbabile, visto che la Norvegia ha il miglior attacco tra tutte le nazionali impegnate in questa fase di qualificazione, con 29 reti. Poi ovviamente gli azzurri dovrebbero battere la squadra di Erling Haaland, nell’ultimo incontro, legittimando il primo posto. Diversamente ci toccherebbero i playoff. Che andranno vinti per forza: non concepisce la sconfitta il mister, che andrebbe a vivere lontano dall’Italia, ha detto, nella malaugurata ipotesi. Perché non reggerebbe il peso della vergogna. Intanto “Ringhio” non ha alcuna colpa, ma solo il merito di aver riacceso un ambiente che pareva depresso, e rassegnato a guardare il Mondiale in poltrona.
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