Emergenze sociali

“Difendiamo il Natale”, ma non le culle che sono vuote. Uno studio rivela perché

foto Siciliani-Gennari/Sir
08 Dic 2025

di Silvano Trevisani

La festa dell’Immacolata mette al centro della Chiesa e del mistero dell’Incarnazione la genitorialità e Maria madre del Salvatore. La nascita annunciata dall’angelo è la scelta di Dio di entrare nell’umanità e farne parte. La nascita di Gesù è il segno paradigmatico della Natività per i cristiani, ma anche per tutta l’umanità. Eppure proprio questa genitorialità sta diventando per il nostro Paese, quello che mentendo afferma di sostenere la centralità della famiglia, una variabile. L’Italia, com’è noto, è il Paese in cui nascono meno bambini. Questo comporta un netto e rapido invecchiamento della popolazione e comporterà, nei prossimi anni, seri problemi di equilibro economico e sociale. Pagare le pensioni e sostenere la spesa sanitaria sarà complicato, mentre per i giovani la pensione sarà un sogno.

Si è molto discusso sui motivi della denatalità in Italia, adducendo tante motivazioni diverse. Ma oggi uno studio dettagliato commissionato dal quotidiano economico “Il Sole 24 Ore”, fa in modo che siano giovani stessi, di età compresa tra i 18 e i 35 anni, a spiegare perché non nascono figli, proponendo un confronto con quanto sostengono i giovani di Francia, Germania, Spagna e Gran Bretagna.

Quello che emerge in maniera netta è che la maggioranza assoluta dei giovani italiani, il 58%, ritiene non adeguate le politiche per la famiglia e la natalità. Ma l’11% del campione non ha risposto! Negli altri paesi, invece, la maggioranza assoluta, ritiene che tali politiche siano adeguate, con una piccola differenza per la Germania, dove coloro le ritengono inadeguate sono leggermente di più di chi le definisce adeguate. Eppure sappiamo benissimo che quanto la Germania fa per i genitori non è assolutamente paragonabile con l’Italia. Basta ricordare che in Germania vi sono asili nido persino nelle università a disposizione delle studentesse madri!

Ma se si entra nel merito delle domande poste dal questionario, i dati diventano ancora più allarmanti. Per il 79% degli intervistati il contesto lavorativo italiano non facilita la possibilità di costruire un progetto genitoriale. La pensano così anche in Germania e Spagna, ma con percentuali di gran lunga inferiori, mentre il 49% dei giovani del Regno Unito risponde di sì. Ma i giovani italiani sono i più critici anche rispetto alle istituzioni e ai contesti lavorativi, che non riconoscono concretamente la genitorialità (66%), al contrario di tutti gli altri, e alla valorizzazione da parte della società italiana dell’essere genitori rispetto alla realizzazione personale professionale: solo 17 % riconosce una adeguata attenzione della società!

Ma alla domanda più diretta sui motivi della riduzione delle nascite, i nostri giovani sostengono, per il 57%, che è dovuta a motivi economici; per il 13% a motivi culturali e sociali, ma per il 28% è dovuta alla combinazione di entrambe le cose! Tre su quattro affermano che viste le premesse, senza il supporto dei genitori non potrebbero avere figli e ripartiscono equamente le condizioni per decidere di far figli tra: sicurezza economica e stabilità di lavoro; incentivi economici; flessibilità lavorativa e smart working; congedi parentali più lunghi e retribuiti; supporto per l’abitazione; asili nido pubblici e accessibili. Solo una piccola minoranza pensa che sarebbe utile un cambiamento culturale assieme a campagne contro gli stereotipi di genere.

Le domande dirette sulle intenzioni di mettere al mondo dei figlio ricevono inquietanti risposte vaghe: ben il 42% sostiene che vorrebbe sì avere uno figlio (o un altro) ma senza avere progetti concreti.

A proposito! In chiusura vogliamo citare un’altra freschissima indagine del Censis sulls sessualità degli italiani. Ne traiamo solo questo risultato: la maggioranza delle donne attribuisce al sesso la funzione primaria di dare piacere (61,6%), mentre il richiamo alla funzione procreativa è residuale (1,9%). Per il 56,4% sessualità e amore sono separabili.

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