Fede & cultura

“L’educazione delle nuove generazioni alla convivenza sociale”, il corso di formazione dell’ufficio diocesano Cultura

Si è svolto giovedì 13 nella parrocchia S. Roberto Bellarmino, l’incontro curato da don Antonio Rubino, vicario episcopale per la Cultura, e guidato dal prof. Lino Prenna

foto Vatican media/Sir
17 Apr 2023

di Lorenzo Musmeci

L’Ufficio diocesano Cultura ha recentemente proposto il quinto incontro del corso di formazione sul tema: “Popolo di Dio e Fraternità dei Popoli”: dal Concilio Vaticano II a papa Francesco. Il paragrafo 220 della esortazione apostolica “Evangelii Gaudium” è ricordato ancora una volta all’inizio del momento di formazione: In ogni nazione, gli abitanti sviluppano la dimensione sociale della loro vita configurandosi come cittadini responsabili in seno ad un popolo, non come massa trascinata dalle forze dominanti. (…) Ma diventare un popolo è qualcosa di più, e richiede un costante processo nel quale ogni nuova generazione si vede coinvolta.

Il quinto appuntamento sul tema “L’educazione delle nuove generazioni alla convivenza sociale” si è svolto giovedì 13 aprile nella parrocchia S. Roberto Bellarmino. Gli incontri, come ormai è ben noto, sono curati da don Antonio Rubino, vicario episcopale per la Cultura, e sono guidati dal prof. Lino Prenna, docente universitario.

Due relazioni iniziali

L’incontro è iniziato con la lettura di due relazioni, per introdurre i partecipanti al tema del giorno. La prima, a cura di Raffaella Carenza, ha sottolineato che: “Un aspetto interessante dell’Esortazione Apostolica Christus Vivit è proprio il suo titolo. Gesù non appartiene solo al passato, ma anche al presente e al futuro, perché Egli è l’eterno vivente.  Al tempo stesso, aggiunge Papa Francesco, Gesù domanda a tutti gli uomini, in particolare ai giovani, di essere a loro volta “vivi”, cioè persone che accolgono fino in fondo il dono della vita e lo fanno fruttificare nell’amore. La giovinezza per il papa è un dono di Dio, è un momento prezioso. Questo dono può essere sprecato inutilmente oppure essere vissuto pienamente. I giovani devono farsi sentire, devono vivere. Soprattutto non devono privare la loro giovinezza dell’amicizia con Gesù che dà pienezza al loro essere giovani. Francesco vuole incoraggiare i giovani a lottare per il bene comune, ad essere servitori dei poveri, ad essere aperti alla carità e quindi lontani dalla realtà consumista e superficiale. I giovani, inoltre, devono testimoniare agli altri la forza che Gesù ci dà”. La seconda relazione, esposta da Stefania Labbruzzo, ha fatto emergere che: “Il tema dell’educazione è strettamente connesso con quello della democrazia. Già John Dewey aveva sottolineato il legame inscindibile tra educazione e democrazia.Bisogna educare la democrazia. È questo quanto afferma Alexis de Tocqueville: la democrazia va educata per correggerne i difetti e per esaltarne i pregi. Bisogna educare tano alle regole quanto ai valori. Ecco perché la via consigliata è sempre quella della prudenza”.

I giovani e l’educazione

Il prof. Prenna ha così riassunto: “Queste due sintesi ci aiutano a capire l’idea di “giovani” del papa; i giovani sono portatori di futuro. Il papa parla del passato, della storia e della tradizione, tre elementi rappresentati dagli anziani, quest’ultimi sono legati ai giovani, i quali rappresentano il futuro. Il percorso educativo e la relazione educativa tra generazioni è reciproca, anche i giovani possono educare gli anziani. Educare non riguarda le buone maniere, l’educazione è il processo di crescita del soggetto che deve andare oltre se stesso per dare valore a se stesso. Jacques Martin dice che l’educazione è il processo attraverso il quale noi diventiamo ciò che siamo”.

Educare alla democrazia e educare la democrazia

Partendo dalla distinzione tra educare alla democrazia e educare la democrazia, il relatore ha così continuato: “Ciascuno di noi sviluppa la dimensione sociale, come ricorda il paragrafo 220 dell’“Evangeli Gaudium”. L’uomo è un animale sociale, come diceva Aristotele. Sviluppare tale dimensione sociale vuol dire crescere nella relazione con gli altri e con lo Stato. La fraternità, che la modernità ci ha negato, diventa la terza regola della democrazia. Educare alla democrazia vuol dire educare alla libertà, all’uguaglianza e al sentimento della fraternità”.

Subito dopo il prof. Prenna ha esplicitato il significato dell’affermazione “educare la democrazia”: “È necessario, come ricorda Alexis de Tocqueville: Rianimare le fedi, purificare i costumi e regolare i movimenti. La democrazia non è un processo spontaneo, ma un processo da regolare (non solo da parte della politica): tutti i soggetti sociali possono rianimare le fedi della democrazia; tutti sono chiamati a purificarne i costumi, facendone emergere gli errori e le colpe per correggerli, esercitando la giustizia, sanzionando la corruzione, condannando la mancata osservanza delle leggi; tutti, infine, devono regolarne i movimenti  e guidare la democrazia stessa sulla retta via”.

La responsabilità degli adulti e della famiglia

Il relatore ha concluso sottolineando l’importanza del ruolo degli adulti e della famiglia, seminarium rei publicae (come Cicerone amava definirla), per una fruttuosa educazione dei giovani.  Come ricorda il prof. Prenna: “I giovani vanno educati alla fraternità. Quella fraternità che papa Francesco considera come una componente della democrazia. Il grande contributo del Papa è quello di aver fatto della fraternità una vera e propria categoria politica. La democrazia è incompleta se non c’è la fraternità”. In chiusura si è data lettura del paragrafo 299 dell’ esortazione apostolica post-sinodale “Christus vivit”, in cui si afferma: Cari giovani, (…) La Chiesa ha bisogno del vostro slancio, delle vostre intuizioni, della vostra fede. Ne abbiamo bisogno! E quando arriverete dove noi non siamo ancora giunti, abbiate la pazienza di aspettarci.

Si è, infine, anticipato il tema del prossimo incontro del corso di formazione: “Le religioni per la fraternità universale”. L’appuntamento è per l’11 maggio, con inizio alle ore 18 e ingresso da via San Roberto Bellarmino.
Per qualunque informazione si rimanda al sito dell’Ufficio di pastorale della Cultura: http://cultura.diocesi.taranto.it/

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