Gianpaolo Amatori: “Serve la forza interiore, ma restano alte le nostre ambizioni”

“Il basket è uno sport per persone intelligenti. Uno sport di situazioni, che bisogna saper leggere”. Lo dice con pacatezza, Gianpaolo Amatori, nel mezzo di una seduta di allenamento che ha avuto anche toni accesi: il brindisino classe 1961, neo allenatore della Dinamo Nuovi Orizzonti Taranto, sa come strigliare le sue giocatrici, perché possano dare il massimo e risollevarsi dallo stato di demoralizzazione in cui sembrano piombate in questo mese. Condizione acuita dalle dimissioni inattese di Giulio Caricasole. Che ha dato una bella gatta da pelare a Gianpaolo Amatori. La stagione, che di certo non era cominciata bene, si complica ancora…
Gianpaolo Amatori, l’esordio in panchina non è stato felice, domenica scorsa: pesante la sconfitta inflitta dal Marigliano, come si spiega questa debacle? E quali difficoltà hai potuto toccare con mano al tuo arrivo a Taranto?
«La difficoltà principale sta nel aver trovato una squadra che fisicamente sta un po’ indietro. Dobbiamo recuperare tantissimo, quindi. Altra difficoltà, l’aver trovato una squadra in forma, forse la più forte del girone in questo momento: avevano una reattività fisica incredibile, giocavano con incazzatura, come piace a me. Mettiamoci anche un’altissima percentuale che avevano nei tiri da tre: hanno fatto 12 canestri su 15 o 16 tentativi, se ricordo bene. Noi comunque non ci stavamo proprio. Eravamo lì che sembravamo di passaggio… La cosa grave, ripeto, è il fatto di non aver avuto una reazione, un moto di orgoglio: un’apatia unica. C’è da lavorare tantissimo. Io ho fatto un allenamento e mezzo (l’intervista è stata fatta martedì, ndr), quindi non ci conosciamo. Entrare in corsa, l’ho sempre detto, non è una buona soluzione. A maggior ragione quando ti trovi in queste condizioni: una squadra che probabilmente anche a livello psicologico sta abbattuta. Non è reattiva».
Tu sei un tecnico di esperienza. Hai allenato sia gli uomini che le donne, i giovani in particolare negli ultimi tempi: in tanti anni di basket cosa hai imparato principalmente?
«Che se loro hanno la voglia e la volontà possono ottenere qualsiasi risultato. Se invece non c’è questa forza interiore, questo orgoglio, allora le cose non sono facili. Non riescono bene».
Questo è un principio applicabile a qualsiasi categoria e realtà…
«Assolutamente sì. A maggior ragione qua, considerando che in quindici giorni, con 5-6 allenamenti, ci giochiamo la seconda parte del campionato».
La prossima sfida è contro la Magnolia Campobasso. Che partita ci dobbiamo aspettare?
«Sabato arriva la classica squadra di ragazzine: fanno parte del miglior settore giovanile d’Italia. Hanno un’organizzazione incredibile. In questo momento tutte le ragazze più piccole vogliono andare a giocare a Campobasso perché è il top, sia come struttura organizzativa che tecnica. Ovviamente questa è una società che puntando sul settore giovanile ha l’obiettivo di fare le finali nazionali per vincere i titoli: il loro lavoro è funzionale a questo. Ci dobbiamo aspettare una squadra aggressiva che non ti fa ragionare. Anche se ormai è fuori dai playoff».
Tra l’altro, nella scorsa giornata, hanno dato del filo da torcere alla capolista imbattuta Catanzaro…
«Infatti. E hanno fatto due tempi supplementari: questo la dice tutta su quanto valgono».
Il momento è difficile, ma vogliamo dare un messaggio positivo alla città e ai tifosi?
«Noi abbiamo assolutamente bisogno del pubblico. Va chiarito. Il pubblico fa scattare quella molla che in questo momento ci manca. Il contributo degli spettatori sarà fondamentale in questo fine settimana».
La Nuovi Orizzonti ha sempre le carte in regola per raggiungere la seconda fase del campionato?
«Le ambizioni sono quelle. Paradossalmente tutto si deciderà all’ultima giornata. Tu intanto devi giocare e ti devi conquistare il pubblico, che viene a vederti se vinci: se perdi, non ti pensa più. E questo è un danno non solo per loro ma anche per la società».
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