Lavoro

Acciaio: riunione e sciopero mentre si tenta la “diversificazione”

20 Mag 2025

di Silvano Trevisani

Taranto è in bilico tra presente e futuro. Ancora una volta lo snodo è nella siderurgia, che da sempre è più un problema che una risorsa, ma che finora non ha avuto alternative. Anzi no! Sulla carta di alternative ne ha avuto moltissime, a partire dai vari programmi di reindustrializzazione susseguitisi negli anni e mai attuati. Così anche oggi, ancora sulla carta di progetti alternativi per la “diversificazione”, ce ne sono tanti e li ha presentati il ministro per l’Industria Urso, facendo riferimento ai tanti canali difinanziamento disponibili. Almeno per ora.

I progetti alternativi

Si parla di cantieristica (ma Taranto ha avuto i Cantieri navali che sono stati da tempo smantellati per volontà precisa di Fincantieri), di aerospazio (il settore che meno ci entusiasma) e poi transizione energetica, dove invece le proposte sono appetibili e auspicabili. Poi ci sono anche progetti futuribili, come quello sull’Intelligenza artificiale che si realizzerebbe in accordo con gli Emirati Arabi, che però è ancora tutto da venire, a cominciare dalla localizzazione, tutt’altro che chiara. E ci sono anche altre proposte lavorative, come assunzioni nelle Ferrovie, ma anche queste tutte di là da venire.

Il computo delle assunzioni virtuali porterebbe a 5.000, quasi lo stesso numero di lavoratori che oggi sono in cassa integrazione all’ex Ilva che, come dicevamo, resta il nodo principale e il più attuale, in attesa che si attuino i sogni.

Riunione a Roma

Domani, 21 maggio, ci sarà una riunione del tavolo permanente per l’acciaio presso la Presidenza del consiglio dei ministri, resasi necessaria per avere gli aggiornamenti della situazione del gruppo siderurgico Acciaierie d’Italia in AS. Questo sia in ragione del gravissimo incidente verificatosi la settimana scorsa nello stabilimento, con il conseguente annuncio di raddoppiare la messa in cassa integrazione dei lavoratori, sia per avere chiarezza futuro del gruppo a seguito della gara di assegnazione dello stesso. Anche se lo stesso Urso ha già dichiarato che l’interesse di Baku Steel all’acquisto rimane, anche se con le immaginabili modifiche alle condizioni. Ma Urso ha anche ribadito che la realizzazione dei forni elettrici da parte degli azeri comporterà la presenza a Taranto di un rigassificatore.

Lo sciopero

Di questo e di altro si parlerà all’incontro fissato, ma intanto Fim Fiom Uilm hanno dichiarato, sempre per domani 21 maggio, quattro ore di sciopero in tutti gli stabilimenti di Adi. Insostenibile, per i sindacati, il clima di incertezza che si protrae da anni sulla vertenza e che pone i 20.000 lavoratori (Acciaierie d’Italia in AS, Ilva in AS e aziende dell’indotto) e delle loro famiglie in una condizione di instabilità. Sono loro a pagare il prezzo di scelte sbagliate o non assunte, da chi ha avuto in passato responsabilità istituzionali e politiche sulla vicenda e di chi tutt’ora deve assumerne.
A seguito di una valutazione dell’esito dell’incontro a Palazzo Chigi, verranno decise ulteriori iniziative per chiedere, come fatto in questi anni di lunghissima vertenza, una fabbrica rispettosa di ambiente, salute e occupazione.

Ma non sono pochi a chiedere, come la Cgil, che sia lo Stato ad assumersi la responsabilità del risanamento e della gestione, almeno iniziale, dell’azienda siderurgica.

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